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Tecnico ortopedico: cosa fa, come si forma quanto guadagna

Quello del Tecnico Ortopedico è un lavoro delicato, ma che può dare enormi soddisfazioni essendo un mestiere che aiuta nel concreto persone che hanno notevoli difficoltà nella vita di tutti i giorni a causa di problemi di varia natura ad arti inferiori e superiori e non solo.

Si tratta quindi di una mansione dove servono specifiche abilità come vedremo, e conoscenze molto ampie in ambito scientifico in generale. 

Un lavoro sicuramente stimolante che spinge chi lo svolge a trovare sempre soluzioni diverse, adoperando materiali nuovi che sono di grande aiuto nella medicina moderna per fare dei passi avanti concreti verso il miglioramento della vita di chi si trova nella condizione di essere portatore di handicap.

Scopriamo allora assieme come dedicarsi a questa mansione, che spesso non si traduce in un semplice lavoro ma in una vera e propria missione per donare un futuro migliore e una migliore qualità della vita alle persone più sfortunate.

Cosa fa il tecnico ortopedico

Il tecnico ortopedico come lo conosciamo oggi è una figura professionale estremamente specializzata, che si occupa nel concreto di ideare, realizzare e adattare tutti gli ausili necessari al buon funzionamento dell’apparato locomotore e degli arti.

In pratica il tecnico ortopedico è responsabile della creazione di protesi, ortesi e aiuti per gli arti che siano sostitutivi ma anche correttivi e di sostegno a tutto l’apparato deputato al movimento nell’essere umano.

Non si limita nel suo lavoro solamente all’ambito degli arti superiori ed inferiori anche se questi rappresentano il fulcro del suo lavoro: infatti il tecnico ortopedico può anche progettare ausili di protezione per chi ne avesse bisogno, pensiamo ad esempio ai caschetti protettivi per il cranio in chi pratica attività sportiva, oppure alle maschere che possono proteggere il viso quando questo ha appena subito un trauma facciale come la rottura del setto nasale o degli zigomi.

Gli ausili che progetta un Tecnico ortopedico possono quindi essere di natura funzionale, aumentando la mobilità e la sicurezza di parti interessate, ma hanno anche una valenza estetica, riuscendo in taluni casi a sostituire l’arto completamente lasciando l’immagine della persona pressoché intatta in molte occasioni.

Per eseguire il suo lavoro alla perfezione questa figura professionale si avvale di strumenti all’avanguardia e deve passare attraverso delle fasi ben precise di esecuzione della sua mansione specifica.

Infatti come prima cosa il tecnico ortopedico dovrà avere un contatto diretto con il paziente che intende aiutare, per effettuare tutte le opportune misurazioni e rilevamenti in modo da costruire o scegliere la soluzione più adatta che possa contribuire al miglioramento della funzionalità in prima battuta ma anche a preservare l’aspetto più puramente estetico della persona.

In secondo luogo un tecnico ortopedico dovrà quindi adottare la misura che ritiene più necessaria per arrivare alla risoluzione del problema palesato dal paziente, andando a scegliere i materiali, la composizione e facendosi coadiuvare per la parte ingegneristica del prodotto finito.

Al termine di questa fase di misurazione, ricerca e scelta, il tecnico ortopedico potrà partecipare supervisionando l’implementazione della soluzione adottata e seguirà quindi il percorso riabilitativo del paziente aiutandolo nel corretto utilizzo dell’ausilio scelto.

Naturalmente la prima e più importante applicazione di questo lavoro si è avuto in ambito sportivo, ed è qui che il lavoro del tecnico ortopedico è balzato agli onori delle cronache con la giusta visibilità che merita.

Pensiamo ad esempio ad atleti di fama mondiale come Bebe Vio, che per gareggiare deve fare affidamento a delle protesi, oppure allo scalpore che crearono le appendici inferiori di Oscar Pistorius in grado di replicare i tempi di atleti normodotati anche senza la parte inferiore delle gambe. Senza dimenticare altri casi eclatanti come Alex Zanardi, il pilota automobilistico che in seguito ad un tragico incidente si vide costretto a subire l’amputazione degli arti inferiori sostituendoli con delle protesi altamente moderne e leggere in carbonio, che grazie alla loro resistenza gli consentirono di fare una vita normale ed anzi di tornare all’attività sportiva riuscendo addirittura a vincere l’oro olimpico alle paralimpiadi di Rio nel 2016.

Nel campo sportivo avviene la maggior parte delle nuove scoperte e soluzioni adottate dalla scienza ortopedica, con ausili che vengono poi applicati anche ai pazienti che si possono incontrare tutti i giorni e che non hanno le necessità prestazionali di un grande atleta ma che chiedono solo di poter riacquistare la funzionalità dei propri arti per svolgere una vita il più possibile normale.

Pertanto l’avanzamento tecnologico e il lavoro svolto dai tecnici ortopedici ai massimi livelli ha un’importanza capitale per la sua ricaduta su quelle che sono le soluzioni adottate poi in maniera continuativa su pazienti di vario tipo. 

Anche, se non soprattutto questo, rende la mansione di tecnico ortopedico particolarmente preziosa e socialmente rilevante.

Come si diventa tecnico ortopedico

Naturalmente la formazione richiesta ad un tecnico ortopedico è estremamente specifica e abbraccia moltissime materie dell’ambito scientifico.

Come inquadramento accademico il percorso base di un tecnico ortopedico si snoda all’interno delle facoltà di Medicina e Chirurgia dei vari atenei, dove chi vuole approcciare a questo lavoro dovrà frequentare il corso di studi triennale in Professioni sanitarie tecniche con specifico indirizzo in tecniche ortopediche.

Terminato il corso triennale di laurea breve l’aspirante tecnico ortopedico dovrà frequentare anche un ulteriore corso di formazione specifica per acquisire la specializzazione ed in seguito potrà quindi conseguire un Master per perfezionare ulteriormente la propria preparazione.

Altro aspetto fondamentale nella formazione di un tecnico ortopedico è quello dell’aggiornamento continuo, che in questo lavoro è quanto mai necessario per restare sempre aggiornati su nuove tecniche e nuovi materiali che si possono utilizzare nella costruzione di protesi e ortesi sempre più performanti.

Ma ora che abbiamo visto sommariamente quello che è il percorso di studi generale addentriamoci in quello che specificatamente si deve studiare per avere la giusta formazione da tecnico ortopedico professionale.

Come prima cosa ovviamente è necessaria una conoscenza approfondita dell’apparato locomotorio e della composizione funzionamento dettagliato di arti superiori e inferiori, ma anche in maniera più generale della fisiologia e dell’anatomia umana.

Parallelamente a questa parte di formazione si devono anche conoscere tutte le patologie ortopediche che si possono incontrare, avendo quindi il quadro generale delle possibili soluzioni di correzione sostegno o sostituzione da adottare.

Non dimentichiamo infatti che il lavoro del tecnico ortopedico è anche quello di approntare correttivi per quelle che sono patologie molto comuni come quelle dovute ad una cattiva postura che possono portare problemi alla schiena nelle conseguenze più frequenti, ma anche alla testa e alla fascia mandibolare in alcuni casi più gravi. 

In questo caso il tecnico ortopedico deve quindi essere perfettamente in grado di riconoscere queste patologie e di conoscere anche quelli che sono i correttivi più comuni come plantari, fasce correttive, corsetti, ginocchiere e altri ausili importanti per combattere questi problemi.

C’è poi tutta la parte di preparazione accademica che riguarda più strettamente l’aspetto ingegneristico della protesi o ortesi da adottare per la risoluzione del problema. Quindi si dovranno studiare proprietà e caratteristiche dei vari materiali utilizzabili, imparando a riconoscere pro e contro nell’utilizzo specifico. Sarà anche necessario conoscere il loro funzionamento meccanico ed elettronico, per riuscire ad operare nella consulenza di utilizzo da fornire al paziente e nella eventuale riparazione o adattamento successivo dell’ausilio. Alcune di queste protesi, quelle più moderne e avanzate, sono poi in grado di simulare e mantenere il movimento vero e proprio dell’arto attraverso l’impulso neurologico che il paziente può direttamente inviare. Questo avviene tramite la computerizzazione delle protesi e quindi un tecnico ortopedico moderno deve essere in grado di disporre di conoscenze informatiche come minimo basilare, per potersi interfacciare correttamente con i software di controllo delle protesi moderne e riuscire nella loro programmazione, nel loro controllo e nella eventuale manutenzione necessaria.

Hard Skills e Soft Skills di un tecnico ortopedico 

La parte sulla formazione specifica di un tecnico ortopedico ci porta necessariamente ad affrontare anche la questione delle competenze necessarie sia sotto il profilo tecnico che in campo più trasversale.

Competenze tecniche (Hard Skills) di un buon tecnico ortopedico

Il percorso di studi ci ha dato un’indicazione abbastanza precisa di dove si devono indirizzare le hard skills di un ottimo tecnico ortopedico moderno.

In pratica parliamo un medico estremamente specializzato, che deve avere anche solidi fondamenti di scienze dei materiali e di informatica per porsi all’avanguardia nel suo lavoro. quindi riassumendo potremmo dire che le hard skills di un tecnico ortopedico sono:

  • Nozioni informatiche basilari;
  • Conoscenza della fisiologia e dell’anatomia umana;
  • Nozioni approfondite sulle tecniche della medicina riabilitativa;
  • Conoscenza dell’apparato locomotore
  • Conoscenza della diagnostica per immagini
  • Informazioni approfondite su vari dispositivi ortopedici: ausili, ortesi e protesi;
  • Nozioni sull’ingegneria dei dispositivi ortopedici di base;
  • Conoscenza delle varie patologie ortopediche e delle soluzioni possibili sotto il profilo della correzione, del sostegno o della sostituzione di arti mancanti;
  • Abilità importanti nel progettare e realizzare ausili ortopedici;
  • Conoscenze approfondite della materia per fornire consulenza qualificata ai pazienti per un corretto utilizzo dell’ausilio;
  • Capacità di fornire assistenza tecnica: modifiche, sostituzioni e riparazioni dei dispositivi ortopedici

Le competenze trasversali (o soft Skills) di un tecnico ortopedico

A fianco a quelle che sono le conoscenze specifiche per il campo in cui opera, il tecnico ortopedico deve avere anche delle qualità generali di base che lo possano aiutare nello svolgimento del suo lavoro e possano fare la differenza tra un professionista di successo e uno meno abile.

Quindi riassumendo in breve possiamo dire le soft skills di un tecnico ortopedico sono:

  • Avere un pensiero strategico in grado di definire obiettivi possibili per sé e di conseguenza anche per il paziente;
  • Capacità di ascolto nei confronti del proprio paziente;
  • Cooperazione e lavoro di gruppo con i vari team coinvolti nella creazione e implementazione della protesi, dai chirurghi, agli ingegneri agli infermieri;
  • Spiccate qualità di problem solving per riuscire a trovare le soluzioni più adatte nel caso di repentini cambi di rotta nella progettazione;
  • Orientamento al cliente/utente
  • Autonomia

Stipendio e carriera di un tecnico ortopedico

Le possibilità di carriera di un tecnico ortopedico iniziano tutte ovviamente attorno alla vita dell’ospedale e del reparto di ortopedia in cui opera.

Naturalmente un tecnico ortopedico potrà svolgere la sua professione sia in strutture private che in luoghi pubblici, e questo è sicuramente uno dei fattori che maggiormente incide su quello che è il trattamento salariale previsto per questa mansione. 

Mediamente infatti un tecnico ortopedico inquadrato all’interno di un contesto pubblico, quindi all’interno di un reparto di ortopedia ospedaliero, può ambire ad uno stipendio annuo lordo che oscilla tra i 20.000 e i 25.000 Euro a seconda della propria esperienza e anzianità di servizio.

Queste sono considerazioni di massima che tengono conto della carriera standard di un tecnico ortopedico, esistono poi diversi tipi di applicazioni possibili con cui declinare diversamente questo lavoro.

Ad esempio nel settore privato è più probabile entrare in contesti professionali dove il tecnico ortopedico può svolgere anche il lavoro di ricerca, per trovare soluzioni innovative sotto il profilo dei materiali e dell’ingegnerizzazione delle protesi moderne.

Questo potrebbe anche avvenire sotto la spinta del pubblico ma in questo caso il tecnico ortopedico sarebbe un ricercatore inserito in qualche ateneo, dove in pratica non eserciterebbe la professione in maniera vera e propria e dove anche il trattamento salariale sarebbe più modesto arrivando al massimo tra i 17.000 e 20.000 Euro annui molto spesso con lavori precari che non danno alcuna garanzia per il futuro.

Esiste poi il caso, abbastanza raro invero, in cui un tecnico ortopedico può lavorare come consulente esterno, soprattutto nell’eventualità di particolari situazioni di gravità dell’intervento o quando ci trova nell’ambito sportivo dove sono necessarie protesi e ausili in grado di portare le prestazioni al top.

In questo i tecnici ortopedici possono anche essere a capo di una vera e propria equipe che lavora alla protesi dalla A alla Z, passando dalla fase di rilevamento del problema, alla progettazione fino all’implementazione e successiva fase di riabilitazione del paziente.

In questo caso il tecnico ortopedico può vedere aumentare decisamente le proprie entrate e non possiamo essere precisi su di una cifra in particolare, perché il salario in questo tipo di attività così particolari varia a seconda della complessità dell’intervento e della necessità di prestazioni che il paziente palese una volta affidato alle cure di quella che solitamente è una clinica privata specializzata in questo tipo di interventi.

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