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Professione Interior Designer

Negli ultimi tempi la gente è stata costretta a riscoprire il valore dell’ambiente domestico. Avere una casa bella e con degli spazi funzionali si è rivelato un valore aggiunto che in molti forse non avevano tenuto in piena considerazione. 

La valorizzazione degli spazi interni di un ambiente secondo criteri che sposino sia l’estetica che la vivibilità è il compito principale di un interior designer, la figura professionale che ha preso il posto di colui che un tempo veniva chiamato semplicemente arredatore

Ad oggi la professione dell’interior designer non si limita semplicemente alla scelta di arredamenti ed accessori, ma passa attraverso un vero e proprio lavoro di progettazione degli spazi che abbraccia innumerevoli responsabilità. 

L’obiettivo primario di questo professionista è quello di inventare ambienti in cui è bello vivere e abitare, aiutando le persone a trovare un rapporto armonico e gratificante con la loro casa, l’ufficio o gli spazi che occupano occasionalmente. 

Chi è l’interior designer 

Il lavoro dell’interior designer consiste nel capire, rielaborare e interpretare le esigenze e i desideri dei clienti, progettando e realizzando spazi e ambienti che li soddisfino e li rispecchino. 

Si tratta di colui che si occupa dell’ideazione degli spazi abitativi e lavorativi, a partire dall’arredamento, dalla scelta dei colori, dell’illuminazione e dei mobili. Le qualità fondamentali che un interior designer di successo deve possedere sono lo stile, il gusto e la capacità di creare suggestioni.  

Nonostante ad oggi sia ancora confuso troppo spesso con la figura dell’arredatore, l’interior designer è un architetto degli interni, che viene incaricato di progettare gli spazi e le volumetrie curando materiali, finiture e colori.  Ma oltre che essere l’ideatore del progetto, è anche la figura che supporta il committente in ogni passaggio delle scelte progettuali, che si occupa di presentare le pratiche in Comune e che guida la direzione lavori per tutta la durata del cantiere. 

Si tratta di un mestiere che mette continuamente alla prova, e che ogni giorno porta ad affrontare sfide diverse. Basti pensare al fatto che, soprattutto in Italia, gli interior designer sono chiamati a progettare interventi relativi ad ambienti che hanno subito diverse trasformazioni nel tempo: edifici risalenti al Settecento, all’Ottocento e al Novecento che nel corso dei decenni, attraverso continue ristrutturazioni e trasformazioni, hanno cambiato faccia per soddisfare tutte le mutevoli esigenze del vivere quotidiano. 

Il lavoro del designer d’interni va oltre il concetto di semplice architettura, per giungere in un ambito di nuova definizione, che ha a che fare con la tecnologia così come con l’arte e la cultura progettuale. Un interior designer è in grado, attraverso la progettazione degli spazi, di esprimere con efficacia le relazioni tra persone che vivono un ambiente, andando a disegnare i luoghi basandosi sulle loro esigenze abitative e con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita.  

L’interior designer, essendo ben consapevole riguardo alle nuove richieste del mercato, sa che costruire ex novo o ristrutturare uno spazio abitativo vuol dire andare a lavorare su un concentrato di emozioni, bisogno di comfort e moderne necessità ergonomiche. 

In architettura sicuramente sono importantissimi la tecnica e il rispetto delle regole formali, ma allo stesso tempo lo stile e la sistemazione degli spazi ricoprono un ruolo fondamentale. Uno spazio qualsiasi, come un piccolo appartamento, può essere stato progettato benissimo e suddiviso in spazi funzionali da un architetto, ma se il proprietario sceglie dei mobili inadeguati per quelli spazi ristretti, la sua vivibilità ne sarà per forza condizionata. Lo stesso discorso è valido anche in condizioni opposte, ovvero nel caso si abbia a disposizione un ambiente con tanto spazio a disposizione ma non si riesca ad arredarlo con mobili in grado di mettere in risalto e sfruttare adeguatamente questa qualità. 

Spesso basta una scelta sbagliata e facilmente evitabile per vanificare un attento lavoro di progettazione, e proprio per evitare questi problemi ci si rivolge alla figura dell’interior designer. Questa figura è sempre più richiesta nel mercato edilizio e mobiliare, e sempre più frequentemente si trovano all’interno dei grandi studi di architettura professionisti specializzati esplicitamente nel design d’interni. Questa crescente importanza del ruolo di interior designer è infine riconosciuta dai privati, che preferiscono sempre più spesso farsi seguire da un esperto capace e preparato, per evitare di sbagliare ed essere sicuri di stare scegliendo il meglio. 

Di conseguenza, sempre più architetti si specializzano in quest’ambito. Negli ultimi tempi inoltre il designer di interni si occupa anche di trovare soluzioni di design sostenibile, utilizzando materiali riciclabili ed energie alternative in modo da ridurre al minimo l’impatto ambientale

Cosa fa l’interior designer 

Un interior designer lavora con l’obiettivo di strutturare uno spazio in maniera che sia comodo e confortevole. Non deve però mai perdere di vista anche i potenziali fattori di rischio a cui può andare incontro chi in quell’ambiente dovrà viverci o lavorarci.

Il suo operato è finalizzato a trovare la giusta armonia tra l’ingombro degli spazi pieni e l’utilizzo degli spazi vuoti, tenendo bene a mente le principali tendenze del gusto e l’evoluzione dei vari stili d’arredamento nel contesto culturale e sociale in cui opera, utilizzando le sue competenze per interpretare le esigenze e le aspettative dei suoi clienti. 

È estremamente importante quindi unire una buona cultura nel campo della storia dell’arte, dell’architettura e del design ad una buona conoscenza nel campo del marketing, oltre a competenze informatiche nell’utilizzo di programmi come Photoshop, Illustrator, AutoCAD (anche in 3D) e tutto quanto può aiutare a fornire una visualizzazione più accurata possibile delle sue idee. 

Come il nome stesso indica, il compito principale dell’interior designer. è quello della progettazione e dell’allestimento degli spazi interni di un ambiente. Non si parla solo di alloggi e residenze private, ma anche di uffici, laboratori, studi professionali e qualsiasi altra struttura che, vuoi per motivi estetici oppure funzionali, come un cambio di destinazione d’uso, debba essere migliorata al suo interno o anche riprogettata del tutto. 

La prima fase del lavoro dell’architetto di interni è l’incontro con il cliente, ma soprattutto il sopralluogo dell’ambiente su cui dovrà andare a lavorare. In questa fase è fondamentale condurre un’intervista con il cliente, uno strumento indispensabile per capire quali siano le sue esigenze e i desideri. Per esempio, grazie all’intervista è possibile capire se è necessario ricavare dello spazio per una zona pranzo in cui ospitare amici a discapito della cucina oppure se sia preferibile una cucina più spaziosa ed abitabile, o se serve spazio supplementare per collezioni, passioni o animali domestici di chi andrà ad abitare la casa. Tutte queste informazioni che possono essere un utile supporto nella fase del layout preliminare. 

Dopo aver preso visione degli spazi, sviluppa un’idea generale dell’intervento che andrà ad effettuare, elaborando quindi un vero e proprio progetto che contenga tutte le informazioni dettagliate riguardo gli interventi da eseguire, i materiali da utilizzare, gli oggetti di arredamento e design da scegliere, calcolando quindi anche i costi previsti. 

A questo punto si arriva alla fase di esposizione del progetto al cliente, attraverso l’utilizzo di materiali dimostrativi cartacei e digitali. Si tratta di un momento fondamentale, dato che l’interior designer ha il primo confronto diretto con il committente su quanto elaborato finora. Questo gli consente di ottenere il consenso oppure di avere ulteriori indicazioni, sulla base delle quali dovrà apportare le opportune modifiche al progetto iniziale. 

Scegliere di usare gli strumenti giusti significa porsi nelle condizioni di comprendere i gusti del committente finale in fase di progettazione e di presentare il lavoro in modo professionale e creativo.  

Uno di questi strumenti è la cosiddetta mood board, una serie di immagini unite tra di loro come in un collage, che serve a mostrare in un formato visivo un progetto e i concetti di prodotto ad esso correlati. Come suggerisce il termine stesso, infatti, si tratta di una tavola che mette in evidenza l’umore dell’ambiente da progettare, che l’interior designer sottopone al cliente con tutte le suggestioni di stile che intende creare. 

La tavola CMF, invece, è un vero e proprio strumento progettuale attraverso il quale l’interior designer presenta al cliente i materiali, i colori e le finiture, da cui nasce l’acronimo CMF, con le relative texture. Nella tavola CMF deve essere rintracciabile qualsiasi elemento che compone il progetto. In questa maniera che il committente potrà vedere con i suoi occhi e toccare con mano ogni elemento che l’interior designer va a proporre.

Una volta ottenuta un’approvazione finale, può procedere con la realizzazione del progetto, per la quale deve entrare in contatto e collaborare con vari altri professionisti del settore edilizio e dell’arredamento. 

È sua responsabilità anche organizzare un servizio fotografico, che può avere diverse valenze: qui possono rientrare ad esempio le foto scattate prima e dopo i lavori, che rappresentano un utile confronto da sfruttare anche come termine di paragone durante gli incarichi successivi, ma anche il servizio fotografico professionale da utilizzare per arricchire il proprio portfolio, il proprio sito e i social network. 

Un interior designer può lavorare come dipendente di aziende legate al settore dell’arredamento. Può essere anche dipendente o associato di studi professionali del settore, come possono essere designers e architetti in primo luogo. In alternativa, può scegliere di dedicarsi alla libera professione. In questo settore è molto importante acquisire esperienza affiancando artigiani esperti e con idee innovative da mettere in pratica, oltre all’aggiornamento continuo. 

Come diventare interior designer 

Per poter svolgere la professione di interior designer è necessario intraprendere un percorso formativo che porti a specializzarsi nella progettazione di tipologie differenti di spazi. Un professionista in interior designer è infatti colui che ha studiato e che è quindi in grado di mettere in pratica principi e conoscenze che stanno alla base di questa professione. Non basta avere delle buone capacità progettuali o buon gusto e ottimo intuito per poter occuparsi di arredamento di interni, perché quello che bisogna fare, prima di tutto, è dedicare il giusto tempo alla formazione personale e professionale. 

Il percorso formativo ideale comprende una laurea triennale in architettura, a cui dovrebbe seguire una specializzazione biennale in architettura di interni. Una buona alternativa alla laurea magistrale può essere un Master in Interior Design, dal momento che non sono ancora molti gli atenei che hanno attivato un corso di laura magistrale in questo ambito. 

Ma se per firmare progetti di edifici e ville bisogna essere obbligatoriamente in possesso di una laurea in architettura o in ingegneria civile, per fare l’interior designer non serve necessariamente una laurea. Quello che serve una preparazione accurata e professionale, che si può ottenere anche grazie alla formazione che viene svolta è svolta da accademie, istituti e scuole specifiche

Sono diversi infatti sono i percorsi formativi e professionali che una persona può seguire per iniziare la propria carriera. Bisogna saper fare una scelta adeguata, valutando attentamente l’istituto o l’accademia. È consigliabile preferire una scuola che abbia tradizione e notorietà, ed è importante visitare gli spazi didattici e capire cosa e come andremo ad apprendere. 

Se possibile, conviene frequentare un corso che dia la possibilità di disegnare e progettare dal vivo, scegliendo materiali, colori e oggetti con un vero docente. Aggiornamenti e specializzazioni possono anche essere veicolati online, ma la formazione di base è meglio che passi attraverso l’esperienza diretta con le persone e i materiali. 

Non bisogna poi trascurare i vari corsi di formazione continua, indirizzati a chi già lavora in questo settore e ha necessità di mantenersi informato e al passo con i tempi. Dal momento che le mode, le tendenze e l’innovazione tecnologica sono componenti fondamentali del lavoro di un interior design non si deve mai trascurare l’importanza del perfezionamento e del progresso nella professione. 

Carriera e stipendio di un interior designer 

Una volta acquisite le competenze necessarie per poter operare nel campo dell’interior design, si aprono diverse prospettive occupazionali, non tutte necessariamente legate al mondo dell’arredamento. 

Un interior designer può lavorare in molti ambiti diversi: si può spaziare dal design di mobili e oggetti di uso quotidiano fino alla decorazione e al trattamento delle superfici. Altri ambiti in cui operare possono essere la scenografia, la progettazione fieristica, fino alla specializzazione in specifici ambiti lavorativi del contract, come arredamento di comunità, di uffici, di attività commerciali. 

L’interior designer infatti non progetta esclusivamente soluzioni abitative, e la specializzazione e l’approfondimento di una nicchia di mercato possono rappresentare una chiave per cercare sbocchi lavorativi per designer d’interni. 

L’arredamento di appartamenti resta comunque l’ambito preferibile, almeno per i primi tempi, per sviluppare l’esperienza e le competenze necessarie per poi andare a specializzarsi in altri campi. 

A fianco delle scelte stilistiche e spaziali, infatti, dovrà aumentare con il tempo le sue conoscenze anche nell’ambito dell’impiantistica, delle norme sanitarie e di sicurezza, delle esigenze di un cantiere. 

A prescindere dagli ambiti professionali e dalle ambizioni personali, il lavoro di designer di interni richiede prima di tutto un approccio critico e una capacità di analisi che una persona acquisisce solo con l’esperienza sul campo. Mettersi alla prova, confrontarsi con altri colleghi e imparare ad ascoltare e interpretare i desideri dei clienti sono abilità fondamentali in un lavoro come questo. 

Si possono trovare numerevoli opportunità lavorative come interior designer, ma per avere successo è necessario riuscire a trovare la dimensione che vada incontro in maniera più completa alle propre aspettative e prospettive di carriera, sia che si tratti di lavoratori autonomi che di dipendenti. 

Dopo aver consultato le varie offerte di lavoro come interior designer presenti sul web bisogna saper individuare la realtà industriale, imprenditoriale o privata che più stimola l’intelletto, la creatività e la voglia di emergere, che sono le qualità più importanti in questo lavoro. Se poi si possiedono talento e abnegazione anche chi è partito dal nulla ha l’occasione di farsi strada e di fare di una passione personale un lavoro a tempo pieno. 

Gli italiani sono tra gli interior designer più ricercati: in tutto il mondo il nostro paese continua a rimanere un punto di riferimento per il gusto, l’inventiva, la creatività. Il Made in Italy è un marchio che non si limita a valorizzare moda, cibo gourmet e turismo: nell’arredamento e nel design abbiamo prodotto eccellenze che ci hanno resi celebri in tutto il mondo e contribuiscono a dare un piccolo vantaggio agli italiani, o comunque a coloro che si sono formati in Italia, che cercano lavoro in questo campo all’estero rispetto ad altri candidati. 

Il designer di interni è una figura sempre più ricercata e destinata a conquistare fasce sempre più grandi del mercato, ma a livello giuridico ed economico non è possibile inquadrare questa professione con precisione. Dal momento che stiamo parlando un’attività svolta principalmente da lavoratori autonomi, e dato che non esiste un tariffario unico a cui fare riferimento, ogni interior design opera solitamente imponendo i propri prezzi ai propri clienti, applicando fissando di volta in volta una tariffa a seconda del servizio richiesto. 

Chi viene assunto da un’impresa o un’azienda operante nel settore, invece, si trova ad avere a che fare con un lavoro subordinato. In questo caso basta consultare il contratto di categoria di riferimento dell’azienda per farsi un’idea sulla retribuzione che spetta al dipendente. Questa, ovviamente, dovrà essere rapportata di volta in volta a ore lavorative, anzianità di servizio, inquadramento etc. Ovviamente i guadagni di chi è alle prime armi saranno minori di chi invece già naviga nel settore e quindi già si è fatto un nome, ma si tratta comunque di un settore estremamente meritocratico dove il talento viene riconosciuto in breve tempo.

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