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Lavorare come astronomo: competenze formazione e guadagni possibili

Il lavoro dell’astronomo è uno dei più affascinanti mestieri che si possono immaginare almeno sulla carta. Molti di noi da bambini hanno osservato il cielo e le stelle, sperando un giorno di poter fare parte di quel mondo così magico trovando un lavoro che possa farci vivere con la testa tra le stelle.

Dal classico lavoro di astronauta, che molti bambini indicano come mestiere dei sogni, fino a quelli meno romantici se vogliamo ma altrettanto fondamentali, come appunto quello dell’astronomo.

Parliamo poi di una figura professionale che ha aiutato moltissimo l’umanità nel corso della sua evoluzione, aiutando a capire e comprendere nel dettaglio quelle che sono le meccaniche di funzionamento dell’universo: se al giorno d’oggi conosciamo lo spazio molto meglio rispetto a qualche decennio o addirittura secolo fa lo dobbiamo proprio al lavoro svolto anche dagli astronomi che durante le loro osservazioni sono riusciti ad avere intuizioni geniali, a scoprire cose incredibile e a confutare teorie rivoluzionarie.

Un lavoro quindi che sta assumendo nuova e rinnovata fama anche in tempi moderni, dove lo spostamento della divulgazione scientifica verso nuove piattaforme di condivisione, come ad esempio i social oppure Youtube ha portato ad un interesse sempre maggiore per l’astronomia anche nelle nuove generazione dopo un periodo di leggero appannamento dovuto al rallentamento della corsa allo spazio.

Ora grazie alle nuove tecnologie, e ai nuovi player privati per quello che riguarda la corsa allo spazio si assiste ad un aumento dell’interesse verso tutto quello che ruota attorno al mondo dell’astronomia e dello studio dell’universo in generale.

Vediamo allora di stilare una breve guida sulle caratteristiche di questo affascinante lavoro, sperando di ispirare qualche giovane alla ricerca di una spinta verso la propria carriera lavorativa del futuro.

Cosa fa un astronomo

L’astronomo è quella figura professionale che si occupa dello studio dei fenomeni e degli eventi che avvengono nel nostro sistema solare ma anche oltre, cioè verso le zone dello spazio interstellare. 

Per avere l’idea precisa di quello che avviene nell’universo e dei fenomeni che accadono continuamente nello spazio l’astronomo utilizza il metodo dell’osservazione.

Da questo punto di vista l’azione principale di questo lavoro non è cambiata molto nel corso dei secoli, se pensiamo che anche Galileo Galilei si affidava all’osservazione al telescopio per formulare le proprie teorie sul funzionamento dell’universo (che gli costarono caro tra le altre cose…).

Naturalmente a cambiare radicalmente è stata la tecnologia, che permette di oggi come di oggi di avvalersi di strumenti infinitamente più potenti di quelli a disposizione nei secoli precedenti. Anche il modo di osservare al telescopio è decisamente cambiato.

Non dobbiamo più immaginare l’astronomo come un uomo seduto su di una collina con il proprio telescopio intento a scrutare il cielo. Ora un astronomo lavora in uffici, e con l’ausilio di potenti computer è in grado di visionare immagini e dati che vengono raccolti dai moderni telescopi posti in tutte le parti del mondo oppure addirittura posizionati nello spazio aperto come il famoso telescopio Hubble lanciato nell’orbita bassa della terra nel 1990 e ancora funzionante a tutt’oggi.

Quindi l’astronomo scruta sì il cielo come si faceva una volta, ma lo fa in maniera totalmente diversa riuscendo ad interpretare quello che accade non solo con l’ausilio delle immagini, oggi computerizzate e in alta risoluzione, ma anche interpretando i dati che vengono raccolti dai moderni telescopi, che sono in grado di risalire alla composizione chimica di quello che vedono.

Ma quella di scrutare il cielo non è la sola operazione richiesta ad un astronomo. Oltre a questa attività, la mansione richiede anche altri specifici compiti che devono essere assolti per svolgere un lavoro completo.

Anzitutto l’astronomo formula ipotesi e prova a confutarle attraverso l’applicazione di modelli matematici e fisici. Infatti oltre alla dicitura astronomo spesso vediamo accompagnata quella di astrofisico, cioè quella figura professionale che applica le leggi conosciute della fisica delle sostanze e dei materiali per confermare delle teorie che provino a spiegare il funzionamento dell’universo e di quello che lo compone.

Di importanza fondamentale per arrivare alla conferma delle teorie espresse è la parte sperimentale, quindi l’astronomo o astrofisico in questo caso, sovrintende quelli che sono gli esperimenti che dovranno materialmente confutare le ipotesi formulate in fase di analisi. 

In seguito avviene un altro dei compiti fondamentali dell’astronomo, quello cioè della pubblicazione dei propri risultati e delle proprie teorie sugli organi di stampa ufficiali della comunità scientifica. Assieme alla scrittura di articoli che possano spiegare il lavoro svolto l’astronomo professionista deve essere anche molto prolifico sotto l’aspetto della divulgazione scientifica, con la pubblicazione di saggi e ricerche sperimentali che possano fornire un contributo importante alla scienza cui partecipa.

Infine l’astronomo potrebbe avere tra le sue mansioni quella dell’insegnamento, soprattutto nel caso in cui le sue ricerche siano finanziate da fondi pubblici o si svolgano all’interno di contesti accademici privati: in questo caso chi svolge la mansione di astronomo sarà chiamato ad essere assistente o responsabile di cattedra presso le università che contemplano tra i loro percorsi di studio anche quello dell’astrofisica e dell’astronomia generale.

E proprio su quello che interessa il percorso accademico e scolastico verte tutta la prossima parte della nostra descrizione sul lavoro dell’astronomo.

La formazione per diventare astronomo

Partiamo subito da un’informazione basilare ed importante: per lavorare come astronomo servono solide basi in matematica e fisica, quindi il percorso di studi è fortemente consigliato a chi si è fin da subito avvicinato ad una formazione di tipo scientifica, partendo dalla scelta del liceo.

Poi ovviamente gran parte delle competenze vengono costruite durante il periodo accademico, con una vita universitaria che può durare davvero lungo tutto il percorso di durata di questo mestiere, che come abbiamo visto può iniziare da semplice studente per divenire poi professore.

Solitamente il percorso di studi per lavorare come astronomo è composto da una laurea breve triennale a cui si deve poi affiancare una specializzazione della durata di due anni.

Il primo passo è quello di conseguire quindi la laurea magistrale in astronomia, che è a tutti gli effetti equiparata a quella di fisica. 

Gli argomenti trattati durante il corso di studi per diventare astronomo saranno quindi:

  • Analisi matematica; 
  • Chimica; 
  • Fisica classica 
  • Fisica moderna; 
  • Astrofisica di pianeti, stelle e galassie; 
  • Fisica dello spazio e del mezzo interstellare; 
  • Fotometria, 
  • Spettroscopia 
  • Ottica astronomica;
  • Cosmologia.

Nella maggior parte dei casi per accedere al corso di laurea sarà necessario svolgere un test di ingresso che però non risulta vincolante per l’ammissione o meno al corso di studi, ma può fornire precise indicazioni su quelle che sono le proprie inclinazioni e aiuta a capire se quello che ci si appresta ad affrontare sia il giusto percorso di studi in base alle proprie caratteristiche.

Molto importante nella fase di studio è scegliere l’ateneo giusto per avere una formazione migliore possibile e anche perché l’università frequentata è un importante biglietto da visita verso l’ambiente di questo lavoro.

Per la formazione adatta i migliori atenei mettono poi a disposizione anche la strumentazione migliore cosa che permette al futuro astronomo di prendere confidenza con tutti quelli che saranno i macchinari utilizzati per svolgere il lavoro di ricerca al meglio, a partire dai super telescopi fino agli osservatori, passando per i computer utilizzati per fare il calcolo parallelo (cioè quando dovendo elaborare una enorme mole di dati si utilizzano risorse di super computer messi online per effettuare i calcoli esatti).

Le Skills di un buon Astronomo

Come in tutti i lavori, anche quello dell’astronomo richiede delle abilità molto specifiche e altre più generali per essere svolto alla perfezione.

Le hard Skills di un astronomo

Naturalmente se parliamo di competenze specifiche non possiamo che citare le nozioni di matematica e fisica. Un buon astronomo deve conoscere tutti principi matematici e le leggi fisiche che governano l’universo. 

Oltre a questo un astronomo deve anche però avere una conoscenza approfondita della geografia dell’universo, e conoscere la storia di quelle che sono state le scoperte fin qui confermate in questo campo.

Si tratta comunque di competenze che si possono acquisire solo attraverso dei completi e strutturati percorsi di studio come quelli elencati in precedenza.

Le soft skills di un astronomo

Il campo delle soft skills di un astronomo è senza dubbio meno ostico di quello visto per le competenze di tipo specifico.

Di base chi vuole approcciarsi a questo lavoro deve avere una passione per tutto quello che coinvolge lo spazio e l’esplorazione spaziale. Ma deve anche essere naturalmente portato per le materie scientifiche perché deve essere perfettamente consapevole della fondamentale importanza del metodo scientifico per lo svolgimento responsabile di questo lavoro.

A fianco a queste attitudini generali, un astronomo deve anche essere una persona estremamente precisa (cosa obbligatoria in un lavoro dove i calcoli precisi sono fondamentali) e nel caso il suo lavoro di ricerca lo porti anche a dover assumere il ruolo di docente dovrà mettere necessariamente sul piatto anche una discreta dose di pazienza con le nuove leve.

Gli sbocchi professionali per un laureato in Astronomia

Tra le varie materie scientifiche che si possono approcciare attraverso un percorso di studi forse quella dell’astronomia è una di quelle che sembra avere il futuro più incerto e fumoso.

In realtà vi sono notevoli possibilità per lo svolgimento di questo lavoro, che vanno da quelle più teoriche fino a quelle più pratiche ed entusiasmanti.

Lo sbocco naturale per un laureato in Astronomia e astrofisica è quello della ricerca restando all’interno del proprio ateneo di formazione. Gli studenti più brillanti di grandi università spesso vengono trattenuti per svolgere attività di ricerca.

Ma ci sono anche grandi atenei all’estero, soprattutto negli Stati Uniti che attirano le menti più importanti del mondo offrendo cattedre per svolgere insegnamento e ricerca allo stesso tempo: pensiamo ad esempio alla Caltech (il celebre California Institute of Technology) 

Un altro sbocco possibile è quello della vera e propria esperienza sul campo, vale a dire nelle missioni spaziali. Un Astronomo ha del resto le conoscenze adatte per affrontare quelle prove e con l’adeguata preparazione fisica il lavoro dell’astronauta non è escluso per un laureato in astronomia, anzi.

Se pensiamo che ad esempio molto del lavoro degli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale è di tipo sperimentale, quindi alle prese con esperimenti preparati sulla terra ma da confutare in ambito spaziale, non è poi così strano pensare che queste figure possano essere utili anche nella vera e propria opera di esplorazione spaziale.

I guadagni di un astronomo

Ma alla fine di tutto qual è lo stipendio di un astronomo?

Partiamo dicendo che non è assolutamente facile dare una risposta univoca a questo quesito perché è soggetto a troppe variabili.

Come abbiamo visto lo sbocco più comune per un astronomo è quello della ricerca, e sappiamo tutti come in questo campo, soprattutto in Italia, la situazione non sia delle più rosee. Lo stipendio mensile fatica ad arrivare ai 2000 Euro e soprattutto non c’è mai una vera e propria sicurezza. 

La situazione cambia quando si diventa professori di ruolo e viene assegnata una cattedra: in questo caso lo stipendio si alza anche fino a 2500 Euro mensili e soprattutto la mansione diventa a tempo indeterminato.

Esiste poi la possibilità per un astronomo di avere una fonte di guadagno dalle sue pubblicazioni e collaborazioni con riviste specializzate del settore: per arrivare a quel livello è chiaramente necessario essersi comunque costruita una solida fama alle spalle ed essere un nome conosciuto nell’ambiente accademico.

In questo caso i guadagni si alzano sensibilmente e tutto il lavoro di ricerca e insegnamento diventa quasi secondario.

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