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Maricla Pannocchia – scrittrice, agente letterario, presidente associazione adolescenti e cancro

Raccontaci di te, chi sei, cosa fai e come sei riuscita a raggiungere la tua posizione lavorativa attuale?

Io mi chiamo Maricla ho 36 anni, sono della Toscana e sin da piccola mi è sempre piaciuto scrivere, infatti sono scrittrice con tre libri pubblicati. Sono anche articolista, copywriter, ghostwriter… insomma, tutto quello che ha a che fare con il mondo della scrittura.

Scrivo principalmente di tematiche sociali e di viaggi. Sono gli argomenti che mi interessano di più. Sei anni fa ho fondato un’Associazione che si chiama Adolescenti e Cancro attraverso la quale offro supporto divulgativo e tante altre attività gratuite a ragazzi tra 13 e 24 anni da tutta Italia, che hanno o hanno avuto una malattia oncologica. Poi ovviamente dalle semplici gite, nel corso di questi sei anni l’Associazione si è ampliata e ora è diventata un posto in cui le famiglie possono far sentire la propria voce.

Però in questi giorni sono successe delle vicende e diciamo siamo in periodo di transizione per quanto riguarda l’Associazione, perché devo tutelare me stessa e lo dico chiaramente proprio perché quando uno sceglie una carriera, soprattutto se in maniera indipendente, non va tutto liscio, magari non va tutto come avevamo programmato, quindi lo dico perché magari gli ascoltatori possono trovarsi in un momento serio di difficoltà dove bisogna scegliere quale strada imboccare. Insomma, è importante mantenere la calma e ragionare lucidamente.

Cosa significa per te la giornata internazionale della donna?

Secondo me la giornata – come tutte le giornate – nemmeno dovrebbe esistere. Non dovrebbe esistere una differenza tra uomo e donna ma siamo tutti esseri umani. Detto questo, purtroppo ormai è come se fosse insito dentro di noi il pensiero inconscio che in qualche modo la donna valga meno.

Se ci guardiamo intorno, noi già siamo in una posizione privilegiata perché viviamo in un paese come l’Italia dove certi diritti comunque sono garantiti, i diritti che a volte sono scontati come l’andare a scuola o scegliere che lavoro fare, poter scegliere se rimanere single o chi sposare.

Sappiamo benissimo che in tante altre parti nel mondo, ci sono non solo donne ma anche ragazzine e bambine molto giovani, che subiscono abusi fisici, psicologici, sessuali e che devono lottare ogni singolo giorno per cose che noi diamo per scontate, come appunto l’istruzione, scegliere chi sposare, avere acqua pulita, e tutti i rischi che corrono per avere delle banalità.

Quindi secondo me la Giornata Mondiale della Donna dovrebbe accendere i riflettori su tutte le varie problematiche, purtroppo sono tantissime, che un po’ in tutto il mondo colpiscono appunto le donne perché sappiamo benissimo che anche nella società occidentale ci sono i femminicidi, differenze di genere, donne e pagate meno degli uomini pur facendo lo stesso lavoro, e molte altre problematiche.

Ecco quindi, che sia una giornata non tanto per dire auguri alle donne in maniera generica, ma che ci spinga a ricordare, a riflettere su tutte le problematiche che effettivamente spesso hanno un effetto negativo sulla vita quotidiana di tante persone.

Quale pensi sia la più grande sfida dell’essere donna oggi?

Un po’ tutte queste cose menzionate prima sommate, ma più che altro penso che sia la vicinanza le une con le altre.

Stare vicino alle altre donne, perché magari in un certo senso anche già da bambine ci sono le invidie, magari anche le mamme che spingono le figlie in una certa direzione appunto solo per invidia, sul voler prevaricare sulle altre. Se, per esempio, la tua compagna di scuola ottiene un successo, magari – soprattutto negli adolescenti – si può provare invidia, cose del genere. Invece penso che sia importante fare rete fra donne, supportarsi a vicenda non solo in casi estremi di violenze ma proprio nella vita quotidiana, lanciare messaggi positivi alle altre.

Pensiamo ai classici esempi di bullismo. Mi ricordo che, quando ero alle superiori, c’erano delle ragazze che prendevano di mira delle altre ragazze sull’aspetto fisico, oppure le chiamavano “secchione” perché erano molto studiose, ecc.

Cose del genere non è vero che non hanno importanza, prima di tutto influiscono sull’adolescente nel momento in cui succede, ma poi sono ferite che queste persone si portano per tutta la vita, soprattutto se avvengono durante l’adolescenza perché è il periodo di formazione. Quindi le parole sono importanti quanto anche le azioni, possono ferire ugualmente, ricordiamocelo, ci sono tante donne che non ci pensano due minuti a dire “guarda come è grassa quella”, “ma certo che se tu fossi più alta”, “ma come ti vesti”, “ma quel ragazzo come ha fatto ad uscire con te”, e via dicendo. Invece dobbiamo fare rete perché – e vale per qualunque argomento sociale – finché siamo frammentati i potenti saranno sempre sopra di noi.

Bisogna fare rete fra donne, in questo caso.

Qual è il tuo superpotere?

Ora nell’ottica degli ultimi giorni di quello che è successo con la mia Associazione, direi la capacità di reinventarmi.

Penso che la società ci dia una sorta di paletti che dobbiamo raggiungere, invece la capacità di reinventarsi e mettere tutto sempre in dubbio è importante. Io personalmente pensavo che quest’Associazione che ho aperto sei anni fa e mi ha cambiato la vita in positivo, e ha cambiato la vita di tante persone in positivo, beh, pensavo che avrei camminato su un unico binario per il resto della mia vita. Invece quello che è successo ora mi sta spingendo ad ampliarmi e seguire l’esempio di altre persone e altre attività che mi hanno sempre interessata ma, per qualche motivo, ho sempre lasciato in secondo piano. Ho dedicato sei anni della mia vita a costruire questa Associazione da sola e non è semplice. Appunto mi è sempre piaciuto viaggiare eppure ho fatto solo vacanze, e non viaggi.

Io sono sempre stata interessata ad altri argomenti sociali, come appunto con il Terzo Mondo, però li ho lasciati sempre da parte. Ero solo concentrata su questo lavoro riguardo il cancro nell’adolescenza, insomma, ora mi si è aperto tutto un nuovo mondo e quindi non è che questa cosa mi ha fatto paura, perché può far paura quando ti crolla il castello di carte che ti eri costruita. Però devi prendere le cose una per una e magari non è più un castello, magari è una reggia o una capanna o quello che è. E’ la prossima mossa giusta per te. Io penso che il destino esista in un certo senso, si può plasmare ma esiste, e ci guida in una certa direzione.

Quindi questo è il consiglio che, partendo dalla mia esperienza, voglio dare alle persone: non date niente per scontato, non pensare che fra dieci, venti, trent’anni sarai la persona che se oggi, o quella che oggi pensi che sarai.

Essere donna ha in qualche modo influenzato la tua esperienza? Hai un episodio in particolare da voler raccontare?

Influenzato la mia esperienza, no, non credo. Penso che ognuno sia un individuo, uomo donna che sia, e che quindi io sono ovviamente donna e ho una certa sensibilità eccetera ma non è detto che non l’avrei avuto se fossi nata uomo perché ho conosciuto tanti ragazzi e tanti uomini che non hanno paura di far vedere le proprie emozioni e le proprie vulnerabilità.

Ci sono pericoli a cui noi donne siamo più esposte magari rispetto agli uomini; porto sempre il classico esempio uscire la sera. Mi sono capitate brutte delle esperienze proprio perché donna. Mi ricordo quando andai in vacanza con mia sorella, eravamo entrambe nell’età delle scuole superiori, in vacanza da sole.

Andammo a Gardaland, siamo state al parco fino a tarda notte, e poi abbiamo preso un autobus per tornare indietro, abbiamo sbagliato fermata e questo autista dell’autobus si offrì di accompagnarci in macchina, non c’era nessun’altra opzione se non accettare, altrimenti saremmo dovute rimanere tutta la notte in aperta campagna, e mi ricordo che siamo salite domandandoci: ci violenterà? Ci ucciderà? Non è normale, ci siamo prese una paura e ce lo ricordiamo ancora. Poi abbiamo fatto finta di essere al telefono con nostro padre, ed era vero, solo che lui era in Toscana, e questo signore non lo sapeva.

Per fortuna quest’uomo ci ha accompagnate davvero all’hotel, però a un ragazzo paradossalmente questi dubbi nemmeno gli passano nemmeno per la testa. Per noi era quasi una certezza. Posso dire che siamo state fortunate.

Nella tua vita hai avuto qualcuno che ha avuto un impatto significativo sulle tue scelte?

Ci sono stati tanti dei ragazzi che ho conosciuto grazie alla mia Associazione Adolescenti e Cancro, in particolare c’è’ una ragazza inglese che ho conosciuto all’inizio, nel 2014, quando io ho scritto questo romanzo che racconta la storia di due ragazze adolescenti, di cui una malata di leucemia.

Non sapevo niente sull’argomento del cancro nell’adolescenza, mi sono messa a fare delle ricerche e ho visto i suoi video su YouTube, dove lei raccontava l’esperienza che stava vivendo con un sarcoma.

E sono rimasta colpita dalla sua personalità, dal modo in cui affrontava di petto la malattia e quindi l’ho contattata su Twitter e le ho spiegato la mia idea di fare qualcosa per i ragazzi italiani, anche se non avevo le idee molto chiare.

E lei, pur abitando in Inghilterra, si è subito appassionata alla causa e mi ha subito aiutata e poi nel corso degli anni, quando ho organizzato le gite qui in Italia con i ragazzi l’ho invitata due volte e quando io sono andata alla conferenza per ragazzi oncologici in Inghilterra, ci siamo incontrate lì, e insomma è nata un’amicizia profonda. Durante le volte in cui ha partecipato alle nostre gite ci siamo confrontate e parlate davvero a livello umano e ora che è successa questa cosa nell’Associazione ieri le ho scritto e stamani ho avuto una sua risposta e sono quelle risposte che davvero ti dici: “ Il destino mi ha mandato un angelo per avermi portato una persona del genere”.

Io dico sempre che se non avessi non incontrato lei, non avrei avuto la motivazione, perché l’ho detto a questa ragazza così speciale che voglio aiutare quelli come lei.

Da quel momento ho aperto l’Associazione.

Questa ragazza ora sta bene e penso a un miracolo perché ne ha avuti due di sarcomi e purtroppo ha dovuto subire tante brutture.

Veramente è stata una situazione molto molto problematica però momentaneamente sta bene, anche se purtroppo ha subìto un’amputazione di una gamba. Però fortunatamente è viva. Per me questa è appunto una persona che mi ha fatto fare un cambiamento nella vita, ma ce ne sono tanti altri di ragazzi che mi hanno, pian piano, formata.

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