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Odio il mio lavoro ma non posso lasciarlo. Come evitare ansia e depressione

“Odio il mio lavoro” è una frase che in molti avranno pronunciato almeno una volta nella vita. A volte il sentimento di odio verso il proprio lavoro è momentaneo. Altre volte è l’ambiente di lavoro a renderlo insopportabile, si pensi a quando un lavoratore subisce episodi di mobbing, di ageismo o discriminazioni di altro genere. 

Indipendentemente dal motivo, considerato l’importante numero di ore che ogni giorno si trascorrono al lavoro, è impensabile portarsi dietro un sentimento di odio per anni. Si tratta di un sentimento dannoso che non solo influisce negativamente sulle prestazioni lavorative ma favorisce anche l’insorgere di ansia, depressione e burnout

Ci sono alcuni lavori che più d’altri si prestano a essere odiati. In molti odiano lavorare in fabbrica ma la lista dei lavori noiosi e ripetitivi e dei lavori usuranti o gravosi è davvero lunga e spesso è proprio tra questi che si trovano il maggior numero di persone profondamente insoddisfatte della loro carriera lavorativa. 

Odio il mio lavoro ma non posso lasciarlo

Quante persone odiano il proprio lavoro? Una ricerca condotta da Gallup ha rivelato che ben l’85% dei lavoratori non è soddisfatto della sua attuale carriera.

La percentuale è molto alta e include anche tutti coloro a cui non piace il lavoro attualmente svolto. 

La prima distinzione da fare è proprio questa. Un conto è svolgere un lavoro che non piace. Un conto è odiare il proprio lavoro. L’odio è un sentimento di fortissima avversione che può rendere il proprio lavoro insopportabile. 

Il problema è che molti lavoratori odiano il proprio lavoro ma non possono lasciarlo. Perché? Cambiare lavoro non è semplice, soprattutto quando si devono affrontare spese ricorrenti le cui principali sono: 

  • Mutuo 
  • Affitto 
  • Bollette 
  • Generi alimentari

Bisogna considerare inoltre che cambiare lavoro spesso implica prendere decisioni drastiche che possono portare ad esempio a trasferirsi all’estero o a dover cambiare completamente stile di vita

Tuttavia, quando il sentimento d’odio verso il proprio lavoro persiste, bisogna trovare dentro di sé il coraggio di cambiare. Prendersi dei rischi e lasciare il posto di lavoro, alle volte è l’unica vera soluzione.

Cosa fare se si odia il proprio lavoro?

Come fare quando il posto di lavoro diventa insopportabile? Cosa fare quando il lavoro mette ansia? Chiaramente ogni situazione personale è diversa, ma non è mai sbagliato prendere decisioni orientate a migliorare la propria salute e benessere. 

Quando il sentimento di odio per il proprio lavoro persiste è bene agire, cercando di superare tutte le paure e le incertezze che si possono avere. Chi non è convinto può trovare un motivo in più leggendo i dati pubblicati da uno studio di ReviseSociology

  • Lavorare full time per 50 anni significa trascorrere al lavoro il 14% della propria vita (ore di sonno comprese)
  • Ipotizzando 8 ore di sonno il 50% del tempo in età lavorativa è trascorso al lavoro 

Questi numeri aiutano a capire la quantità di tempo trascorsa al lavoro e dovrebbero far riflettere sulla necessità di evitare che queste ore siano vissute provando sentimenti di odio, ansia e angoscia. Ma cosa si può fare? 

Capire il perché 

Capire perché si odia il proprio lavoro è il primo passo per provare a cambiare le cose. I motivi possono essere vari. Tra questi sicuramente rientrano: 

  • Stipendio basso 
  • Poche possibilità di fare carriera
  • Episodi di bullismo 
  • Pendolarismo 
  • Colleghi di lavoro 

Ogni problema andrebbe affrontato nel modo giusto. Uno stipendio basso potrebbe rendere necessario trovare un secondo lavoro per arrotondare, avere a che fare con colleghi di lavoro tossici potrebbe rendere necessario far presente il problema alle risorse umane.

Comunicare le proprie esigenze 

Si può pensare di far presente al proprio datore di lavoro la situazione. Le competenze comunicative tornano utili anche per gestire al meglio queste situazioni. Il datore di lavoro o il superiore potrebbe dimostrarsi aperto al dialogo ed essere disponibile a venirvi incontro, ad esempio, affidandovi altre mansioni, proponendo una promozione o un anno sabbatico.  

Trovare nuovi stimoli 

A volte si odia il proprio lavoro, per via delle poche possibilità di fare carriera e per le mansioni attribuite noiose e ripetitive. Se non è possibile lasciare il posto di lavoro, allora si può pensare di trovare nuovi stimoli altrove.

Ad esempio, coltivare un nuovo hobby, dedicarsi maggiormente alla cura di sé stessi, valutare nuove idee di business sono solo alcuni suggerimenti utili per trovare nuovi stimoli.

Acquisire nuove competenze 

Strettamente collegato al punto precedente. Assodato che lasciare d’improvviso il lavoro non è sempre possibile. Si può pensare di procedere per gradi. Dapprima acquisendo nuove competenze e solo quando si è pronti per un nuovo lavoro comunicare ufficialmente le proprie dimissioni.

Il mercato del lavoro è in continua evoluzione, molti lavori non sono ancora stati inventati e in futuro si prevede che tante nuove professioni nasceranno e saranno molto richieste. Acquisire oggi nuove competenze potrebbe essere la strada giusta da seguire. 

Sapere che non si è soli

Non si gli unici a provare un sentimento di forte avversione per il proprio lavoro. Bisogna tener presente che stiamo vivendo un periodo storico molto particolare. Le esigenze dei lavoratori stanno cambiando, i mestieri digitali e tutti gli stravolgimenti accaduti a livello mondiale negli ultimi anni hanno creato un clima di forte instabilità.

Figure quali: mentori e career coach possono oggi aiutare ad affrontare un periodo di grandi cambiamenti a cui bisogna abituarsi.

Odio il mio lavoro: quali effetti di un lavoro che non piace?

Odiare il proprio lavoro può avere degli effetti molto dannosi per la propria salute che possono anche compromettere i rapporti e le relazioni con le persone care che ci circondano. 

La depressione è uno dei primi effetti che si provano quando si svolge un lavoro che si odia. Onde evitare che la situazione degeneri, può essere utile far presente il problema a uno psicologo, il quale può aiutare a individuare e risolvere un problema che riguarda la propria salute mentale. I sintomi sono tanti: 

Tristezza

Sentirsi costantemente tristi compromette la qualità della propria vita. Superare la tristezza è possibile ma richiede impegno e volontà di affrontare i problemi. La tristezza è un’emozione ma anche un messaggio che il nostro corpo prova a mandare nel tentativo d’indurre la persona a fermarsi a riflettere, a individuare le cause e a porvi rimedio.

Apatia

L’apatia porta conseguenze gravi sul posto di lavoro. Ci si sente poco motivati se non disinteressati da ciò accade.

Questo stato psicologico lo si riconosce inoltre quando si avverte mancanza di energia e si tende a isolarsi dal resto dei lavoratori.  

Irritabilità 

Irritabilità e nervosismo sono altri comportamenti che tipicamente avverte chi odia il proprio lavoro. Si tratta di stati d’animo negativi che spesso portano a reazioni ingiustificate ed esagerate di fronte a piccoli eventi. 

Sentirsi più irritabili del solito per un breve periodo non è un problema, ma se persiste nel tempo allora è necessario consultare uno specialista che possa aiutare a risolvere il problema. 

Insonnia

Infine, il sentimento di avversione verso il proprio lavoro può essere così forte da causare l’insonnia. Anche in questo caso l’ansia e lo stress giocano un ruolo rilevante.

Non riuscire a dormire può essere un serio problema che a sua volta può portare a un abuso di farmaci e a adottare uno stile di vita poco sano. Sebbene esistano numerosi rimedi all’insonnia, questi possono rivelarsi inefficaci se prima non si agisce sulla vera causa del problema. 

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