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Lavorare come tipografo: cosa fa, cosa studia e quanto guadagna

La tipografia è un’arte antica, nata nel 1400. A lavorare dietro il banco c’è il tipografo, l’esperto della stampa professionale, con tecniche avanzate e aggiornate con il passare dei secoli. 

Oggi il mestiere di tipografo è molto diverso dal passato, per via delle immense possibilità grafiche e della strumentazione più economica e di facile utilizzo che può essere installata in tipografia. 

In questa guida parleremo di tanti aspetti del lavoro di tipografo. Iniziamo ovviamente con un breve resoconto della disciplina nella storia, per poi passare a mansioni, compiti, studi, abilità e guadagni.

La tipografia nella storia

Per millenni l’unico modo di tramandare e copiare testi scritti era farlo a mano. Supporti in argilla o terracotta, papiri in foglie vegetali e pergamene lavorate a partire dalle pelli animali erano i supporti utilizzati in tutto il mondo.

Tutti i libri stampati prima del 1400 prendono il nome di “incunaboli”. A metà del secolo venne inventata, da Johann Gutenberg, la tecnica di stampa a carattere mobile. Il primo libro stampato fu una Bibbia, creata tra il 1448 e il 1454 a Magonza. Venne venuta nel 1455 a Francoforte.

La tecnica a carattere mobile richiedeva dei piccoli prismi (i “tipi”) in metallo, con cesellato il carattere specchiato di ogni lettera. I tipi venivano disposti su una cornice, a formare le frasi specchiate. I tipi venivano inchiostrati e con una pressa si premeva la pergamena sulle lettere. Con la stampa di Gutenberg diventa molto semplice stampare anche gli spartiti musicali.

L’Italia diventa rapidamente la patria degli stampatori e dei tipografi. Venezia in particolare inizia ad essere un centro creativo e tecnico a partire dagli anni ‘70 del 1400.

Il carattere corsivo nasce proprio a Venezia, per mano di Francesco Griffo e Aldo Manuzio. Viene usato per classici latini, senza note né commenti, per la prima volta in versione tascabile, molto leggeri e facili da trasportare.

Tra il 1500 e il 1700 le innovazioni tipografiche si sprecarono. In particolare:

  • venne inventato il corsivo; 
  • venne inventata e standardizzata la punteggiatura;
  • caddero in disuso le abbreviazioni, a favore della facilità di lettura; 
  • viene inventata la stereotipia, un processo di derivazione gutenberghiana applicato ad una lastra metallica; 
  • viene inventata da Alois Senefelder la litografia, cioè una stampa chimico-fisica su pietra.

Alla fine del 1700, precisamente nel 1798, viene inventata la prima “macchina continua”, che stampa infinite volte il testo su un rullo di carta che viene solo successivamente tagliato in pagine. Si tratta del primo modello da cui si svilupperanno in futuro le rotative tipografiche, ancora oggi in uso nella stampa nei quotidiani.

Il Times di Londra passa da 300 a 1100 copie stampate all’ora con la pressa piano-cilindrica, un’evoluzione della macchina continua, e a 5000 copie l’ora con la “quattro cilindri”.

Il 1886 è un anno di svolta per la tipografia nel mondo. Auguste Hyppolite Marinoni inventa la quadricromia ciano-magenta, indagando le reazioni della fisica del colore tra ciano, magenta e giallo, i colori primari che da soli possono creare tutti gli altri. In più, inventa la prima rotativa vera e propria.

Unendo le due tecnologie faceva scorrere il rullo prima sotto una pressa inchiostrata a ciano, poi a magenta, poi a giallo, ottenendo sfumature di colore in strati.

Le tre macchine di stampa più famose del ‘900 sono state la Linotype, la Monotype e la Offset. 

Alla fine del ‘900, come prevedibile vista la progressione tecnologica dell’epoca, la tipografia tradizionale dovette cedere il passo all’editoria elettronica. Apple sviluppa il primo PageMaker e Desktop Publisher.

Con i computer si sviluppano i font, cioè l’evoluzione dei tipi: Helvetica, Sans Serif, Garamond, Times, Courier, per tutti i gusti e le necessità.

Le stampanti a getto d’inchiostro, ad aghi e a laser iniziano a diffondersi nelle case e negli uffici e sono sempre più economiche e facili da usare. Il processo utilizzato per la composizione colore è detto CMYK (cyan-magenta-yellow-keyblack).

Cosa fa il tipografo: compiti e mansioni

Il tipografo è il professionista esperto nella composizione della pagina e della stampa di un documento. 

Tra i suoi compiti troviamo: 

  • l’ideazione e la creazione di nuovi caratteri tipografici, sia tipi che font; 
  • l’impaginazione di quei caratteri, con la giusta inclinazione, il distanziamento tra le lettere e le righe, gli spazi laterali, i numeri di pagina e le note (formatura tipografica). Per impaginare si usano normalmente software specifici;
  • la stampa sul supporto scelto, che sia carta, pergamena, plastica, metallo, tessuto, e il controllo e la preparazione dei macchinari utilizzati per la stampa; 
  • il confezionamento del prodotto finale: blocco, libro, calendario, volantino, manifesto.

Tanti prodotti diversi

Sarebbe davvero impegnativo elencare tutti i possibili prodotti tipografici che un tipografo può creare. Ci limitiamo a dividerli in famiglie: 

  • articoli di presentazione: come biglietti da visita, carte intestate, brochure;
  • articoli pubblicitari: come manifesti, volantini, cataloghi; 
  • articoli editoriali: come quotidiani e libri; 
  • articoli privati: come partecipazioni di matrimonio e biglietti di ringraziamento

Gli studi e la formazione

Gli studi più appropriati per diventare tipografo sono quelli in grafica e design. Vero è che chi si imbarca nella carriera universitaria generalmente non desidera svolgere un mestiere manuale. 

Come per tutte le professioni artigiane anche quella di tipografo è fatta quasi per la sua totalità di esperienza e pratica. Grazie alle moltissime risorse disponibili, anche gratuitamente, è possibile acquisire tante delle nozioni di base per iniziare a lavorare come apprendista in una tipografia.

Abilità, capacità e caratteristiche di un tipografo

Parliamo adesso di quali sono le abilità e le competenze da migliorare e acquisire per diventare tipografo. 

Le prime sono tecniche, specifiche e professionalizzanti. Sarà necessario studiare i caratteri, i font e i tipi, sia a livello di design che a livello comunicativa. Poi si passerà allo studio dei supporti. Quindi a quello dei software di progettazione, fino ad arrivare alle vere e proprie macchine che lavorano alla stampa su input del progetto informatico. 

Le altre qualità sono individuali, meno legate al mestiere in quanto tale e più alla propria predisposizione al lavoro. 

Per lavorare come tipografo sarà indispensabile: 

  • avere grande attenzione per i tempi e le consegne: i clienti non possono né vogliono aspettare più del previsto per ricevere i propri prodotti;
  • essere accurati e accorti ai dettagli e nella fase di controllo della qualità, per fornire prodotti tutti uguali e di alto profilo;
  • essere disposti a lavorare ad orari non consueti (per esempio, le tipografie che si occupano dei quotidiani lavorano tra l’una di notte e le cinque del mattino), resistendo a molte ore in piedi e a rumore, vibrazione ed esalazioni degli inchiostri.

Stipendio e carriera di un tipografo

Secondo gli aggiornamenti più recenti, un tipografo dipendente può guadagnare tra i 1190 euro e i 2300 euro al mese. Per stabilire il totale dello stipendio è necessario tenere conto di molti fattori, tra i quali: 

  • livello di anzianità;
  • disponibilità a lavorare su turni, di notte o nei fine settimana; 
  • livello di esperienza di partenza, master, lauree e corsi certificati acquisiti nel corso degli anni. 

Un’alternativa possibile è quella di aprire una propria tipografia, magari specializzata in un certo tipo di servizio come la stampa delle partecipazioni nuziali, o nell’impaginazione delle tesi di laurea. 

Ecco quali sono i passaggi burocratici da rispettare per farlo: 

  1. apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate;
  2. iscrizione alla locale Camera di Commercio, al registro CCIAA;
  3. regolarizzazione della posizione aziendale in fatto di contributi e polizze anti-infortunio, presso gli sportelli di INPS e INAIL cittadini;
  4. avviamento della procedura SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) presso lo sportello SUAP del Comune di riferimento. 

I costi da considerare sono: 

  • l’affitto o l’acquisto di un locale, che per una piccola attività non dovrà essere più grande di 80 o 90 metri quadri;
     
  • l’affitto o l’acquisto dei macchinari, per una cifra totale di circa 50.000 euro; 
  • l’attività di pubblicizzazione e di marketing, che non potrà prescindere dall’uso di un sito Web, di un blog, dei profili social dell’attività.

Alcune curiosità sul mondo della tipografia e sul lavoro dei tipografi

Abbiamo deciso di raccogliere qualche curiosità sul mondo della tipografia e sul lavoro dei tipografi, che possono dare un’idea orientativa dell’ambiente di lavoro entro il quale si muovono. 

I font statisticamente più utilizzati dai designer e dagli editor sono: 

  • Helvetica: nato negli anni ‘50 in Svizzera. Versatile e pulito, è stato lungamente utilizzato anche da Coca-Cola per le proprie pubblicità;
  • Futura: nato nel 1926 in Germania, sotto l’impulso artistico del Bauhaus, del razionalismo e del funzionalismo. Viene considerato il “padre tipografico” di tutti i Sans Serif, e gioca sull’uso di tre forme geometriche base, cioè quadrato, triangolo e cerchio. Venne utilizzato da Volkswagen e dalla NASA per logare i propri lander lunari;
  • Frutiger: nato negli anni ‘70 e ad oggi, per la sua leggibilità, utilizzato per cartelloni e striscioni. Caratterizza i manifesti dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi;
  • Gotham: un giovanissimo font, in confronto ai colleghi, nato nel 2000 e utilizzato per la prima campagna elettorale di Barack Obama;
  • Baskerville: saltiamo indietro nel tempo, alla fine del 1700. Con Baskerville e con la sua “Q” maiuscola iconica e ispirata alla calligrafia sono stati stampati i primi grandi romanzi inglesi commercializzati in tutto il mondo;
  • Garamond e Bodoni: due dei font più antichi e sicuramente i più utilizzati ancora oggi tra quelli che portano con sé le grazie. Eleganti e classici, eppure facilmente leggibili, si adattano a contesti formali e preziosi.

Uno dei personaggi del mondo contemporaneo che ha dato più risalto al mondo della tipografia è stato, incredibilmente, Steve Jobs. Uno dei corsi universitari da lui frequentati che ne ha più influenzato il lavoro in Apple è stato proprio un corso di tipografia. 

Grazie a quelle conoscenze di base Jobs è stato in grado di interpretare in modo contemporaneo e fruibile il carattere tipografico e la proposta grafica da introdurre sui propri prodotti. 

La tipografia ha un enorme valore anche nel mondo educativo. I bambini e i ragazzi che soffrono di disturbi dell’apprendimento, come ad esempio di dislessia o disgrafia, sono spesso avvantaggiati negli studi dalla possibilità di leggere su un supporto elettronico su cui è possibile cambiare font e dimensione.

I caratteri che per leggibilità e bassa deformazione all’allargamento sono preferiti dai ragazzi sono: 

  • Helvetica;
  • Courier;
  • Arial;
  • Verdana;
  • Lucida.

Proprio per questa ragione, la maggior parte dei manuali di studio per le scuole e le università è stampata proprio in uno di questi font.

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