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Diventare imprenditore di successo da zero: come si fa, da dove iniziare e i nostri consigli

Molti di noi sognano di diventare imprenditore. La sola idea d’essere capo di sé stesso e di non avere superiori dai quali prendere ordini, può rappresentare una vera svolta per la propria vita lavorativa.

In questo approfondimento ci concentreremo su diversi aspetti. Partendo dalla definizione e dai diversi tipi d’imprenditore, per poi analizzare cosa fa l’imprenditore e come diventarlo partendo da zero, anche senza una laurea.

Successivamente l’articolo si concentra sulle caratteristiche tipiche dell’imprenditore e sulle differenze con altri lavoratori come i liberi professionisti e i manager.

Come si definisce l’imprenditore

La definizione d’imprenditore, in inglese entrepreneur, può essere facilmente compresa inquadrando al meglio di cosa questa figura si occupa concretamente e com’è definita dal nostro Codice civile.

In economia, l’imprenditore è una persona titolare di alcuni elementi necessari per svolgere l’attività d’impresa. Tali elementi, fondamentalmente sono:

  • Un capitale
  • I mezzi di produzione
  • Dipendenti
  • Materie prime da trasformare.

L’insieme dei suddetti punti, rende possibile svolgere l’attività imprenditoriale. Di conseguenza, è possibile investire, far crescere il business, generare ricchezza e chiaramente fornire un bene o un servizio.

Completa la definizione d’imprenditore, quanto riportato nel nostro Codice civile all’articolo 2082  “Colui che esercita per professionista un’attività volta a produrre o a scambiare un bene o un servizio.

I diversi tipi di imprenditore

È sempre il nostro Codice civile a distinguere i diversi tipi d’imprenditore. Per capire che tipo di imprenditore si desidera diventare, bisogna quindi, dapprima capire che tipo di imprenditore si può essere:

Imprenditore Commerciale

Definito dall’articolo 2195 del Codice civile. È la tipologia classica d’imprenditore è anche la più esposta a livello giuridico.

L’attività può infatti fallire.  Rientrano nella definizione, coloro che gestiscono: un’attività di tipo industriale (produzione di beni e servizi), un’attività d’intermediario ad esempio, occupandosi di commercio all’ingrosso o al dettaglio, oppure i titolari di bar o un’attività di servizi, qui rientrano coloro che operano nel settore bancario, delle assicurazioni, dei trasporti.

Come accennato ciò che accomuna questi imprenditori è il rischio di fallimento. Questo è tale quando viene accertato lo stato d’insolvenza o in termini semplici, quando non si è più in grado di sostenere le spese. 

Ulteriori informazioni sono contenute nella legge fallimentare 267/42 all’art. 5

Imprenditore Agricolo  

L’imprenditore agricolo, la cui definizione è riportata all’articolo 2135 del Codice civile, è colui che opera nel settore dell’agricoltura occupandosi di attività quali:

  • Agricoltura
  • Allevamento
  •  Selvicoltura
  •  Attività affini e connesse.

 Ad esempio, una volta attenuto lo status d’imprenditore agricolo, rientrano nella categoria attività quali allevamento di animali, coltivazione di frutti di bosco, coltivazione dello zafferano, coltivazione di funghi, come anche attività collegate: ad esempio il casaro quando titolare dell’attività è un imprenditore.

Piccolo imprenditore

Una comunissima categoria è quella del piccolo imprenditore. L’articolo di riferimento è il 2083 del Codice civile. Possono rientrare nella categoria i commercianti come gli agricoltori a condizione che l’attività venga svolta principalmente affidandosi al lavoro proprio e dei familiari.

L’aspetto fondamentale è che queste piccole attività non possono fallire, o meglio, è il giudice fallimentare a dover giudicare caso per caso come procedere in caso d’insolvenza.

L’imprenditore artigiano

Un’ultima categoria di imprenditori è data dall’imprenditore artigiano. Tale figura gode di una disciplina speciale volta ad agevolare una categoria di lavoratori molto diffusa in Italia.

Il titolare d’impresa artigiana ha piena responsabilità della gestione della tua attività e principalmente si occupa in prima persona di tutti gli aspetti. Tali imprenditori possono costituire società quali:

  • Impresa individuale
  • Società in nome collettivo
  • Società in accomandita semplice
  • Società a responsabilità limitata
  • E possono unirsi in cooperative e consorzi.

L’imprenditore artigiano inoltre non può avere più di un tot di dipendenti. A seconda dell’attività questi possono variare da 8 a 40. Queste categorie di lavoratori sono iscritte all’Albo provinciale delle imprese artigiane.

Cosa fa l’imprenditore

Nonostante i diversi tipi d’imprenditore, vi sono numerosi punti che accomunano tutte le tipologie. Ogni imprenditore ha una propria partita Iva e si occupa di produrre e/o vendere beni e servizi. L’obiettivo finale è il medesimo: generare un profitto.

Gli imprenditori possono essere piccoli e gestire quindi una piccola attività a conduzione familiare oppure possono essere grandi o molto grandi e avere la responsabilità di gestire anche centinaia di dipendenti.

La figura, sicuramente, deve essere dotata di un certo spirito. Per definizione fare impresa espone a rischi. Bisogna saper fronteggiare le difficoltà, prendere decisioni difficili, avere uno spiccato spirito d’iniziativa.

Rispetto a un lavoratore dipendente, il titolare d’impresa è tendenzialmente il primo ad arrivare in azienda e l’ultimo ad andare via. Insomma, motivazione, fiducia in sé stessi e tenacia proprio non possono mancare.

Vediamo quindi in concreto quali compiti sono in capo all’imprenditore, così da comprendere definitivamente cosa fa:

Avviare l’impresa

Fare impresa vuol dire avviare un’attività e dedicarsi ogni giorno affinché questa possa crescere soddisfare le proprie ambizioni. 

In principio, possiamo dire, tutto parte da un business plan, ma successivamente sono molteplici gli ostacoli da superare e le decisioni critiche da prendere, al fine di condurre l’attività al successo.

Gestione dei dipendenti

Eccezion fatta per le piccole imprese a conduzione familiare, il titolare d’impresa è tenuto ad assicurarsi che tutti i dipendenti apportino un giusto contributo alla crescita dell’attività.  L’imprenditore può occuparsi di numerose attività legate al settore delle risorse umane:

  • Selezionare i curricula,
  • Risolvere eventuali conflitti
  • Gestire i talenti
  • Pianificare la formazione continua.

Organizzazione della società

Organizzare il lavoro è imprescindibile per raggiungere il successo. Man mano che l’azienda si espande è compito dell’imprenditore assicurarsi che tutti i reparti lavorino al meglio.

La società è necessario sia organizzata a più livelli, concentrandosi sulle attività presenti, ma anche mantenendo sempre uno sguardo rivolto al futuro alla ricerca di nuove opportunità di lavoro e crescita.

Collaborazioni, contatti e partnership

Più volte abbiamo sottolineato l’importanza di curare il proprio network di contatti. Ciò è vero a tutti i livelli. Dal lavoratore dipendente, alla ricerca di nuove opportunità lavorative, fino all’imprenditore il quale è tenuto a curare e far crescere la propria rete di contatti. Gli imprenditori si occupano quindi anche di stabilire nuove partnership e collaborazioni strategiche al fine di garantirsi migliori opportunità e profitti.

Differenza tra imprenditore, libero professionista e manager

Prima di vedere in concreto come diventare imprenditori, è importante chiarire le differenze tra imprenditore e libero professionista (o lavoratore autonomo).

Come riportato nei paragrafi precedenti, l’imprenditore è colui che esercita un’attività economica finalizzata o alla produzione o al commercio di beni e servizi. Inoltre, in via generale, avere un’attività imprenditoriale significa anche dover corrispondere lo stipendio a uno o più dipendenti.

A differenza i lavoratori autonomi, o liberi professionisti, svolgono lavori affidandosi alle proprie capacità intellettuali, offrono quindi servizi come la consulenza, o comunque la loro attività non prevede la fornitura di un bene materiale.  Sono tendenzialmente individuati in un apposito albo professionale (avvocati, commercialisti, ingegneri, medici, odontoiatri).

Un’altra differenza da evidenziare è spesso oggetto di confusione è tra imprenditore e manager. Il primo è un lavoratore che non ha un diretto superiore. Il manager diversamente è un dipendente spesso contattato dall’imprenditore stesso, al quale viene affidato il compito di gestire un reparto o l’intera organizzazione.

Pertanto, man mano che l’impresa si espande è l’imprenditore che può decidere d’inserire uno o più manager affidandogli fondamentalmente il compito di far fruttare l’investimento.

Come diventare imprenditori partendo da zero

Diventare imprenditori non è così difficile. Come abbiamo visto, è sufficiente aprire una società per definirsi tali. 

Il problema è riuscire ad avere successo, a prosperare e a riuscire a garantirsi sufficienti profitti che rendano conveniente intraprendere questa strada rispetto a un percorso da lavoratore dipendente.

In questo paragrafo vedremo vari aspetti. In primo luogo, vedremo come capire se si è dotati o meno di spirito imprenditoriale, vedremo poi cosa studiare, e come partire da un’idea per pian piano svilupparla in una concreta attività.

Capire se è il percorso giusto

La prima cosa da capire è se la vita da imprenditore fa o meno al caso proprio. Tale percorso non dev’essere intrapreso per seguire una moda o per la semplice idea che diventare imprenditori di sé stesso attribuisca un tono in più alla propria persona.

I titolari d’impresa, dai più piccoli ai più grandi, affrontano un percorso che può portare al successo ma allo stesso tempo bisogna avere un giusto mindset.

Per capire se la carriera dell’imprenditore fa al proprio caso si può provare a chiedersi se si è pronti a :

  • Gestire situazioni incerte e complesse
  • Affrontare un percorso lungo e pieno di ostacoli
  • Non arrendersi di fronte alle prime difficoltà
  • Essere responsabili dei dipendenti e delle loro famiglie
  • Aggiornarsi e lavorare costantemente alla crescita del proprio business
  • Investire senza l’assoluta certezza di un ritorno economico
  • Lavorare anche nei giorni festivi

Se la risposta alle suddette domande è sì, allora ci sono i presupposti per iniziare la carriera dell’imprenditore.

Trovare un’idea vincente

Ora che si è deciso di mettersi in proprio, non resta che trovare un’idea imprenditoriale effettivamente vincente.

Molti imprenditori diventano tali perché spinti da una sana passione, altri ancora provengono da famiglie d’imprenditori e continuare l’attività dei propri genitori è quasi un percorso obbligato.

Indipendentemente dai casi e dal settore, ciò che caratterizza un imprenditore è la capacità di riuscire a ritagliarsi una propria clientela, producendo o commercializzando un bene o un servizio che risulti superiore rispetto alla concorrenza.  

Individuare i possibili clienti

Non esiste attività imprenditoriale senza clienti. Una volta trovata l’idea, prima d’investire denaro in beni immobili, attrezzature e tutto ciò che può servire per aprire l’attività, è bene cercare un rapido riscontro sul mercato.

Bisogna, in altri termini, riuscire a valutare il prima possibile se la propria idea di business ha un futuro oppure no. 

Si pensi in tal senso al consiglio di Eric Ries, il quale evidenzia l’importanza di riuscire a realizzare nel minor tempo possibile e ai minori costi possibili il cosiddetto Minimun Viable Product (MVP)

L’MVP è un primo, minimo e funzionale, prodotto, da esporre al mercato, al fine di convalidare la propria idea. In questo modo è possibile avere subito un feedback da alcuni possibili clienti e rendersi così conto della bontà della propria idea.

Avviare l’attività

Una volta che il mercato risponde positivamente alla propria idea imprenditoriale, bisogna passare alla pratica.

Ciò si traduce nell’apertura vera e propria della società. Bisogna quindi elaborare un business plan e mediante l’aiuto di un commercialista sbrigare tutte le pratiche burocratiche previste. 

Un imprenditore affermato sa bene che i primi tempi sono i più difficili. L’investimento iniziale e i normali imprevisti potrebbero scoraggiare. Ma è proprio in questa fase che dovrebbe emergere il proprio spirito e portare a perseverare nell’idea nonostante le difficoltà.

Affidarsi alle giuste persone

Come abbiamo visto, ciò che caratterizza la maggior parte degli imprenditori è il dover pianificare e organizzare le attività dei dipendenti. Bisogna avere quindi la capacità di scegliere persone realmente motivate e qualificate, pronte a sposare appieno la propria idea.

Affidarsi alle giuste persone è determinante per prosperare nel business. In questa fase può essere indicato entrare in contatto con figure esperte in coaching, life coach o business coach. Così facendo si può beneficiare di un concreto supporto alla propria attività, ricevere giusti consigli e dare rapidamente all’impresa una direzione chiara e definita.

Formazione continua

Anche quando la propria impresa inizia a conseguire i primi successi, bisogna continuare a investire sull’attività e su sé stessi

Gestire un’impresa significa in qualche modo riuscire a prevedere il futuro, orientando le proprie decisioni sulla base di quelle che sono le nuove tendenze.

In un momento storico caratterizzato da forti mutamenti, probabilmente nessun imprenditore di successo si occupa oggi delle stesse cose che si occupava, ad esempio 10 anni fa.

Si pensi solo a tutte le novità che hanno coinvolto PMI e grandi imprese. La necessità di digitalizzarsi e internazionalizzarsi, l’adozione dello smart work, sono solo due esempi di grandi stravolgimenti che in breve tempo modificano radicalmente gli scenari.

Quali sono le caratteristiche di un imprenditore?

Oltre a tutte le attenzioni finora riportate, possiamo individuare alcune caratteristiche proprie degli imprenditori. Anche in questo ambito accanto alle competenze di tipo tecnico, bisogna essere dotati di ottime abilità trasversali o soft skills. In particolare:

Leadership

Non si può pensare di gestire un’azienda e numerosi dipendenti, senza leadership. È grazie a questa che si viene riconosciuti come persone in grado di guidare l’attività verso il successo.

Capacità comunicative

Sì leader, ma anche ottimi comunicatori. L’imprenditore è alla continua ricerca di affari, opportunità e finanziamenti. Al fine di riuscire nel suo lavoro deve dimostrarsi un abile comunicatore, riuscendo così ad acquisire nuovi clienti, a stringere nuove relazioni e a mantenere alte le motivazioni tra i propri dipendenti.

Orientamento al risultato

Molti annunci di lavoro contengono tra i requisiti: “forte orientamento al risultato”. Tale requisito è richiesto ormai a ogni dipendente che ambisce a una posizione medio alta nell’organigramma aziendale, ma è necessaria anche per chi decide di fare impresa.

Problem solving

Non può mancare inoltre una spiccata abilità in problem solving. Si intende la capacità di riuscire a elaborare una strategia finalizzata a risolvere i numerosi problemi che possono presentarsi durante la gestione dell’impresa. Coloro dotati di problem solving riescono ad analizzare il problema e a elaborare una soluzione, talvolta anche creativa, al fine di raggiungere il risultato desiderato.

Accettare feedback ed errori

Fare impresa vuol dire prendere numerose decisioni ogni giorno. A volte alcune decisioni si rivelano giuste, altre volte al contrario si commettono errori. Errare è umano e capita a tutti anche agli imprenditori più affermati. Accettare i consigli di amici fidati con esperienza, mentori, life coach e allo stesso modo essere consapevoli che si può sbagliare è sicuramente una caratteristica dell’imprenditore.  

Cosa studiare per diventare imprenditore

L’imprenditore di successo non necessariamente vanta titoli di laurea e master universitari. Si pensi a coloro che da piccoli artigiani, sono riusciti a creare grandi stabilimenti industriali, o a chi, trovandosi con grandi appezzamenti di terra, è riuscito a fare fortuna nel settore dell’agricoltura o dell’edilizia.

L’imprenditore può diventare tale anche senza una laurea, tuttavia, frequentare l’Università e successivamente conseguire un master sicuramente fornisce gli strumenti necessari per affrontare questo difficile percorso.

In particolare, poiché si tratta di gestire un’azienda, una volta conseguita la maturità, può essere una buona idea optare per percorsi di laurea nelle seguenti discipline:

  • Economia aziendale
  • Economia e commercio  
  • Economia e finanza
  • Marketing e comunicazione
  • Giurisprudenza.

Quanto guadagna un imprenditore

Stimare i guadagni di un imprenditore non è semplice in quanto molto dipende dal settore, dalla scalabilità, dal tipo di società. Dall’ultimo comunicato stampa pubblicato dal MEF, si apprende che il lavoro autonomo rappresenta la tipologia di reddito più elevato in Italia ed è di circa 58.000 EUR annui.

A seguire il reddito dichiarato dai titolari delle ditte individuali. In questo caso il reddito è di poco superiore ai 22.000 EUR annui.

A ogni modo i redditi risultano superiori sia rispetto a quanto dichiarato dai lavoratori dipendenti sia dai pensionati.

Come specificato dal MEF, in questo caso la voce “imprenditore” nella dichiarazione IRPEF, include solamente coloro che risultano titolari di una ditta individuale. Non rientrano quindi le altre tipologie di società.

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