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Aprire un allevamento asini: come fare, costi, requisiti e guadagni

Aprire un allevamento asini è un’idea di business adatta per chi desidera avviare un’attività in proprio e che allo stesso tempo: ama lavorare con gli animali e trascorrere le giornate lavorative all’aria aperta.

Come vedremo nel corso di questa guida, gli allevatori di asini sono persone dotate di grande forza di volontà.

Aprire un allevamento di somari, richiede competenze, molteplici attenzioni e anche capacità imprenditoriali non indifferenti necessarie per rientrare nel minor tempo possibile dall’importante investimento sostenuto.

Aprire un allevamento asini: le prime cose da sapere

Prima d’ogni cosa, è importante stabilire la tipologia di allevatore di asini che si vuole essere. Gli asini, infatti, sono animali utilizzati per diversi scopi. Quello più comune è il latte d’asina. Così facendo si può pensare a un business redditizio, incentrato sulla vendita del latte e del formaggio d’asina.

Diversamente gli asini possono essere utilizzati anche per la carne, oppure, essendo molto socievoli, come animali da compagnia.

L’allevamento di asini può essere inoltre integrato ad altre tipologie di allevamenti redditizi e rappresentare così una buona fonte per diversificare le entrate.

A seconda del business che si intende avviare, bisogna scegliere la giusta razza da allevare. Alcune sono più mansuete, altre sono particolarmente indicate per le carni altre ancora per il latte.

Commissionare un business plan e un’analisi SWOT può essere utile per esplorare a fondo le possibilità di successo, i fattori di rischio, oltre che avere una chiara idea dei costi.

Oltre a questi primi aspetti, diventare allevatori di asini, necessita anche di un luogo adeguato ad accogliere gli animali. Trattandosi di animali molto grandi, c’è bisogno di uno spazio sufficiente per accoglierli.

Mentre per quanto riguarda il clima, notoriamente il somaro è un animale forte e resistente che ben si adatta in quasi tutte le zone d’Italia.

Allevare asini: quale razza

Comprare un asino, indipendentemente dalla razza, ha un costo tutto sommato accessibile e compreso tra i 600 euro (per un asino) e i 1.200 (per un’asina). Agli inizi potrebbero essere sufficienti 20 – 25 capi per avviare l’allevamento, con l’accortezza di avere sufficiente spazio per accogliere anche altri esemplari in futuro.

Per quanto concerne la razza, sono diverse quelle che possono essere allevate. Molto dipende dallo scopo, tuttavia, il consiglio è di optare per una delle otto razze riconosciute in Italia, consultabili nel registro anagrafico delle razze equine. Tra le più allevate troviamo:

Asino Martina Franca

L’asino di razza Martina Franca è comunemente allevato per la produzione di latte. Si tratta di una razza molto diffusa nelle zone della Valle d’Itria, dove è molto facile vederli al pascolo. È una razza molto grande e robusta ma allo stesso tempo socievole ed è per questo che può essere utilizzato anche per l’onoterapia.

Asino sardo

L’Asino sardo è una razza mite e mansueta che durante la storia si è distinto per la sua resistenza fisica aiutando gli allevatori sardi nei duri lavori agricoli.

È un asino rustico e vivace caratterizzato da un mantello scuro. Oggi, oltre che in minima parte impiegato in agricoltura, è allevato soprattutto per la carne.

Asino Viterbese

Riconoscibile dal mantello grigio scuro e dagli arti di colore chiaro, l’asino viterbese è diffuso nelle zone del Lazio ed è utilizzato per molteplici scopi: soma, onoterapia, equiturismo e produzione di latte e carne. Ha un temperamento docile, ma allo stesso tempo energico.

Allevamento asini: organizzazione

Dopo aver scelto la razza, si può iniziare l’allevamento vero e proprio degli asini. Molto dipende dalle possibilità economiche e dalla quantità di terreno a disposizione, ma per iniziare, come hobby, possono essere sufficienti anche solo due esemplari femmina, da far accoppiare con uno stallone al momento opportuno.

Esistono tre tipologie distinte di allevamenti ognuno con dei pro e dei contro:

Allevamento confinato

Gli allevatori di somari sanno bene che il sistema di allevamento confinato è poco indicato per far crescere sani gli asini e tutti gli animali. Si tratta di un sistema che vede gli animali vivere in piccoli spazi ed è un tipico modello d’allevamento intensivo.

Tale sistema di allevamento è utilizzato da coloro che hanno poco spazio a disposizione. L’unico vantaggio, oltre alla non necessità di grandi appezzamenti di terreni, è che così facendo si ha un pieno controllo a livello igienico sanitario e produttivo.

Allevamento semi brado

Il sistema semi brado permette di allevare gli asini in due modi diversi. Durante l’inverno, gli animali vivono in regime confinato, durante la primavera, l’estate e l’autunno però possono muoversi liberamente nelle aree circostanti, dedicandosi al pascolo. L’allevamento semi brado è da preferirsi soprattutto se l’obiettivo è ricavare latte e carne.

Allevamento brado

L’allevamento brado è il più difficile da gestire poiché prevede che gli asini vivano praticamente tutto il tempo all’aria aperta. È possibile adottare questa tipologia di allevamento avendo cura di garantire agli asini delle zone dove potersi riparare dalle intemperie.

È inoltre indispensabile prendersi cura degli animali sotto più punti di vista, a partire dall’alimentazione che soprattutto nel periodo invernale potrebbe diventare difficile da reperire.

Allevare asini: la normativa

Per aprire un allevamento di asini è chiaramente necessario attenersi a diverse norme e leggi. Per una panoramica generale consigliamo la lettura del testo divulgato dal Ministero della Salute: Principi di tutela e di gestione degli equidi.

Ci sono poi una serie di norme specifiche da conoscere. In particolare, coloro intenzionati ad avviare un allevamento di asine da latte, devono far riferimento a quanto riportato nel Regio Decreto 1929/994.

Infine, considerato il crescente interesse dei consumatori verso un’alimentazione sana, può essere una buona idea aprire un allevamento biologico. In questo caso, bisogna stare attenti a diversi aspetti contenuti nel Regolamento CE 834/07, e che riguardano gli alimenti che possono essere somministrati agli animali e le modalità da seguire in termini di rispetto dell’ambiente, certificazione dei prodotti e collocazione degli animali.

Costi per aprire un allevamento di asini

Avviare un allevamento di asini richiede di mettere in conto un investimento e una serie di costi fissi da sostenere. L’insieme dei costi chiaramente dipende da diversi aspetti, tuttavia disporre di un terreno di proprietà, permettere di abbattere una delle voci di costo più consistenti.

In linea generale i costi fissi e variabili da considerare sono dati da:

  • Costituzione e apertura della società
  • Acquisto o affitto dei terreni
  • Spese per la predisposizione degli spazi
  • Spese per l’acquisto degli asini
  • Costi per l’alimentazione
  • Personale
  • Pubblicità

A questi costi si aggiungono le spese necessarie per trasformare la materia prima (latte e carne) nel prodotto finale. In alternativa è possibile stringere accordi con altre realtà che si occupano di trasformazione degli alimenti così da non occuparsi dell’intero iter produttivo.

Sebbene difficili da stimare, possiamo ipotizzare un budget iniziale di circa 100.000 EUR, a condizione che si abbia già un terreno adatto ad accogliere gli animali. Questa cifra è in molti casi sufficiente per coprire i primi costi fissi e variabili.

Infine, da non sottovalutare le sovvenzioni, i finanziamenti e i contributi per l’allevamento asini. Il consiglio è di verificare i fondi disponibile per avviare o innovare l’attività consultando i Piani di Sviluppo Rurale (PSR). Questa tipologia di fondi è messa a disposizione dalla Comunità Europea e a livello operativo è gestita dalle regioni.

Allevamento di asini: guadagni

Infine, così come per i costi, i possibili guadagni dipendono da diversi fattori, a partire dall’utilizzo che si intende fare con gli asini. In tal senso si consideri che un litro di latte d’asina al consumatore finale costa circa 20 EUR. Il pregiato formaggio d’asina può arrivare fine a 1.500 EUR al chilo. Per quanto riguarda la carne, il costo al chilo è di circa 15 EUR.

Assodato che il futuro allevatore disponga di tutte le competenze necessarie e qualora si decida di dedicarsi alla produzione di latte, di carne e allo stesso tempo ad attività di pet therapy e onoterapia, allora si può pensare di generare un profitto derivante da diverse attività.

Così facendo, è possibile garantirsi delle entrate diversificate che, al netto dei costi da sostenere, possono portare con tranquillità l’allevatore a fare dell’allevamento di asini un business redditizio e stimabile intorno ai 200.000 EUR di fatturato annuo.

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