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Professione Fundraiser: mansioni competenze e guadagni

La figura professionare del fundraiser esista da circa una ventina di anni, ma negli ultimi 4-5 anni è sempre più richiesta negli enti no profit a scopo sociale. 

Generalmente un fundraiser lavora per le onlus, ma a volte può lavorare in ambito pubblico a seconda delle esigenze. 

Chi è un fundraiser?

Il fundraiser è una figura professionale che ha il compito di trovare delle donazioni che permettano la realizzazione di uno scopo solitamente di natura sociale

Per massimizzare gli introiti, e quindi le donazioni, un fundraiser può anche organizzare degli eventi di varia natura (mostre, eventi, aste, corse campestri). 

É una figura multitasking sempre più ricercata all’interno del mercato del lavoro. Anche se un fundraiser nel suo ambito ha moltissime mansioni, il principale compito che deve svolgere è raccogliere il maggior numero di donazioni possibili per sostenere delle cause sociali. 

Questa figura si trova esattamente fra il settore economico e il settore della comunicazione. 

Il fundraiser deve avere una personalità aperta e socievole per stringere il maggior numero di relazioni con le istituzioni e i donatori. Dopo aver stretto le relazioni con le istituzioni e aver trovato dei donatori a cui sta a cuore una causa, deve essere in grado di mantenere i rapporti con questi soggetti affinché vi sia nel tempo una continuità di donazioni. 

Ovviamente la ricerca di nuovi donatori e nuove relazioni con enti a cui possa interessare lo scopo dell’associazione per cui si lavora è continuo, nel caso in cui si parli di una onlus, oppure può finire, nel caso in cui la causa sociale in questione non sia finalizzata ad uno scopo definito e ben preciso.

Esistono anche varie tipologie di fundraiser;

  • Fundraiser professionista, si può definire il manager;
  • Professionista del fundraiser, che cura degli aspetti più tecnici, quindi della pianificazione;
  • Operatore del fundraising, che si occupa concretamente di svolgere il progetto;
  • Consulente del fundraising, accompagna esternamente la pianificazione del piano di fundraising. 

Cosa fa un fundraiser?

Essendo un lavoro fortemente a contatto con il pubblico un fundraiser deve essere una persona a modo, gentile, disponibile e con molta pazienza. Deve essere in grado di comunicare con qualsiasi tipo di persona perchè potrebbe risultare un potenziale donatore. Deve avere un carattere estroverso e non deve avere alcun timore di parlare in pubblico, ad esempio ad una cerimonia di apertura di un evento o durante una riunione. 

Come detto poco fa, il fundraiser è una figura multitasking, con molteplici mansioni, quali:

  • definire il piano di raccolta fondi;
  • individuare i potenziali donatori;
  • trovare le persone con una certa autorità con il pubblico (influencer) e farli interagire con gli utenti;
  • creare un’adeguata campagna di raccolta fondi;
  • gestire la comunicazione online e offline delle campagne di raccolta fondi;
  • organizzare gli eventi per le campagne di raccolta fondi;
  • ha il compito di stringere i rapporti con enti, istituzioni e organizzazioni. 

Ad ogni modo un fundraiser ha spesso la possibilità di lavorare all’interno della pubblica amministrazione, nella politica d’impresa e tutte le altre attività che anche trasversalmente possono essere legate a temi sociali. 

 Le competenze 

Dall’elenco poco sopra fatto, si è già intuito che le competenze di un fundraiser non sono poche, e un fundraiser competente e professionale deve essere in grado di gestire al meglio tutte le attività che gli competono. 

Alcune delle competenze che spettano ad un fundraiser sono:

  • gestione del budget;
  • gestione delle risorse umane;
  • organizzazione degli eventi (e quindi tutte le operazioni finalizzate alla realizzazione di questo);
  • la comunicazione per gestire le campagne e le relazioni con i donatori e le organizzazioni;
  • relazionarsi con le realtà legate allo scopo sociale dell’organizzazione;
  • relazionarsi con i donatori privati.

Negli ultimi anni le ONLUS (organizzazioni non lucrative di attività sociale) cercano in tutti i modi di acquisire una figura come quella del fundraiser, perchè è in grado di massimizzare le donazioni fatte agli scopi sociali dell’organizzazione, mantenendo così vivo e attivo lo scopo per cui è stata creata.

Caratteristiche di un fundraiser

La figura del fundraiser è diventata talmente fondamentale all’interno del panorama lavorativo, soprattutto nell’ambito sociale, che sono stati creati dei master e dei corsi di laurea proprio per formarsi in questo campo.

I campi che toccano questa tipologia di percorsi di studi sono:

  • pubbliche relazioni;
  • scienze della comunicazione;
  • economia aziendale;
  • marketing.

Ovviamente qualsiasi corso di laurea non forma totalmente una a figura professionale, ma più che altro è in grado di porre delle solide basi per poi iniziare a lavorare nel campo del fundraising e diventare un vero professionista. 

Questi corsi pongono anche delle basi su una nuova forma di fundraising, nato da meno tempo, ovvero il digital fundraising. Con l’avanzare del mondo digitale il fundraising non è rimasto indietro da questo punto di vista, anzi, si è evoluto adattandosi ai nuovi ritmi di vita dei potenziali donatori. 

Tenere vivi i rapporti con i donatori e con le istituzioni è importante, perché rendere tutte le realtà e soggetti coinvolti attivamente all’interno dell’organizzazione per cui si sta lavorando, dimostrando che il loro denaro è stato utilizzato in maniera adeguata. 

Questo costante aggiornamento può avvenire in diversi modi:

  • newsletter;
  • giornali periodici;
  • lettere.

La cosa importante è far sentire tutti gli attori coinvolti parte di qualcosa di più grande e con uno scopo ben preciso e socialmente utile.  

Tutti i fondi che il fundraiser riesce a raccogliere ha lo scopo di rendere economicamente sostenibile tutto il lavoro dell’organizzazione per cui il professionista lavora. 

Dare dei feedback agli attori coinvolti in maniera più o meno attiva all’interno dell’organizzazione ormai avviene per la maggior parte del tempo attraverso i social media e il web. É importante quindi che ogni fundraiser possieda un’ottima conoscenza di questi strumenti, per questo da poco a una nuova figura professionale all’interno del fundraising; il digital fundraiser.  

Bisogna capire poi che ciò che fino ad ora sono state definite donazioni, possono essere di molteplice natura:

  • donazione monetaria a cadenza mensile o fatta una tantum;
  • lasciti testamentari;
  • donazione di oggetti o cibo;
  • espressioni di interesse;
  • relazioni di scambio prestazioni tra una o più istituzioni. 

Ogni donazione ovviamente dipenderà anche dalla ragione sociale di ogni onlus e dalle disponibilità di ogni singolo donatore. 

Il digital fundraising

Il digital fundraising non è altro che ogni forma di raccolta fondi pensata ed eseguita per esser messa in atto sul web. 

Di anno in anno le relazioni fra essere umani avvengono sempre di più attraverso il web. Mediamente la gente passa gran parte del proprio tempo di fronte ad un computer o davanti al proprio smartphone. 

Le organizzazioni senza scopo di lucro, per tenere il passo con le nuove tecnologie e le nuove tendenze comportamentali dei potenziali donatori, hanno avuto la necessità di evolversi e immergersi nel mondo digitale. 

Con il passare del tempo, le donazioni digitali e via web hanno reso maggiormente sicure, efficaci ed efficienti i processi di donazione, sia in termini di tempi, sia in termini di risultati. La digitalizzazione delle relazioni ha radicalmente stravolto il lavoro del fundraiser, perchè ora, buona parte del suo lavoro, si incentra proprio sul web e i social. 

Le donazioni via web oggi possono avvenire i molteplici modi:

  • donazione continua tramite prelevazione dal conto in banca. Solitamente questa donazione è di natura continua e avviene a scadenza mensile o annuale. Per eseguire qualsiasi pagamento o donazione si devono seguire tutta una serie di passaggi che solamente il detentore del metodo di pagamento sarebbe in grado di rispondere a determinati quesiti rendendo automaticamente il processo di donazione più sicuro;
  • donazione occasionale da mobile. Questa donazione avviene per lo più tramite una call to action che  invita i donatori a fare una donazione velocemente dal proprio mobile;
  • tramite piattaforme di raccolta fondi. Si potrebbero definire delle vetrine per i progetti no profit. Tutte le onlus o organizzazioni di varia natura presentano i loro progetti all’interno di queste piattaforme lanciando contemporaneamente una campagna di raccolta fondi. Nel caso in cui la campagna raggiunga la cifra richiesta, il progetto potrà partire.

Oggigiorno capita molto spesso che i donatori prima di decidere a quale causa devolvere il loro denaro, facciano una ricerca sul web per capire quali cause le onlus lavorano. Generalmente poi, questi benefattori, richiedono un incontro con un rappresentante dell’associazione (appunto, il fundraiser), e infine decidono a quale associazione elargire il loro denaro. 

I siti web e le campagne di raccolta fondi via web quindi, hanno l’esigenza di essere progettati ed eseguiti alla perfezione. Devono essere chiari e semplici da capire. Devono: 

  • spiegare chiaramente, ma anche brevemente, chi è l’organizzazione; 
  • a quale scopo sociale è votata; 
  • che cosa fa e come lo fa; 
  • perché chiede una donazione;
  • a quale scopo vengono richieste le donazioni;
  • perché i donatori dovrebbero donare proprio a quella onlus. 

Un’altra branca del digital fundraising è il mobile fundraising. Per mettere in atto una campagna fundraising via mobile si deve;

  • essere in grado di capire chi è il proprio target;
  • analizzare i dati che si ha a disposizione;
  • creare, attraverso i giusti canali, una presenza sul web;
  • ottimizzare tutti i mezzi usati per la campagna via mobile;
  • monitorare i risultati durante la campagna in atto;
  • aggiustare la strategia utilizzata per ottimizzare i risultati. 

Le campagne pensate per il web e per mobile devono essere chiare, facili da intuire, far capire l’utilità sociale dell’organizzazione e soprattutto devono differenziarsi dalle altre campagne di fundraising presenti sul web. 

Dei piccoli trucchi per impostare correttamente una buona campagna di fundraising su mobile sono:

  • call to action (es. click to call o click to download);
  • avere delle buone conoscenze seo;
  • email-marketing;
  • conoscenza generale dei social media;
  • possedere strumenti come Google Gants per le no profit.

Google per il no profit: G. Suite

Questa piattaforma di Google è stata creata per aiutare le organizzazioni no profit a gestire meglio le task della propria organizzazione. Questa piattaforma è disponibile in diverse lingue ed è in grado di agevolare il lavoro delle organizzazioni che lavorano a scopo sociale. Questa piattaforma è stata chiamata G. Suite. 

I vantaggi di Google per le no profit:

  • organizza le risorse delle organizzazioni in un unico posto;
  • coordina gli orari del team;
  • comunica in modo veloce ed efficace;
  • è in grado di aiutarti a rendere più accattivante le tua richieste di finanziamento;
  • ti aiuta a piazzarsi meglio all’interno del web dandoti a disposizioni alcune funzioni proprie di Google;
  • è in grado di aiutarti a reclutare nuovi membri dello staff della tua no profit. 

Questa piattaforma, una volta creato il dominio, permette di creare una miglior coordinazione del tuo team e delle risorse che l’associazione no profit a scopo sociale ha a disposizione. Ovviamente G Suite ha più pacchetti in base alle disponibilità e alle esigenze della no profit. 

Come diventare un fundraiser

Come detto in precedenza negli ultimi anni si sono sviluppati vari percorsi per porre le basi per gli aspiranti fundraiser. 

Esistono dei veri e propri corsi di studio (triennali, magistrali, dottorati di ricerca e master) per diventare fundraiser. Tutti questi percorsi però, si caratterizzano per essere incentrati (per la maggior parte) sulla gestione di tutte le onlus (organizzazioni senza scopo di lucro a scopo sociale), il fundraising quindi, è solo una piccola parte di tutto un percorso di studi  più generico. 

Mentre i percorsi di lauree triennali e magistrali si occupano per lo più su come gestire le organizzazioni no profit (facendo del fundraising solamente una piccola parte di tutto il percorso), i dottorati di ricerca e i master sono sono molto più specifici ed incentrati proprio sul tema della raccolta fondi (appunto il fundraising). 

Esistono invece dei veri e propri dottorati di ricerca in merito al settore fundraising, che si occupano sulla ricerca di come ottimizzare le raccolte fondi. 

Da qualche anno a questa parte, le università e le scuole di specializzazione, constatando l’incremento dell’esigenza della figura professionale come quella del fundraiser, hanno deciso di aprire dei nuovi percorsi di studi per insegnare alle nuove generazioni la professione del fundraiser. 

Per coloro che poi riuscissero ad intraprendere effettivamente la carriera all’interno del fundraising esiste, l’Associazione Italiana Fundraiser (ASSIF) che ha l’obiettivo di tutelare tutti i facenti parte di questa categoria del lavoro. 

Lo stipendio di un fundraiser

Ovviamente conoscere l’esatto stipendio di un fundraiser non è semplice, perché dipende molto dalle modalità di contratto che il fundraiser ha con l’ente in questione. 

Il professionista può avere un contratto da dipendente fisso oppure può avere un contratto a progetto. Il tutto dipende da cosa l’ente richiede e necessita. 

Mediamente un fundraiser con qualche di esperienza alle spalle ha uno stipendio medio medio di 2.000 EUR al mese, che equivale a 24.000 EUR l’anno. Una figura junior, quindi totalmente alle prime armi guadagna dai 500 EUR ai 800 EUR al mese.

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