[2022] Come funziona il collocamento mirato?
Il collocamento mirato (ex collocamento obbligatorio) consiste in una serie di misure e strumenti volti a facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro da parte dei disabili, i quali a loro volta appartengono alle categorie protette.
Le misure, regolate per legge, hanno sia l’obiettivo di integrare e fornire un’opportunità di impiego al lavoratore disabile sia mirano a valorizzare la risorsa umana rendendola un valore aggiunto per l’azienda privata o per la PA.
In questo articolo approfondiremo il tema del collocamento mirato, si vedrà cos’è e cosa prevede la legge 68 del 1999.
Inoltre, sono approfondite le procedure previsto per il collocamento mirato presso la Pubblica amministrazione e un focus è dedicato al trattamento economico del lavoratore disabile.
Tabella dei contenuti
Cos’è e cosa si intente per collocamento mirato
Il collocamento o impiego mirato per disabili mira, come anticipato, ad inserire la risorsa all’interno di un contesto lavorativo il quanto più adatto alle proprie competenze, capacità e punti di forza.
L’espressione collocamento obbligatorio, oggi non più utilizzata, si riferisce al fatto che sussistono obblighi di legge ai quali le aziende con un minimo di 15 dipendenti devono attenersi. Questi, nello specifico, prevedono l’obbligo di assumere lavoratori con un’accertata disabilità. Gli obblighi come vedremo riguardano anche la PA.
La legge 68/99: diritto al lavoro dei disabili
La legge del 12 marzo 1999, n 68: Norme per il diritto al lavoro dei disabili, contiene tutta una serie di misure a tutela delle persone che per via di un grado di disabilità non hanno le medesime opportunità di inserimento nel mercato del lavoro rispetto a coloro che non hanno alcuna disabilità.
La suddetta legge è specifica per le cosiddette categorie protette, tra le quali rientrano:
- Invalidi civili;
- Invalidi del lavoro;
- Ma anche non vedenti, non udenti o invalidi di guerra.
La legge, inoltre, tutela altresì altre categorie di lavoratori quali: orfani, familiari di vittime di terrorismo o criminalità organizzata.
Come evidenziato all’articolo due, il collocamento mirato per disabili dispone che ai lavoratori siano attribuite mansioni compatibili con il proprio grado di disabilità.
L’obbligo di assunzione di un lavoratore iscritto alle liste di collocamento mirato è previsto per le aziende che abbiano almeno 15 dipendenti.
In particolare, la legge prevede l’assunzione di:
- 1 lavoratore appartenente alle categorie protette per le aziende con numero di dipendenti compresi tra 15 e 35
- 2 lavoratori appartenenti alle categorie protette per le aziende con numero di dipendenti compresi tra 15 e 35
- Il 7% dei dipendenti sono riservati ai disabili per aziende superiori a 50 dipendenti.
Collocamento mirato INPS
Come riportato dal portale ufficiale dell’INPS, l’accesso al collocamento mirato per i disabili è tale quando l’invalidità è superiore al 45%.
È necessaria una certificazione che attesti l’invalidità rilasciata da appositi uffici dei Centri per l’Impiego, oppure, da organi provinciali preposti a rilasciare il certificato.
Il cittadino, in generale, al fine di accedere alle liste di collocamento mirato ha dunque bisogno di:
- Un certificato medico;
- Presentare la domanda all’INPS attraverso la procedura telematica;
- Effettuare un’ulteriore visita presso la Commissione medica integrata.
Sul portale unico dell’INPS, è possibile caricare il certificato medico e allo stesso tempo presentare la domanda per il collocamento mirato evidenziando la disabilità: civile, cecità, sordità.
Collocamento obbligatorio disabili
Come già evidenziato, i lavoratori appartenenti alle categorie protette, in particolare i disabili, dopo aver adempito a tutte le procedure vengono collocati nelle liste di collocamento obbligatorie.
Le aziende, obbligate ad assumere uno o più lavoratori appartenenti alle suddette liste, beneficiano di inventivi sui contributi da versare al lavoratore.
L’ammontare dei contributi non è fisso, ma determinato sulla base del grado di disabilità.
In alte parole più è l’invalidità accertata è maggiore sarà l’incentivo corrisposto all’azienda.
È bene evidenziare che lo sgravio fiscale sui contribuiti è riconosciuto solo in caso di tipologia di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
È compito delle aziende rispettare le leggi assumendo lavoratori iscritti alle liste di collocamento mirato.
Le organizzazioni hanno diverse modalità per rispettare gli obblighi di legge, ad esempio: stipulando convenzioni con i Centri per L’impiego o assumendo direttamente il lavoratore appartenente alle liste.
Il collocamento mirato è dunque obbligatorio e incentivato dalla legge, tuttavia sussistono alcune condizioni che permettono all’azienda di non assumere, per un arco di tempo non maggiore di tre mesi, un lavoratore disabile. I casi previsti sono:
- Ristrutturazione o riorganizzazione;
- Fallimento o liquidazione;
- Stipula di un contratto di solidarietà;
- Licenziamenti collettivi che hanno coinvolto più di 5 dipendenti.
Talvolta, l’esonero può estendersi da tre a dodici mesi ma devono sussistere particolari condizioni tra queste: le attività lavorative sono pericolose per il lavoratore disabile, le attività sono faticose o particolari.
Infine, alcune aziende sono totalmente esonerate dall’obbligo di assunzione di uno o più lavoratori disabili quando o svolgono attività edili, di manutenzione o industriali oppure si impegnano a versare ai propri dipendenti un tasso di premio INAIL non inferiore a 60×1000.
Collocamento mirato nella pubblica amministrazione
La Pubblica Amministrazione ha, al pari delle aziende private, l’obbligo di assumere lavoratori inseriti nelle liste di collocamento mirato.
I vincoli e gli obblighi da parte della PA sono contenuti nel Decreto legislativo n.165 del 2001 all’articolo 35.
Il lavoratore disabile ha diritto ad essere assunto, previo superamento dell’apposito concorso pubblico oppure, per le mansioni che non prevedono un concorso queste devono essere compatibili con il grado di disabilità.
Tornando al concorso pubblico, i lavoratori iscritti alle liste speciale hanno diritto ad alcuni posti riservati, il numero è determinato per legge ed è variabile da concorso a concorso.
In generale, i bandi di concorso possono prevedere prove d’esame diverse tra le categorie di lavoratori, ciò si verifica per cercare di far concorrere tutti con le medesime possibilità.
Infine, è bene sottolineare che qualora la Pubblica Amministrazione disponga il blocco delle assunzioni, queste non esimono l’ente a rispettare le quote d’obbligo previste dalla legge.
La PA ha altresì la possibilità di stipulare una convenzione con il Centro per l’Impiego provinciale e prevedere un programma di inserimento specifico per la persona affetta da disabilità.
Le liste di collocamento mirato
Le liste di collocamento mirato conosciute anche come liste di collocamento obbligatorio o speciale raccolgono l’elenco di tutti i lavoratori appartenenti alle categorie protette.
È compito dei Centri per l’Impiego provinciali redigere e rendere pubbliche le liste.
A seconda del grado di disabilità e di altri criteri che vedremo a breve è stilata una classifica.
La graduatoria tiene conto, oltre che del grado di disabilità, di altri aspetti quali:
- Il tempo di permanenza nella lista;
- La fascia economica;
- Il numero di familiari a carico,
- La disponibilità/possibilità di locomozione.
In generale, qualsiasi persona con un’invalidità, in stato di disoccupazione e che rientra nelle condizioni precedentemente esposte ha diritto ad essere inserito nelle liste di collocamento mirato.
Oltre lo stato di disoccupazione è ammesso l’accesso alle liste anche nel caso in cui il lavoratore è: occupato da non più di sei mesi, qualora non riesca a percepire un reddito annuo superiore agli 8.000 EUR lordi, nel caso in cui lavori autonomamente e non riesca a dichiarare più di 4.800 EUR lordi annui.
Dal lato del lavoratore, questo è tenuto a confermare la volontà di mantenere l’iscrizione alla lista di collocamento a cadenza annuale.
Collocamento mirato: trattamento economico
Infine, I lavoratori assunti mediante le procedure previste dal collocamento mirato hanno diritto ad una retribuzione pari a quelle degli altri lavoratori.
La legge, infatti sul tema non prevede distinzioni tra lavoratori disabili e altre categorie di lavoratori.
Rimane, tuttavia, obbligatorio per le aziende assegnare lavori e mansioni compatibili con la disabilità.
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