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Professione Notaio

Quella del notaio è una professione legale che ha la funzione di garante della validità dei contratti e dei negozi giuridici, attribuendo pubblica fede agli atti e sottoscrizioni apposte alla sua presenza.

Il suo ruolo deve essere super partes, in maniera da tutelare in egual misura le parti coinvolte.

Si tratta di una professione estremamente delicata, a metà tra il libero professionista e il pubblico ufficiale, al quale lo Stato affida anche la riscossione delle imposte, per attività e operazioni economicamente rilevanti.

Concludere una compravendita, un mutuo, una donazione, un atto costitutivo di società o redigere un testamento non significa completare e stampare un modulo già predisposto, ma preparare un atto sicuro, valido e inattaccabile nel tempo.

Al notaio è quindi richiesta una grandissima conoscenza giuridica, che deve essere certificata dal superamento di un concorso pubblico gestito direttamente dal Ministero della Giustizia e verificata periodicamente attraverso i controlli effettuati da organi dello Stato.

Come diventare notaio

Per diventare notaio è necessario: 

  • essere cittadino italiano o di un altro Stato membro dell’Unione europea ed aver compiuto l’età di 21 anni
  • essere di moralità e di condotta sotto ogni rapporto incensurate
  • non aver subito condanna per un reato non colposo punito con pena non inferiore nel minimo a sei mesi, ancorché sia stata inflitta una pena di durata minore; 
  • essere fornito della laurea in giurisprudenza o della laurea specialistica o magistrale in giurisprudenza date o confermate da una università italiana o di titolo riconosciuto equipollente ai sensi della legge 11 luglio 2002, n. 148; 
  • avere ottenuto l’iscrizione fra i praticanti presso un Consiglio notarile ed aver fatto la pratica per diciotto mesi, di cui almeno per un anno continuativamente dopo la laurea; 
  • avere sostenuto con approvazione un esame di idoneità, dopo compiuta la pratica notarile; 
  • aver espletato per almeno centoventi giorni, dopo l’avvenuto superamento della prova orale, un periodo di tirocinio obbligatorio presso uno o più notai, che devono certificarne la durata. 

Spesso si sente dire che la professione notarile è un’attività tramandata di padre in figlio, inserita in un meccanismo nepotistico in cui non predomina il merito ma solo l’appartenere per via generazionale ad una “casta” fortunata.

In realtà il concorso notarile è durissimo nella sostanza, nel senso che per superarlo bisogna inserire a forza nel proprio cervello (che abbia le qualità adatte) una quantità infinita di nozioni tecniche, ed è anche durissimo e rigorosissimo nel suo svolgimento. Insieme a quello di magistratura, è uno dei concorsi pubblici più selettivi: richiede molto impegno e preparazione, e per superarlo bisogna esercitarsi e fare molta pratica, preparando molti atti e frequentando le scuole del notariato.

Sicuramente chi è cresciuto con un genitore che esercita la professione di notaio può aver avuto sia un importante supporto finanziario dalla famiglia per prepararsi al meglio, dal momento che per un genitore un figlio che prosegua la sua attività è un “investimento sicuro”, che la possibilità di frequentare lo studio e fare pratica per più tempo e ricevendo maggiori attenzioni rispetto a cui fa un semplice praticantato presso uno studio notarile. 

La laurea in Giurisprudenza 

Il primo requisito per intraprendere la professione di notaio è ottenere la laurea in Giurisprudenza presso un ateneo italiano.

La laurea in Giurisprudenza è a ciclo unico in tutte le università, non presuppone quindi il modello tre più due ma un unico corso universitario della durata di cinque anni.

Per accedere alla laurea in Giurisprudenza è necessario essere in possesso di un diploma di scuola superiore.

Solitamente i corsi di laurea in Giurisprudenza non presuppongono un test d’ingresso selettivo, ma alcuni atenei organizzano test d’ingresso valutativi (prove di verifica delle conoscenze iniziali) con eventuali conseguenti corsi di recupero.

I laureandi del corso di laurea in Giurisprudenza di qualunque ateneo devono imparare al meglio i diversi ordinamenti giuridici e i codici legislativi ma anche migliorare e approfondire la loro dialettica e il linguaggio del settore legale.

Tra gli esami comuni a tutti i corsi di laurea diritto pubblico, diritto privato, diritto costituzionale, diritto dell’Unione europea, inglese giuridico. In molte facoltà è possibile scegliere diversi indirizzi di studio, tra cui quello specificatamente notarile, ma non è un elemento tenuto in considerazione al momento dell’ammissione alla pratica notarile o per la valutazione al concorso notarile, per quanto affrontare una formazione specifica può sicuramente portare dei vantaggi. 

Pratica notarile di 18 mesi 

Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza bisogna presentare la domanda di ammissione alla pratica notarile presso il Consiglio Notarile del Distretto dove si intende svolgere la pratica stessa.

Ad essa bisogna allegare la ricevuta del pagamento di una tassa dei diritti di segreteria e la dichiarazione del notaio il cui studio verrà frequentato nel periodo prescritto.

Il Consiglio Notarile delibera l’ammissione in una delle sue riunioni periodiche, per cui è consigliabile presentare tempestivamente la domanda, onde evitare la perdita di giorni che si potrebbero poi rivelare preziosi per la partecipazione al concorso notarile.

A seguito dell’ammissione alla pratica notarile, il candidato deve frequentare lo studio del notaio da lui indicato per il periodo di 18 mesi, di cui almeno un anno continuativamente dopo la laurea.

È possibile anticipare 6 mesi già nell’ultimo anno del corso di laurea.

Ogni due mesi a partire dalla data di ammissione deve consegnare al Competente Consiglio Notarile un certificato di frequenza rilasciato dal medesimo notaio.

Vi possono essere casi di sospensione ed interruzione della pratica notarile opportunamente regolamentati.

Inoltre è prevista la possibilità della pratica abbreviata per un periodo continuativo di 8 mesi per i funzionari dell’ordine giudiziario e per gli avvocati in esercizio da almeno un anno, ma in tal caso il certificato del Notaio va esibito mensilmente.

Questi soggetti particolare devono presentare oltre ai documenti prescritti per la pratica notarile anche il certificato dell’Ordine degli Avvocati/Procuratori corredato da marca da bollo. 

Almeno un anno di pratica deve essere svolto all’interno di uno studio notarile del distretto designato dal praticante con il consenso del notaio stesso e con l’approvazione del Consiglio.

Su richiesta dell’interessato spetta al Consiglio Notarile la designazione del notaio presso cui effettuare la pratica. Il periodo di pratica si deve comunque completare entro 30 mesi dall’iscrizione.

In caso di scadenza del suddetto termine il periodo effettuato prima del conseguimento della laurea non è computato.

Al termine del periodo di pratica notarile il praticante deve esibire un ulteriore certificato, da parte del notaio, di compiuta pratica. 

Il periodo di pratica è essenziale nella formazione del notaio: durante di esso si conosce appieno la professione, la modalità d’esercizio, l’estrema delicatezza della posizione a metà tra pubblico ufficiale e libero professionista, la struttura e l’organizzazione di uno studio e sicuramente non ultima, la deontologia che costituisce l’essenza dell’attività.

Ed anche ai fini dello svolgimento del concorso, la pratica costituisce elemento imprescindibile in quanto consente di applicare e vedere operare istituti e situazioni giuridiche, corredando cosi in modo qualificante la preparazione teorica. 

Per iscriversi alla pratica notarile bisogna presentare: 

  • Copia di un documento d’identità 
  • Certificato di nascita 
  • Certificato generale del casellario giudiziale 
  • Certificato dei carichi pendenti 
  • Certificato di laurea 
  • Domanda di iscrizione nel Registro dei Praticanti (autocertificazione) 
  • Accettazione da parte del Notaio presso cui si intende svolgere la pratica 
  • Pagamento della tassa dei diritti di segreteria 

Tutti i documenti (tranne il certificato di nascita) vanno presentati in marca da bollo.

Va consegnata, inoltre, un’altra marca da bollo da applicare alla contromatrice relativa all’iscrizione del praticante.  

Il Concorso Notarile 

Il concorso notarile viene bandito mediamente una volta all’anno e si svolge a Roma, in unica sede nazionale.

La partecipazione al concorso è consentita a coloro che terminano la pratica notarile entro i 45 giorni successivi alla pubblicazione del bando.

In media solo un aspirante ogni venti supera il concorso, che richiede una preparazione giuridico-fiscale di altissimo livello. Il limite d’età per partecipare al concorso è di 50 anni. 

Il meccanismo del concorso notarile è così rigoroso che per escogitare una scorciatoia è necessario che vengano corrotti non solo tutti i componenti della Commissione d’esame composta non solo di notai al di sopra di ogni sospetto, ma anche di professori e, nella maggioranza, di magistrati, dei più alti gradi dell’ordine giudiziario, ed altresì occorre anche che vengano corrotti i magistrati ordinari dell’apposita commissione di segreteria del Ministero di Giustizia, che hanno come fine quello di controllare i controllori, e cioè la commissione esaminatrice.

Occorre che vengano corrotti, sempre contemporaneamente, numerosissimi funzionari del Ministero dai più alti gradi fino al commesso, oltre che ad ufficiali e sottufficiali della sorveglianza, di solito affidata all’arma dei Carabinieri.

Insomma una quantità di persone che si verificano e si controllano reciprocamente, in base a normative e parametri rigidissimi, ed è praticamente impossibile che siano coinvolti, tutti assieme, in un meccanismo corruttivo. 

La commissione esaminatrice è composta da: 

  • un magistrato di Cassazione, con funzioni direttive superiori, che la presiede; 
  • un magistrato idoneo alla nomina in Cassazione, con funzioni di vice presidente; 
  • sette magistrati con qualifica di magistrato di appello; 
  • sei professori universitari, ordinari o associati, che insegnino materie giuridiche; 
  • nove notai, anche se cessati dall’esercizio, che abbiano almeno dieci anni di anzianità nella professione. 

L’esame si costituisce di una parte scritta ed una parte di colloquio orale.

Si richiedono la conoscenza del diritto civile, di leggi speciali strettamente connesse con l’esercizio dell’attività notarile, di nozioni sulla forma degli atti nonché, per la prova orale, di elementi di diritto tributario relativi alle imposte indirette e della legge notarile.

La parte scritta è composta da tre distinte prove teoriche-pratiche che si svolgono a Roma in tre giorni consecutivi (mercoledì, giovedì e venerdì), previa consegna dei codici nei giorni di lunedì e martedì immediatamente precedente, riguardanti un atto di ultima volontà e due atti tra vivi, di cui uno di diritto commerciale: 

  • Atto inter vivos; 
  • Atto inter vivos (diritto commerciale); 
  • Atto mortis causa. 

In ciascuna delle tre prove viene dato un caso che il candidato deve risolvere con un determinato tipo di atto, motivando la soluzione adottata e trattando gli istituiti indicati dalla traccia.

Alla fine di ogni prova il candidato chiuderà il suo elaborato in apposita busta in modo tale che tutto, anche al momento della correzione, sia anonimo. Gli elaborati sono valutati complessivamente e non più singolarmente.

La correzione avviene in tempi che, purtroppo, nonostante i correttivi apportati sono ancora da considerarsi lunghi e che eventualmente sono nell’ordine dell’anno se non di più.

Ognuna delle tre prove scritte dà luogo ad un punteggio espresso in cinquantesimi con la precisazione che il punteggio minimo complessivo per superare la prova è 105/150.

Normalmente vengono ammessi a sostenere a prova orale un numero di candidati uguale o poco superiore a quello dei posti oggetto del bando, anche se recentemente vi sono state delle eccezioni, con un numero di candidati ammessi inferiore a quello dei posti a disposizione. 

La prova scritta è senza alcun dubbio quella più importante e difficile del concorso, quella nella quale avviene la selezione decisiva. La preparazione per affrontare questa prova è molto complessa, articolata ed approfondita, postula un approccio molto diverso da quello cui il candidato è abituato in ambito universitario e richiede non pochi sacrifici in termini di tempo, di costanza e di applicazione. 

Il superamento della prova scritta con il punteggio in precedenza riportato dà diritto all’ammissione alla prova orale che si svolge a Roma in un periodo fissato da apposito decreto e presso il Ministero di Grazia e Giustizia.

Il risultato viene comunicato immediatamente. I candidati che hanno superato l’esame scritto sono ammessi all’esame orale che consta di tre distinte prove sui seguenti gruppi di materie: 

  • diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, con particolare riguardo agli istituti giuridici in rapporto ai quali si esplica l’ufficio di notaio; 
  • disposizioni sull’ordinamento del notariato e degli archivi notarili; 
  • disposizioni concernenti i tributi sugli affari. 

Questa prova non è particolarmente difficile in quanto come detto la selezione è precedente, ma è sicuramente insidiosa in quanto prevede due materie, quella tributaria con riferimento alle imposte indirette e quella della legge notarile che non sono state in precedenza studiate se non in misura minima.

In seguito ed in un periodo di tempo di solito compreso tra 8/10 mesi ed un anno, si avrà la pubblicazione della graduatoria e dell’elenco delle sedi disponibili, l’attribuzione della sede e la consegna del sigillo con l’inizio dell’attività.

Ai vincitori del concorso viene assegnata la sede presso la quale il neo notaio è tenuto ad avviare uno studio entro tre mesi. 

Assegnazione della Sede ed esercizio delle funzioni notarili 

La nomina con la relativa assegnazione della sede avviene mediante decreto del Direttore Generale della Giustizia Civile del Ministero della Giustizia e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Il notaio, nei termini stabiliti dalla legge, deve compiere le formalità prescritte e prendere possesso della propria sede.

Tali formalità comprendono tra l’altro un giuramento effettuato presso il Tribunale nel cui circondario si trova la sede assegnata; è prevista una cauzione, che col passare degli anni è però divenuta economicamente insignificante: la tutela dei fruitori dei servizi notarili è oggi garantita da un’assicurazione collettiva, stipulata dal Consiglio Nazionale del Notariato, e che copre l’operato di tutti i notai d’Italia.

Espletate queste formalità il Consiglio Notarile fornisce al notaio il sigillo ed il notaio deve depositare la propria firma presso il Consiglio Notarile accompagnata dall’impronta del sigillo anzidetto. 

Per poter essere iscritto nel ruolo dei notai esercenti nel distretto il notaio di nuova nomina deve provvedere all’apertura dello studio nel luogo dove si trova la propria sede.

Nel suo studio verranno depositati e conservati gli atti, i registri ed i repertori notarili. Adempiute tutte le formalità suindicate il notaio può essere iscritto al ruolo del distretto notarile di appartenenza. 

Quale è lo stipendio di un notaio? 

Secondo i dati ufficiali, i notai sono ancora oggi i professionisti più pagati, con redditi medi che superano i 200.000 euro, che arriva ad oscillare tra i 20.000 e i 30.000 euro mensili.

Nonostante i guadagni importanti, è sempre inferiore il numero di laureati in giurisprudenza che decide di intraprendere il percorso per diventare notaio. 

Tuttavia questa condizione da professionista super pagato non accomuna tutti coloro che svolgono questa attività. Ci sono una serie di variabili che contano e fanno la differenza: la reputazione dello studio, ma anche il tipo di clientela che fa richiesta dei servizi notarili e la posizione in cui si trova uno studio notarile.

Quest’ultimo fattore può avere un forte impatto sul reddito: ad esempio città come Roma o Milano permettono alti guadagni e anche un flusso maggiore di clienti.

Diversa invece, la situazione del Sud Italia, dove si fa sentire la crisi della vocazione. 

Le cifre comunque sono veramente considerevoli, soprattutto se comparate con la maggior parte delle altre professioni e delle attività lavorative.

La remunerazione sale chiaramente con il crescere della reputazione dello studio e con la clientela che il singolo professionista riesce a procurarsi. 

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