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Come diventare comandante navale: percorsi, stipendio e mansioni

Quella di comandante navale è senza dubbio una professione di prestigio: si tratta infatti del responsabile dell’intera imbarcazione, dalla sicurezza dell’equipaggio e dei passeggeri alla gestione delle rotte di navigazione. Il titolo di comandante sostituisce infatti quello di “capitano di lungo corso”, cessato di esistere nel 2000, e andando quindi a designare una figura professionale di grandissima esperienza e autorevolezza.

Che si tratti di lavorare su navi da crociera o su navi mercantili, i salari oscillano sempre tra i 3.000 e i 10.000 euro mensili a seconda dell’esperienza, con picchi di 13.000 euro per le compagnie più prestigiose. Il percorso professionale inizia con la qualifica di allievo ufficiale di coperta, che non richiede obbligatoriamente un diploma di istituto nautico o un corso di laurea in scienze nautiche, ma è sufficiente un qualsiasi diploma di maturità integrato dal modulo di allineamento di 500 ore (corso di formazione specifico per Allievi Ufficiali di Coperta).

Diverso è il caso in cui si voglia far parte della Marina Militare con un ruolo di ufficiale, poiché la formazione avviene esclusivamente tramite l’accademia navale di Livorno. Vediamo ora con ordine chi è e cosa fa un comandante navale, e quali sono tutti i percorsi possibili per raggiungere questo ruolo.

Chi è un comandante navale

Quella di “comandante navale” è una qualifica che designa la massima autorità a bordo di un’imbarcazione civile. Per la marina mercantile, infatti, che disciplina anche il settore delle navi da crociera, è il grado massimo di una professione prevista e certificata dal Codice della Navigazione. Diverso è il caso della Marina Militare, come vedremo più avanti.

Durante la rotta il comandante navale svolge anche la funzione di ufficiale di stato civile, con tutte le conseguenze del caso: può quindi sottoscrivere atti di nascita, di morte o di sparizione in mare, ricevere testamento o celebrare matrimoni.

Non stupisce, dunque, che questa professione sia avvolta da un’aura di estremo fascino: il comandante della nave ha un elevato grado di competenze e responsabilità che riguardano l’intera imbarcazione, fra cui la regola non scritta che impone sia l’ultima persona a doverla abbandonare in caso di naufragio. Per raggiungere questo livello di prestigio sono necessari svariati anni di servizio, nonché un’innata predisposizione al comando e un forte legame con il mare.

Il comandante navale, secondo le regole della marina mercantile, si avvale di una rigida gerarchia di sottoposti, riassumibile nel seguente modo:

  • Comandante
    Si tratta della massima autorità a bordo.
  • Comandante in seconda
    Si tratta del vice del comandante: assume il comando dell’imbarcazione in caso di assenza del “principale”, e si occupa più in generale della gestione dell’equipaggio.
  • Primo ufficiale
    Si tratta del capo servizio della coperta: è responsabile dell’operato degli ufficiali subordinati, della stiva della nave e della sovrintendenza della navigazione.
  • Secondo ufficiale
    Si tratta di un ruolo di supporto a quello del primo ufficiale: generalmente, infatti, i secondi ufficiali sono più di uno per imbarcazione, e gestiscono settori mirati a seconda del tipo di competenze che possiedono; possono occuparsi di sicurezza, ma anche di logistica o di contabilità.
  • Terzo ufficiale
    Si tratta di un ufficiale che svolge compiti paragonabili a quelli del secondo ufficiale, ma è caratterizzato da una minore esperienza.
  • Allievo ufficiale
    Si tratta del livello più basso della gerarchia. Chiunque ambisca a diventare comandante, dopo l’opportuna formazione, inizia proprio con questo ruolo, per poi salire di grado.

Cosa fa un comandante navale

Vediamo ora nel dettaglio tutte le specifiche mansioni di cui si occupa un comandante navale, classificandole per settore di competenze.

  • La navigazione
    Il comandante della nave è responsabile in ultima istanza di condurre fisicamente l’imbarcazione e dirigere le manovre di partenza e di approdo ad un porto. Ciò implica anche il monitoraggio della viabilità e del traffico marittimo, la pianificazione e la gestione delle rotte di navigazione, e la gestione (il più efficiente possibile) dei compiti fra i collaboratori di bordo.
  • La sicurezza
    Il comandante è responsabile di garantire la sicurezza di tutti i passeggeri e di tutto l’equipaggio. Ciò significa non solo vigilare sul corretto funzionamento della catena di comando, ma anche assicurarsi della manutenzione di macchine, attrezzature e sistemi di controllo tecnico. Inoltre, particolare rilevanza assume il rispetto delle norme igieniche, sia per quanto riguarda il cibo sia per quanto riguarda gli ambienti.

Un altro settore fondamentale è quello della sicurezza in caso di emergenza; è proprio in casi come questo, infatti, che il ruolo del comandante assume pieno rilievo, trattandosi inevitabilmente della figura che deve prendere in mano la situazione in casi di incendio, recupero in mare o affondamento, quando la regolare gestione non è sufficiente a risolvere il problema. Il comandante coordina inoltre le esercitazioni di salvataggio, in modo da preparare l’intero equipaggio a rispondere nel miglior modo possibile.

  • L’ amministrazione
    Il comandante si occupa inoltre di tutte le principali mansioni amministrative che accompagnano la navigazione, ovvero l’aggiornamento periodico del diario di bordo, la gestione contabile delle risorse materiali e finanziarie e la gestione delle risorse umane. È altresì compito del comandante, infatti, dirigere l’operato dell’intero equipaggio (come un direttore d’orchestra gestisce i musicisti), monitorarlo e sostenerlo in caso di difficoltà.

In qualità di pubblico ufficiale, il comandante possiede inoltre nozioni di legge, conosce le procedure legali, i regolamenti e il ruolo delle istituzioni, anche allo scopo di relazionarsi con consolati, agenzie marittime e porti.

Quali sono i requisiti e le caratteristiche di un comandante navale

Nel paragrafo precedente abbiamo esaminato quali sono le mansioni di un comandante navale. Vediamo ora le caratteristiche e i punti di forza di questa figura professionale:

  • Il comandante navale ama il mare ed è disposto a dedicare la sua vita ad esso, compiendo sacrifici che forse non tutti sarebbero disposti a compiere: trascorre infatti lunghi periodi di navigazione, lontano dagli affetti personali e dai propri interessi, dedicandosi completamente al lavoro.
  • Il comandante navale conosce la geografia, nonché i principi e i metodi per descrivere e rappresentare la terra, il mare e le masse d’aria, comprese le loro caratteristiche fisiche, le collocazioni e le interrelazioni. Avere un innato senso dell’orientamento è una caratteristica molto importante per questa figura professionale, che ha la responsabilità di portare l’imbarcazione a destinazione nonostante le possibili intemperie.
  • Il comandante navale parla solitamente una o più lingue straniere. Ciò ha un duplice scopo: da una parte è utile per comunicare con l’equipaggio, che presenta solitamente individui di diverse nazionalità, e non è sempre facile mantenere un livello di comunicazione efficiente e preciso; dall’altra ha lo scopo di poter comunicare con le capitanerie di porto e i consolati stranieri, un’eventualità abbastanza frequente per questa professione.
  • Il comandante navale ha una discreta esperienza nelle telecomunicazioni: comunica via radio, pertanto conosce le trasmissioni, la radiodiffusione e le modalità di connessione e controllo dei sistemi di telecomunicazione.
  • Il comandante navale, inoltre, deve necessariamente presentare ottime doti di leader: essendo responsabile dell’imbarcazione e dell’equipaggio, deve saper coordinare e gestire al meglio gli sforzi di ognuno, motivare al raggiungimento del risultato e intervenire con freddezza nelle situazioni di emergenza. Sono dunque richieste ottime doti di problem solving.

Come si diventa comandante navale

Vediamo ora quali sono i percorsi di formazione principali per diventare comandante navale. Il primo passo è obbligatoriamente quello di diventare allievo ufficiale di coperta, il primo gradino per la scalata della gerarchia professionale. Per accedere a questo ruolo sono necessarie tre condizioni:

  • Aver compiuto la maggiore età (18 anni)
  • Essere iscritto nell’elenco matricole gente di mare di prima categoria
  • Essere in possesso di almeno uno dei seguenti certificati:
  1. un diploma di istituto nautico, la cosiddetta “scuola nautica”.
  2. una laurea triennale in scienze nautiche o facoltà affini.
  3. un qualsiasi diploma di maturità integrato da un modulo di allineamento di 500 ore, ovvero un corso specifico per Allievi Ufficiali di Coperta.

Per l’iscrizione nell’elenco matricole gente di mare si consiglia di consultare il sito della Guardia Costiera Italiana.

Per quanto riguarda la scuola nautica, si tratta di istituti di istruzione secondaria di secondo grado, nati dalle esperienze delle “Regie Scuole Nautiche” e dei “Regi Collegi Nautici”, dove si approfondiscono, oltre alle normali materie curricolari, tutte le discipline necessarie alla navigazione, dalla meccanica alle telecomunicazioni. Lo stesso discorso si applica alle facoltà universitarie di scienze nautiche, che tuttavia, in qualità di enti universitari, forniscono un’istruzione più approfondita.

Malgrado queste scelte rappresentino il percorso ideale, non è necessario averle intraprese per poter diventare comandante navale. Nel caso si abbia studiato in un qualsiasi istituto superiore, infatti, è comunque possibile ottenere una certificazione che offre la possibilità di diventare Allievo Ufficiale di Coperta senza il bisogno di intraprendere un corso universitario triennale: si tratta di corsi specifici ad hoc con un modulo di allineamento di 500 ore, allo scopo di integrare ad un normale diploma di scuola superiore tutte le nozioni che vengono approfondite negli istituti navali.

Gli istituti che offrono questa tipologia di corso formativo sono molteplici e diffusi in tutta Italia. Per l’elenco completo rimandiamo nuovamente al sito della guardia costiera italiana; tuttavia è opportuno menzionare due enti formativi altamente specializzati in questo campo, entrambi collocati a Genova: l’Istituto Tecnico Nautico San Giorgio e l’Accademia Italiana di Marina Mercantile.

Quanto guadagna un comandante navale

Lo stipendio di un comandante navale dipende altamente dall’anzianità di servizio e dal prestigio dell’armatore, nonché dalla difficoltà e dalla lunghezza della rotta di navigazione. Il comandante di un traghetto, ad esempio, compiendo tragitti brevi e potendo solitamente tornare a casa a fine giornata, rientrerà in una fascia retributiva nettamente inferiore al comandante di una petroliera, costretto a passare interi mesi in mare aperto e in balia delle onde.

Generalmente parlando gli stipendi variano dai 3.000 ai 10.000 euro, arrivando anche ai 13.000 euro in casi particolari. In condizioni normali, lavorare sulle navi da crociera è più remunerativo di lavorare sulle navi mercantili, poiché è in gioco la sicurezza di migliaia di persone; è questo il motivo per cui il comandante di una nave da crociera si trova al vertice della piramide per quanto riguarda lo stipendio.

Livelli e competenze dei comandanti navali

La normativa vigente al 2021 sostituisce il sistema di “classi” in cui erano precedentemente divisi i comandanti navali, e introduce una distinzione in base al tipo di imbarcazione da comandare; da questa classificazione possono dipendere vari fattori, come ad esempio lo stipendio del comandante:

  • Comandante su navi di stazza pari o superiore a 3000 GT
    Si tratta del livello più elevato. Il comandante che aspiri a questa qualifica deve aver effettuato almeno 36 mesi di navigazione in qualità di ufficiale di coperta su navi di stazza pari o superiore a 3000 GT. Le GT, o “tonnellate di stazza”, sono un’ unità di misura di volume equivalente a 100 piedi cubi (o2,83 metri cubi), che viene spesso utilizzata come unità di misura della stazza delle navi. È inoltre necessario completare corsi di addestramento specifici organizzati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, tra cui l’abilitazione ai mezzi di salvataggio veloci (MABEV).
  • Comandante su navi di stazza compresa tra 500 e 3000 GT
    I requisiti per questa qualifica sono simili a quelli della precedente; la differenza principale riguarda la stazza della nave di riferimento: navi più grandi, infatti, presentano una maggiore complessità sia per quanto riguarda le manovre di navigazione sia per quanto riguarda la gestione dell’equipaggio.
  • Comandante su navi che compiono viaggi costieri
    In questo caso parliamo di navi di stazza inferiore a 500 GT che compiono navigazione costiera. Fra le specifiche certificazioni necessarie per questa qualifica vale la pena citare l’abilitazione connessa ai servizi radio di bordo, rilasciata o riconosciuta dal Ministero dello sviluppo economico, e il certificato di assistenza medica, rilasciato o riconosciuto dal Ministero della salute.
  • Comandante per la navigazione litoranea
    La navigazione litoranea è limitata ai porti dello Stato, e a 6 miglia dalla costa. L’aspirante comandante navale deve aver effettuato almeno 48 mesi di navigazione in servizio di coperta di cui 24 mesi in servizio di guardia in navigazione in coperta. È necessario inoltre completare corsi di abilitazione in materia di prevenzione degli incendi, sicurezza personale e funzionamento dei Radar, oltre essere in possesso del certificato di Primo soccorso sanitario del Ministero della Salute.
  • Comandante del diporto
    Per ottenere l’abilitazione sulle navi da diporto, anche a noleggio, è necessario aver effettuato 24 mesi di navigazione su navi da diporto adibite al noleggio, di cui 12 mesi effettuati con periodi di navigazione internazionale breve, vistata dall’autorità marittima o consolare. È inoltre necessario il certificato di Primo soccorso.
  • Specializzazione vela
    Se siamo particolarmente interessati alla navigazione a vela possiamo indirizzarci verso questo percorso, che richiede il superamento di un esame teorico-pratico stabilito dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, e richiede la padronanza di tutti i metodi di navigazione per le unità dotate di propulsione velica.


Come si entra in Marina Militare

Finora abbiamo parlato di come diventare il comandante di una nave civile, ovvero disciplinata dalla marina mercantile. E se invece volessimo comandare una nave militare?

In tal caso il procedimento risulta ben diverso: per entrare nella Marina Militare Italiana, infatti, bisogna obbligatoriamente procedere tramite concorso pubblico, sia nel caso di volontario in ferma prefissata sia nel caso di maresciallo o ufficiale; queste ultime figure professionali, in caso di passaggio del concorso, verranno poi formate presso l’Accademia Navale di Livorno. I Bandi di Concorso vengono pubblicati ogni anno, solitamente intorno ai mesi di Settembre – Ottobre, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. A tal proposito può risultare interessante il nostro articolo su come intraprendere la carriera militare.

Considerazioni finali

In conclusione, abbiamo tracciato una panoramica della figura professionale del comandante navale: si tratta di un lavoro complesso e carico di responsabilità, che può richiedere lunghi mesi lontano da casa e dai propri affetti, quindi non certo alla portata di tutti.

Tuttavia, se ami il mare e non hai paura delle sfide, potrebbe risultare un percorso professionale immensamente gratificante.

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