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Il senso della vita

Qual’è il senso della vita? Porsi di tanto in tanto questa domanda è assolutamente normale. L’uomo ha cercato e cerca tutt’ora di dare un significato alla propria esistenza.

Si tratta di una questione, per molti, ancora irrisolta, di un tema che ritroviamo affrontato nella filosofia, nella letteratura, ma anche nell’arte e nella poesia.

Oggi, dopo una breve panoramica sulla questione scopriremo che il lavoro è strettamente collegato alla ricerca di un senso nella propria vita.

Qual’è il senso della vita?

Il senso della vita è oggi un tema ricorrente nella filosofia moderna e nelle neuroscienze. Entrambe ritengono rilevanti punti quali: pianificazione della vita, costruzione della personalità e motivazioni personali. Tre aspetti che possono essere considerati come base imprescindibile per dare un senso alla propria vita.

Tornando all’antichità, analizzando il pensiero antico di Platone e Socrate si scopre che il tema è attuale oggi come in passato.

Trovare un senso alla vita

Socrate individuava l’essenza umana nella psyché nell’anima e nel cervello dell’uomo.

Due componenti che concorrono a formare un uomo: buono o cattivo. Il filosofo, in particolare, invitava gli uomini a concentrarsi sulla propria anima. È lavorando su questa che si può diventare un essere migliore.

Il senso della vita, sin dall’antichità implica una ricerca continua, un’analisi interiore e la consapevolezza che la realizzazione non deriva dai beni materiali ma dalla virtù.

Platone, il padre della filosofia, attraverso i suoi studi porta tutti a riflettere su aspetti quali:

  • realtà;
  • mondo;
  • anima;
  • virtù;
  • felicità.

Sfere dell’esistenza umana sulle quali riflettere e lavorare per individuare lo scopo della propria vita.

È da Platone in poi, dunque, che la felicità diviene un aspetto determinante.

Felicità definita come assenza di male, come equilibrio personale, come ricerca della conoscenza. Non è un caso che oggi, le aziende innovative si avvalgono del Chief Happiness Officer una figura che si occupa proprio dello stato di benessere e del grado di felicità interno ad un’organizzazione.

La felicità implica l’assenza di sofferenza e per molti autori contemporanei, sembra un punto determinante.

Trovare un senso della vita risulta quindi un processo continuo che porta a riflettere su sé stessi, a non arrecare danni all’altro, a cercare momenti di serenità. È, in altre parole, un lavoro volto a realizzare un mondo migliore per sé e per gli altri.

I giapponesi trovano il senso della vita nell’Ikigai. L’articolo dedicato spiega puntualmente in cosa consiste e cosa implica il suddetto percorso.

Un ulteriore aspetto, analizzato da filosi e studiosi di tutte le epoche, riguarda il rapporto tra il bene e il male. I due aspetti regolano la vita dell’uomo e sono in perenne conflitto tra loro. Fu Freud a teorizzare il bene e il male derivanti da due pulsioni:

  • eros (vita)
  • thanatos (morte)

Le due pulsioni, successivamente confermate da studi neuroscientifici, rivelano un importante aspetto del cervello umano, il quale risulta una combinazione tra:

  • aggressività
  • violenza
  • egoismo
  • altruismo
  • miseria
  • nobiltà

In conclusione, prima di concentrarsi sulla relazione tra il senso della vita e il lavoro, trovare uno scopo nella propria vita significa amare, dare senza ricevere, avere il desiderio di conoscenza e di scoperta, rispettare un comportamento morale, vivere in armonia con sé stessi, contribuire all’evoluzione della specie.

Dare un senso alla vita: il ruolo centrale del lavoro

Il lavoro è autorealizzazione personale, uno strumento cardine per una vita migliore, ma per molti è anche fatica e sfruttamento. Durante la storia dell’uomo il lavoro ha assunto e tutt’oggi si manifesta in molteplici forme.

Pensiamo a dirigenti affermati, a ricchi influencer o ai calciatori di serie A. Ma pensiamo anche a chi non riesce a trovare lavoro, a chi è sottopagato.

Il lavoro influisce in maniera determinante sull’individuo con la conseguenza che può da un lato aiutare a trovare il senso della vita, ma allo stesso modo può inglobare l’individuo a tal punto da non permettere di trovarlo.

Per chiarire meglio il concetto, un recente articolo di Rob Cross pubblicato da Harvard Business Review è un invito a riflettere sul significato della vita.

L’autore racconta di un giorno in cui, per via di un appuntamento di lavoro annullato, all’improvviso si è ritrovato con del tempo libero, non previsto, a disposizione.

Ciò lo ha portato a riflettere, rendendosi conto che: non aveva amici da contattare o un hobby da svolgere.

Rob Cross si rende conto che una volta terminati di studi, il desiderio di carriera e di denaro portano il lavoro ad aumentare e a diventare la sola cosa che si svolge durante le giornate.

Le trasferte poi, implicano meno attività fisica, la partecipazione a pochi eventi sociali e gli amici o i conoscenti diventano solo coloro con i quali si trascorrono le giornate lavorative.

Un malessere diffuso pervade l’autore che si interroga se un lavoro così inteso non possa essere un limite al verso la ricerca di un senso alla propria vita.

Cross, dichiara inoltre, che non tutti i lavoratori cadono in quello che definisce un circolo vizioso. Esistono, infatti, persone che riescono a mantenere contemporaneamente sia un elevato livello di prestazioni a lavoro sia a coltivare le amicizie, gli interessi e in generale in proprio benessere.

È il suddetto ristretto gruppo di persone che può essere preso come esempio. Persone che sono riuscite ad attribuire al lavoro la giusta importanza, che hanno anche altre attività al di fuori dedicandosi allo sport, al volontariato, alla lettura e al sociale.
In senso della vita sembra proprio questo dunque: non è solo trovare un lavoro che ci gratifichi ma è anche trovare un equilibrio generale.

Come trovare il senso della vita

L’equilibrio tra la vita privata e la vita lavorativa anche conosciuto come work life balance, è, nei giorni odierni, probabilmente il vero punto sul quale lavorare per trovare il senso della vita.

Ma come fare? Vediamo alcuni consigli:

Coltivare le relazioni

Il lavoro sì, ma non solo. O meglio, la nostra vita dovrebbe includere affetti, relazioni sincere, connessioni che permettono di raggiungere uno scopo più ampio rispetto al mero profitto.

Vivere i piccoli momenti

Impegnarsi e vivere i piccoli momenti della vita, dedicarsi agli altri, creare un dialogo attivo. Sono tutti aspetti che permettono di vivere appieno il presente ed evitano di farsi travolgere dagli impegni, dall’ansia e dallo stress.

Affrontare il cambiamento

Il senso della vita è anche consapevolezza che il cambiamento avviene ed è presente. Da un momento all’altro le cose possono cambiare: la scomparsa di una persona cara, una separazione, la perdita del lavoro, imprevisti di ogni genere fanno parte della vita di chiunque.

Coloro che hanno raggiunto un certo equilibrio con sé stessi, affrontano il cambiamento, riescono, in altre parole, ad accettare senza abbattersi tutto ciò che di spiacevole avviene nel corso della vita.

Riconoscere cosa piace

È forse un’affermazione abusata. Troppo spesso sentiamo dire: “Devi fare un lavoro che ti piace” o “devi fare solo quello che ti piace”.

Tuttavia, avere ben chiaro cos’è che permette di sentirsi realizzati e in pace con sé stessi aiuta a trovare e perseguire il senso della vita.

Dire di no

La vita di tutti ha un senso quando da questa emergono gli aspetti umani e della personalità. Invece di accettare passivamente le decisioni prese da altri, soprattutto quando queste influiscono sul proprio benessere, imparare a dire di no può contribuire ad aumentare il senso di soddisfazione personale.

In conclusione, rispondere alla domanda che senso ha la vita non è semplice.

L’umanità da millenni è alla ricerca di una risposta. Alcuni però sono in grado e sono stati in grado di trovare un livello di soddisfazione, di realizzazione e di benessere personale, riuscendo così ad affermare senza indugio di aver dato uno scopo alla propria esistenza.

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