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Dissonanza cognitiva: cos’è, chi ne soffre, alcuni esempi e come uscirne

In molti soffrono di dissonanza cognitiva, alcuni inconsapevolmente altri meno, avvertono sensazioni di disagio e ansia a cui non sanno dare risposta. L’articolo di oggi è incentrato su un tema molto conosciuto dagli psicologi. Fu Leon Festinger negli anni 50 del Novecento tra i primi a studiare e definire la dissonanza cognitiva. 

Si tratta di un sentimento di disagio che modifica il comportamento, il modo in cui si prendono le decisioni e provoca sentimenti quali: stress, ansia, vergogna e bassa autostima. Sentimenti negativi che possono essere da ostacolo al raggiungimento della felicità influenzando negativamente le relazioni interpersonali e sul posto di lavoro.  

Cos’è la dissonanza cognitiva

Ma cosa si intende per dissonanza cognitiva? Ogni qual volta si assume un comportamento in contrasto con quelle che sono le proprie convinzioni e i propri valori, la sensazione di disagio avvertita prende il nome di dissonanza cognitiva.

La dissonanza cognitiva, in inglese Cognitive dissonance (CD), è una sensazione spiacevole che, in modo più o meno intenso, si può provare anche più volte durante il corso di una singola giornata

È una delle teorie più conosciute e studiate nell’ambito della psicologia sociale e come affermato da numerosi studiosi può essere risolta cercando di razionalizzare e non dare importanza a tutto ciò che si ritiene possa creare un conflitto.  

Per fare alcuni esempi banali si pensi solo al disagio provato quando si mangia un dolce andando contro ai principi della dieta ferrea prescritta dal dietologo. Oppure si pensi a quando un fumatore si accende l’ennesima sigaretta pur sapendo che l’atteggiamento è dannoso per la salute. 

Secondo gli studi e gli esperimenti condotti da Festinger, si prova dissonanza cognitiva perché ognuno di noi cerca di mantenere una coerenza negli atteggiamenti, nei modi di fare e di pensare. 

Una coerenza che però spesso viene meno e provoca uno stadio di tensione che può durare per un periodo più o meno lungo di tempo. È proprio per evitare l’insorgere di questo sentimento che l’uomo spesso tende a giustificarsi, a riflettere e a cercare di razionalizzare i comportamenti, soprattutto quelli che risultano poco coerenti con le decisioni e le azioni intraprese nel passato. 

Cosa provoca dissonanza cognitiva: quali sono le cause 

Ogni qual volta si compie un’azione contraria alle proprie convinzioni e valori, allora siamo in presenza di dissonanza cognitiva. Quali situazioni possono favorire l’insorgere di questa dissonanza? Sono state individuate tre macro situazioni: 

Scelte forzate 

Comunemente si prova dissonanza cognitiva quando bisogna compiere scelte o intraprendere azioni contrarie al proprio volere, spinte cioè dal volere di altri. Sul posto di lavoro è molto frequente questa situazione. Si pensi ad esempio a quando si subisce una critica sul lavoro ingiusta e pur di evitare conflitti, si evita di giustificarsi. 

Si pensi a quando pur di acquisire nuovi clienti ad alcuni lavoratori vengono richieste di mettere in atto pratiche di concorrenza sleale o creare campagne di marketing molto aggressive magari sorrette da un’efficace comunicazione persuasiva . Anche in quest’ultimo caso, qualora il lavoratore ritenga le azioni contrarie alla propria morale, può provare dissonanza cognitiva. 

Scelte personali 

Si può provare dissonanza cognitiva anche quando la scelta o l’azione intrapresa è compiuta in totale autonomia senza alcun intervento da parte di altri. Tutti i giorni, infatti, prendiamo decisioni e queste hanno sempre delle alternative, dei pro e dei contro. 

Valutare il costo opportunità derivante da ogni decisione presa non è semplice e tante volte la necessità di prendere una decisione può portare a una forte dissonanza cognitiva. Ad esempio, un lavoratore può pensare di trasferirsi all’estero per guadagnare di più, oppure può pensare di non trasferirsi di guadagnare meno ma di stare più vicino ai propri affetti. Indipendentemente dalla scelta, in entrambi i casi potrebbe insorgere dissonanza. 

Convinzioni errate 

Altre volte, semplicemente, si hanno alcune convinzioni radicate sulle quali molte persone basano la propria vita. Scoprire d’improvviso l’erroneità di queste convinzioni può portare a una forte dissonanza cognitiva. 

Ad esempio, un lavoratore che decide di laurearsi e poi frequentare un master nella convinzione che diventerà dirigente di una grande multinazionale, può rimanere estremamente deluso nel caso in cui i suoi sogni (e convinzioni) non dovessero poi verificarsi. 

Dissonanza cognitiva: sintomi e come riconoscerla 

Il primo aspetto da sottolineare è che tutti provano, anche più volte nel corso di una giornata, la dissonanza cognitiva. A volte è molto lieve tanto che la nostra mente risolve senza troppi rapidamente il conflitto provato. Altre volte invece la dissonanza può essere molto forte e figure come psicologi e mental coach possono aiutare a riconoscere le cause ed elaborare strategie per risolverla. 

Ad esempio, dissonanze cognitive possono presentarsi subito dopo aver preso una decisione importante. Si pensi alla scelta di cambiare lavoro, di mettersi in proprio. Possiamo individuare alcuni di tipici stati d’animo e atteggiamento che possono indicare la presenza cognitiva: 

Disagio 

Il disagio è un vero malessere che seppur momentaneo può portare a problemi anche gravi. Si tratta di una condizione emotiva che porta ansia, sconforto e che può seriamente compromettere i rapporti interpersonali. Talvolta forti disagi sono causati proprio da alcune dissonanze cognitive irrisolte

Evitare il conflitto 

Alcune persone cercano costantemente lo scontro verbale con l’altro. Altre al contrario tendono a evitare qualsiasi tipo di conflitto. Evitare i conflitti, favorendo la mediazione e il dialogo è positivo. Tuttavia, evitare i conflitti per non affrontare le situazioni può essere dannoso e provocare angoscia e sentimenti negativi spesso associati alla dissonanza cognitiva. 

Ignorare e non razionalizzare 

La dissonanza cognitiva si riconosce facilmente quando una persona tende a ignorare i fatti, prendendo decisioni spinte da convinzioni che non hanno alcuna base logica o razionale. 

Vergogna 

Molto comune è anche il sentimento di vergogna. Il più delle volte si prova vergogna quando si compiono gesti e azioni o si prendono decisioni contro le proprie convinzioni. A volte, non si riesce a razionalizzare le scelte compiute e la sensazione di vergogna può durare anche per periodi medio lunghi di tempo. 

Senso di colpa 

Similmente alla vergogna anche il senso di colpa è spesso provocato dalla dissonanza cognitiva. Sentirsi in colpa fa parte della natura umana ed è proprio uno dei meccanismi che si attivano quando si prendono decisioni contrarie alle proprie convinzioni o derivanti da processi decisionali errati.  

Come affrontare la dissonanza cognitiva 

Una volta riconosciuta è bene cercare di affrontare e risolvere la dissonanza cognitiva. Come fare?

Quali strategie possono essere adottare per ridurla? I modi per risolvere o almeno limitare la dissonanza cognitiva fondamentalmente sono tre: 

Cambiare i propri atteggiamenti, comportamenti e convinzioni è molto difficile cambiare anche le piccole abitudine, figurarsi cambiare vita. Tuttavia a volte bisogna rimboccarsi le maniche e impegnarsi nel cambiare il proprio mindset e tutto ciò che provoca sentimenti negativi di ansia, stress e depressione. 

Informarsi 

Come abbiamo visto molte persone semplicemente compiono azioni e prendono decisioni dettate da credenze e convinzioni errate. Sviluppare il pensiero critico, informarsi bene prima di compiere una qualsiasi scelta, può aiutare a evitare il manifestarsi della dissonanza cognitiva. 

Chiedere aiuto e supporto

E infine chiedere aiuto può sicuramente essere una buona scelta. Si può chiedere ad amici e parenti di starti vicino invitandoli a supportarti nelle scelte e coinvolgendoli di più nei processi decisionali, come anche puoi rivolgerti a professionisti quali psicologi, mental coach e career coach. Questi ultimi possono essere un valido supporto allo sviluppo professionale e di carriera, limitando gli impatti negativi della dissonanza cognitiva. 

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