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Intervista a Daniela Mascaro – Psicologa clinica e Life Coach

Oggi intervistiamo Daniela Mascaro, Psicologa clinica e life coach. Daniela ci racconterà la sua esperienza con una professione interessante principalmente dato il fatto che è riuscita a iniziare fin quasi da subito a lavorare online, indipendentemente dal luogo fisico.

Raccontaci di te, chi sei, cosa fai e come sei riuscita a raggiungere la tua posizione lavorativa attuale?

Ho 36 anni, vivo in Spagna dove lavoro come life coach e psicologa, mi occupo principalmente di gestione dello stress, gestione delle emozioni, ansia, mentalità positiva e lavoro principalmente online. Anzi lavoro esclusivamente online.

Le sessioni che faccio con i miei clienti sono on line.

Come sono arrivata a fare il lavoro che faccio… Ci sono arrivata perché uscita dall’università ho realizzato che mi piaceva tantissimo lavorare nel campo della psicologia e del coaching però non mi piaceva l’idea di essere bloccata in un posto solo dove avrei avuto uno studio.

Quindi rimanere ferma in una città, avrei voluto viaggiare, da lì è venuta l’idea dell’online che all’epoca nel lontano 2014 era un po’ una cosa strana: una psicologa che fa le sessioni online.

Ero in Italia nel 2014 poi mi sono spostata in Spagna, adesso lavoro in Spagna da tre anni. Mi trovo molto bene, mi piace molto. Poi il fatto di creare un lavoro che si può fare online, mi ha permesso di organizzarmi la vita e la giornata lavorativa come voglio io, in un posto come la Spagna esci e bene o male c’è quasi sempre il sole.

La questione del lavoro in proprio, lavoro per me, lavoro online e quindi può sembrare “ah! Che bello esci, puoi prendere le vacanze quando voi”. Questo è il lato positivo, però finchè non ti dai un’organizzazione la tua vita è un uragano.

Mi sono ritrovata spesso a fare sera, a non rendermi conto che passavano le ore perché ci ho messo un po di tempo ad organizzarmi e a capire bene come gestire la mia giornata.

Cosa significa per te la giornata internazionale della donna?

Cosa significa davvero per me? Se ci penso quello che mi viene in mente è che realizzo quanta libertà abbiamo noi donne di adesso del 2021 anche solo rispetto a un passato veramente recente, che anche solo una o due generazioni fa, penso sempre che io ho avuto la fortuna, la libertà, la possibilità di studiare una cosa che amo spassionatamente, la psicologia, e fare una carriera in questo, e solo mia mamma che è una generazione prima di me non l’ha fatto, perché non lo ha potuto fare per una serie di motivi, quindi vedere dove siamo arrivate, quello che possiamo fare, la libertà che abbiamo di fare adesso come come donne, è una cosa che mi viene in mente quando penso alla giornata internazionale delle donne.

Quale pensi sia la più grande sfida dell’essere donna oggi?

Guarda penso che abbia a che fare con l’avere chiaro chi siamo e cosa vogliamo, al di là di quello che crediamo di dover essere o di dover fare. Nel senso che da una parte ci sono tutti i social, la tv tutta, la pressione che ti mostra un certo tipo di immagine di come la donna dovrebbe essere.

Dall’altra parte, quasi opposta, c’è tutta un’altra realtà. Quello che io vedo che c’è molta influenza da parte di questa narrativa che sembra andare avanti adesso, che dal portiamo avanti i diritti delle donne, l’uguaglianza la parità, perché noi valiamo tanto quanto gli uomini, sembra quasi che sia diventata “noi donne siamo uguali agli uomini”.

Quindi questo ti porta a voler essere dura, a voler dimostrare qualcosa, anche a non permetterti di essere donna, senza essere dura magari su un ambiente di lavoro. O non permetterti di scegliere di avere una famiglia, piuttosto che avere la tua carriera e fartelo scegliere in maniera tranquilla, senza sentire una forte pressione sociale.

Quindi mi sembra che la più grande sfida sia questa, cioè avere chiaro, senza che ci interessi cosa pensano gli altri o cosa crediamo di dover fare per poter avere successo, per poter essere felici, capire davvero chi siamo e che cosa vogliamo davvero dalla vita.

Quale pensi sia la parte migliore dell’essere donna oggi?

Vedi si collega la risposta che ti ho dato prima. Credo che sia la libertà di poterci gestire come vogliamo, di poter parlare come vogliamo, di poter fare il lavoro che vogliamo nella maggior parte dei casi, laddove anche lì fino a qualche tempo fa non è che fosse così, dall’abbigliamento alla carriera non è che fosse proprio così facile.

Penso anche per esempio a quanto viene accettata l’espressione delle emozioni nelle donne, il fatto che una donna possa esprimere delle emozioni rispetto a come viene visto un uomo che esprime delle emozioni, che quindi ha bisogno di mantenersi un po’ più duro un po’ più stabile un po’ più sicuro e penso che questa sia la parte più bella.

In genere ruota tutto intorno alla libertà per me il concetto dell’essere donna adesso.

Quale consiglio daresti alle donne del futuro che vogliono seguire la tua stessa carriera?

Come psicologa quindi? Alle future psicologhe. Allora direi di studiare tanto e bene all’università, e di prendere tutto quello che l’università ti può dare, perché io ancora adesso dopo tanti anni che ho finito l’università, ci sono delle cose che mi ha dato che non ho trovato da nessuna parte, nelle basi delle conoscenze, nei concetti che non ho trovato da nessuna parte.

Allo stesso tempo anche di espandere un po’ gli orizzonti e guardare anche fuori all’Accademia cosa c’è, se c’è qualcosa che senti che ti sta chiamando allora di andare verso quella direzione, anche se non fa parte delle università.

E anche di imparare e studiare bene l’inglese, perché ti apre veramente le porte ad una conoscenza immensa che in italiano mi sembra un pochettino ridotta.

Ll’inglese ti apre anche a poter scambiare con persone che vivono in un posto completamente diverso dal tuo.

Leggere cose scritte da studiosi, ricercatori che lavorano e scrivono in inglese, tu puoi aver accesso a quelle informazioni.

In che modo affronti nel tuo lavoro le pressioni a cui sono sottoposte le donne, soprattutto per il loro aspetto fisico?

Io personalmente non ho avuto queste esperienze, diciamo che le ho vissute come coach e come psicologa quando mi trovavo ad avere a che fare con ragazze a cui è capitato.

La mia esperienza è questa: tutte le volte che mi sono trovata a parlare con una ragazza che sentiva pressione sociale sul corpo, ho fatto notare che se qualcosa ha la capacità di cambiarci così tanto e farci stare così male è perché va a appoggiarsi su qualcosa che è già dentro quindi, su una insicurezza che è già dentro di noi.

Per cui, quando io mi trovo ad affrontare la pressione sociale sul corpo, quello che faccio è spostare il focus dall’esterno all’interno. Cioè se io mi preoccupo perché qualcuno mi sta facendo pressione sociale per il corpo allora sono focalizzata su quello che sta succedendo fuori, ma a me interessa quello che sta succedendo dentro.

Quindi quello che faccio è cercare di sentirmi io a posto e vedere se c’è qualcosa che io ritengo che non vada bene. Da quel punto in poi lavorare su se stesse e tutte le volte che ho fatto così con le ragazze con cui mi è capitato di parlarne di questa cosa, tutte le volte si è risolta bene.

Spostare il focus, perché è vero che c’è pressione sociale da una parte e dall’altra.

Magari dovresti essere più magra oppure no“. Va benissimo così come sei. C’è molta confusione e molta pressione, quindi tanto vale spostare sul sentirti sicura tu, al tuo centro. E da lì niente ti può toccare.

Se sei comoda con te stessa anche se io vengo a dirti “dovresti essere più magra” o qualunque altra cosa che riguardi il tuo corpo, ti tocca e non ti tocca.

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