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Lavorare come educatore: chi è, cosa fa, quanto guadagna

I contesti in cui un educatore può operare sono variegati e rispondono alle esigenze di comunità anche molto differenti tra loro. In ogni contesto è necessario che il professionista adegui le proprie decisioni, in base alle esigenze di chi ha di fronte, sebbene il percorso professionale sia simile per tutte queste figure. 

In questa guida parleremo delle varie declinazioni della professione di educatore professionista, e affronteremo anche alcuni aspetti della sua formazione, delle sue competenze e delle sue possibilità di crescita e guadagno. 

Chi è l’educatore professionista

L’educatore professionista è una figura che si occupa di aiutare le persone a trovare le giuste condizioni per liberare il loro potenziale, e lo fa attraverso percorsi psicologici ed educativi a favore di comunità che si trovano in contesti svantaggiati.

L’obiettivo finale è che il suo intervento non sia più necessario, visto il livello di autonomia raggiunto dai suoi utenti. 

Alcune delle sue mansioni prevedono: 

  1. L’osservazione del gruppo di riferimento, per individuarne talenti, capacità, difficoltà, esigenze
  2. La pianificazione e la progettazione di un piano di intervento personalizzato per le esigenze e gli obiettivi della comunità 
  3. L’esecuzione di quel piano, con metodologie e strumenti diversi a seconda del contesto di intervento 
  4. La collaborazione con altri professionisti, come insegnanti, pedagogisti, medici, psicologici, terapisti dell’occupazione; la varietà del team di lavoro riflette le esigenze della comunità di riferimento

La giornata tipo di un educatore inizia con l’arrivo degli ospiti della comunità nel centro in cui si svolgeranno le attività.

Dopo l’appello e la verifica delle presenze si comincia con le attività collettive ed individuali previste dal programma. Si può lavorare con piccoli o grandi gruppi oppure con singoli individui, tramite il gioco, il dialogo, l’esecuzione di  lavori manuali, la discussione collettiva.

Ognuna di queste attività viene scelta in base all’età della comunità, alle sue criticità, alle esperienze, agli obiettivi target. Quotidianamente l’educatore riferisce i progressi o le difficoltà del gruppo al proprio responsabile e misura la propria idea di azione con l’aiuto degli altri professionisti, tutti impegnati nel conseguimento di obiettivi specifici. 

Chi lavora in contesti emergenziali, come gli ospedali o i centri di accoglienza dovrà aspettarsi di lavorare su chiamata seguendo i ritmi imposti dall’attività: un nuovo gruppo di ospiti può arrivare o aver bisogno di cure anche in piena notte, e bisogna saper reagire prontamente. 

Vediamo ora quali sono i contesti di lavoro di questa figura. 

Asili

Un educatore dell’infanzia può lavorare in asili nido e scuole dell’infanzia. A seconda dell’età dei bambini si occuperà di: 

  • Lavarli e cambiarli
  • Dar loro da mangiare
  • Creare spazi di gioco e apprendimento
  • Assistere i piccoli nello sviluppo di sempre migliori capacità di relazione 
  • Dialogare con le famiglie

Scuole

Anche a scuola l’intervento di un educatore può essere di grande aiuto.

Se ovviamente i bambini sono già abbastanza grandi per lavarsi e mangiare da soli, l’educatore predisporrà insieme agli insegnanti luoghi di gioco, attività e dialoghi per individuare le capacità dei singoli nel gruppo, migliorare la cooperazione, rendere più solide le abilità socio-relazionali e si interfaccerà con le famiglie per aggiornarle sui progressi dei figli e del gruppo. 

Istituti per anziani

L’età e le sue problematiche possono rendere via via più difficile la comunicazione e la socializzazione tra gli ospiti di una struttura.

Il compito dell’educatore, in questo caso, è creare spazi di dialogo libero e di attività collettiva ed individuale che mirano a ripristinare almeno in parte il benessere degli ospiti.

Soprattutto in questo caso si accenta l’importanza a livello psicologico dell’opera dell’Educatore professionale: infatti agendo con personalità già formate è maggiormente complicato trovare delle strade per favorire le interazioni, ma allo stesso tempo queste sono l’ingrediente fondamentale per mantenere la salute psico-fisica degli ospiti della struttura. 

Istituti per malati cronici, di condizioni fisiche o psicologiche

Una condizione di malattia, fisica o psicologica, può mettere a dura prova le capacità relazionali dei pazienti.

L’educatore può intervenire sia sul gruppo che sui singoli per aiutarli a ritrovare fiducia in se stessi, a seguire correttamente le terapie, a trovare un impiego da portare avanti dopo il recupero e la dimissione, a sviluppare migliori capacità di dialogo, di comunicazione, di cooperazione con gli altri, di apertura nei confronti dei medici e dei professionisti della salute. 

Centri per minori

Nei centri per minori si incontrano bambini e ragazzi che hanno vissuto profonde difficoltà nella propria famiglia di origine.

Spesso questi ospiti hanno interrotto gli studi, sono cadute vittime di tratta, abusi o uso di sostanze, hanno assistito a comportamenti non corretti dei genitori e dei familiari.

Gli educatori possono intervenire per aiutarli a sostenersi, a seguire le dovute terapie, a trovare nuovi punti di contatto, a venire inseriti in nuove famiglie affidatarie o a iniziare il proprio percorso nella vita adulta, a tornare a scuola. 

Comunità di recupero 

Nelle comunità di recupero possono essere presenti sia persone molto giovani che adulti. A seconda del contesto e delle difficoltà riscontrate l’educatore sceglierà un piano e lo porterà avanti con l’aiuto degli altri professionisti che collaborano con lui, per cercare di rendere più autonomi, più sicuri e più capaci di dialogare gli ospiti. 

Carceri

Nelle carceri la pressione psicologica può essere molto forte ed impattare negativamente sul comportamento individuale e collettivo.

L’educatore o il team di educatori lavoreranno con le comunità per aiutare i detenuti a sviluppare migliori capacità di dialogo o di relazione, ad appianare conflitti, a relazionarsi più positivamente con le famiglie, a superare i momenti di difficoltà e sconforto, a rendersi pronti per un impiego stabile. 

Centri di inserimento e cooperazione culturale

Nei contesti dove vengono accolte persone provenienti da più culture, lingue o nazionalità il lavoro dell’educatore è importantissimo.

Le difficoltà che tratteggiano questi percorsi sono di diverso ordine, da quello sanitario a quello psicologico a quello religioso a quello di integrazione.

L’educatore lavorerà con medici, psicologici e mediatori culturali per aiutare tutti i componenti della comunità a trovare il proprio spazio, superando le difficoltà linguistiche, di integrazione a scuola o al lavoro, il trasferimento e le relazioni con i nuovi vicini. 

La formazione: cosa studia un educatore professionale

Il corso di studi di medie superiori più scelto se si è intenzionati a lavorare come educatori è il nuovo Liceo delle Scienze Umane. Qui si acquisiscono i primi principi di pedagogia, sociologia e psicologia che saranno utili nel proseguimento degli studi. Ciononostante, la laurea è diventata obbligatoria dopo la promulgazione della legge Iori del 2018

Gli operatori che già lavoravano in questo settore ma non erano in possesso di una laurea hanno potuto fare un corso di Educatore professionale, acquisendo la qualifica di educatore socio-pedagogico. I ragazzi che invece sono nell’età per poterlo fare devono tassativamente essere in possesso di una laurea. I due indirizzi richiesti sono: 

  • Corso di laurea triennale in Educatore professionale sanitario (SNT-02)
  • Corso di laurea triennale per Educatore professionale (L-19)

Già nei corsi di laurea triennali sono inclusi alcuni periodi di tirocinio, propedeutici al conseguimento della laurea e necessari per iniziare a misurarsi con il lavoro sul campo. Dal 2019 è necessario essere iscritti ad un apposito albo professionale per poter operare legalmente. 

Dopo la laurea triennale è possibile conseguire una laurea magistrale, di due anni di durata, in uno dei seguenti ambiti: 

  • Sanitario (LM-SNT-02)
  • Socio-pedagogico (LM50, LM57, LM85, LM93)

Dopo la laurea magistrale sarà necessario frequentare obbligatoriamente i corsi di perfezionamento detti ECM, obbligatori a diversa cadenza a seconda della regione in cui si lavora per tutti gli operatori delle professioni sanitarie. 

Le caratteristiche e le capacità necessarie ad un educatore

L’educatore professionale deve essere in possesso di moltissime capacità specifiche ed interpersonali per operare proficuamente nel proprio settore. 

Ovviamente sono indispensabili ottime conoscenze di psicologia, pedagogia e sociologia, per aiutare gli ospiti a relazionarsi favorevolmente tra loro e con l’ambiente esterno e per permettere lo sviluppo delle capacità individuali e personali. 

Elementi di nutrizione, sicurezza e primo soccorso sono altrettanto necessari, per l’operatore educativo lavora in contesti in cui questi aspetti sono tenuti in minuziosa attenzione. 

Le abilità specifiche cambiano poi a seconda del settore di impiego: 

  • Chi lavorerà con comunità straniere dovrà conoscere almeno due lingue parlate dagli ospiti
  • Chi opera con i bambini o i ragazzi deve avere più conoscenze nel settore pedagogico
  • Chi lavora con i tossicodipendenti dovrà conoscere i principi della rieducazione psicologica, fisica e relazionale

E così via a seconda della comunità di riferimento. 

La parte di capacità interpersonali è ampissima e difficilmente acquisibile con l’esperienza: tali abilità fanno più parte del corredo “personale” della psiche e del carattere degli individui. 

Indubbiamente è fondamentale essere creativi, energici, vitali, in ottima forma fisica per via della fatica che questo impiego comporta nel corso della giornata.

Tolleranza e pazienza sono capacità fondamentali, perché le persone con cui si lavorerà potrebbero mettere a dura prova la tenuta dei nervi; le capacità di tenuta sotto stress e di risoluzione di problemi e conflitti devono essere sviluppate al loro massimo grado.

L’educatore deve letteralmente sapersi prendere cura di altre persone, essere comprensivo, affidabile, responsabile, degno di fiducia non solo da parte degli ospiti ma anche delle famiglie e dei tutori.

Da ultimo è necessario essere dotati di grandi doti comunicative e di capacità di lavoro in gruppo, con gli ospiti, i colleghi e le famiglie. 

Le prospettive di guadagno e carriera

Le professioni educative, in Italia, non sono valutate quanto dovrebbero sotto il profilo dei guadagni.

Gli operatori che quotidianamente mettono tutti i propri sforzi e la propria professionalità nel proprio mestiere dovrebbero ricevere gratifiche più significative, anche in virtù della responsabilità e dell’importanza del proprio compito. 

Difficilmente chi decide di diventare educatore lo fa con la promessa del guadagno, né cospicuo né facile: si tratta di un mestiere complesso e di grandi difficoltà che si sceglie anzitutto per la passione e le capacità che si ritiene di poter mettere in campo nella cura e nell’aiuto delle comunità più fragili. 

Lo stipendio a cui si può ambire come educatori è così ripartito in base all’anzianità e all’esperienza: 

  • Un junior alla prima mansione può guadagnare indicativamente 800/850 euro
  • A metà carriera, dopo 4-9 anni dall’inizio della professione, si possono guadagnare circa 1000 euro
  • In età avanzata, dopo non meno di 10-20 anni di professione, si possono guadagnare circa 1350 euro
  • A fine carriera si può arrivare a circa 1400-1500

Le strutture private sono leggermente più ambite per svolgere questa specifica mansione, in quanto possono accreditare stipendi leggermente superiori in virtù delle migliori condizioni economiche in cui generalmente versano. Bisogna però specificare che difficilmente un educatore potrà guadagnare più di 2000 euro mensili, che rappresentano una soglia di tetto massimo quando si lavora con un contratto da dipendente di una struttura. 

Educatore Professionale con Partita Iva

Diverso è invece il caso della libera professione. Chi decidesse di optare per questa soluzione potrà guadagnare indicativamente tra i 15 e i 30 euro all’ora, seguendo singoli pazienti o piccoli gruppi per esempio sotto richiesta delle autorità sanitarie o delle famiglie.

Sara necessario aprire una Partita Iva con codice ATECO 74.90.99, che rende anche disponibile l’iscrizione al regime forfettario.

Si tratta però di una missione ancora più complessa, perché molte famiglie che avrebbero bisogno di un educatore si trovano in grosse difficoltà economiche ereditate dal proprio contesto socio-culturale e difficilmente potranno rispondere a questa richiesta finanziaria.

Nulla toglie però al singolo professionista di proporsi anche in questo settore, oppure di puntare al lavoro all’estero, decisamente più riconosciuto che in Italia specialmente in Nord Europa (Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia), e mondo anglo-americano (UK, Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda). 

La professione di educatore può essere svolta anche in contesti ancor più difficili di quello italiano, che gode comunque di una buona posizione finanziaria nel mondo.

Ad esempio, le comunità dei paesi più poveri del mondo hanno un continuo bisogno di volontari e personale che tuteli la sicurezza, la dignità, la salute e il benessere dei cittadini, sotto tutti i profili.

Lavorare in questi contesti significa ovviamente faticare lungamente sia per vincere bandi e concorsi sia per trasferirsi per lungo tempo all’estero, ma l’esperienza, per quanto complessa dal punto di vista emotivo e fisico, è indubbiamente di grande spessore professionale e conferisce enorme arricchimento individuale per chi la sceglie e porta avanti con cautela e devozione. 

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