Selezione naturale nel mondo del lavoro

I profondi cambiamenti sociali ed economici causati dal Covid-19 impatteranno significativamente sul mondo del lavoro.

Radicali trasformazioni sono già in atto e stanno coinvolgendo settori economici ritenuti, solo fino a pochi mesi fa dei pilastri per l’economia.

In questo articolo, sono messi in evidenza i cambiamenti in atto nella sharing economy, su come la crisi economica stia ridisegnando il mondo del lavoro e come questa impatterà sul modo di vivere e lavorare. L’articolo inoltre fornisce un quadro previsionale riguardo gli scenari futuri con un approfondimento sui giovani lavoratori.

I cambiamenti economici causati dalla pandemia

Non tutti saranno in grado di implementare strategie efficienti al fine di adattarsi ai cambiamenti, molti non ce la faranno. Saranno in pochi coloro che usciranno indenni dal cambiamento. L’ILO ha fornito un’analisi preliminare riguardo gli stravolgimenti economici causati dalla pandemia. Per approfondimenti si consiglia di visitare l’articolo dedicato alle conseguenze e gli impatti causati dal coronavirus.

In futuro la chiave per avere successo nel mondo del lavoro è sviluppare abilità che consentono di essere mobili, di muoversi da un settore all’altro senza perdere efficacia.

Oggi nessuno conosce il futuro, l’unica certezza è che le persone avranno sempre bisogno di prodotti e servizi utili a risolvere i problemi.

L’obiettivo dunque è adattarsi ai cambiamenti, evitando di farsi coinvolgere dagli spietati processi di selezione naturale che porteranno ad escludere un individuo dal mondo del lavoro.

La crisi nel settore della sharing economy

In un articolo per The New York Times scritto dalla reporter Kate Conger e dalla giornalista Erin Griffith si approfondisce il tema riguardate la crisi che stanno attraversando le aziende nel settore dell’economia della condivisione (sharing economy) come ad esempio Lyft, Uber e Airbnb.

Aziende appartenenti al settore sopra citato vedono i loro profitti drasticamente ridotti ora che le persone, impossibilitate nel muoversi non possono usufruire dei servizi offerti da queste aziende. Airbnb valutata 31 miliardi di USD, ha ridotto i costi di gestione e aumentato la richiesta di finanziamenti, oltre che aver licenziato in una sola giornata 1900 dipendenti, che equivalgono al 25% del personale totale. Brian Chesky l’amministratore delegato di Airbnb ha dichiarato che sebbene sia fiducioso sulla ripresa dell’attività è necessario essere consapevoli che i cambiamenti in corso non saranno temporanei o di breve durata.

La previsione è che anche quando le persone torneranno a muoversi e viaggiare la pandemia potrebbe aver cambiato i comportamenti. Sulla base delle analisi condotte da Wedbush Securities, un’importante parte di consumatori non usufruirà di servizi quali Airbnb fino a quando non ci sarà un vaccino contro il Covid-19.

Come la crisi sta ridefinendo il lavoro

Ravin Jesuthasan, Tracey Malcolm e Susan Cantrell in un articolo per Harvard Business Review spiegano come il Covid-19 ha costretto le aziende ad attuare l’esperimento sociale più significativo riguardo il mondo del lavoro. La necessità di applicare il distanziamento sociale ha introdotto nuove forme di lavoro denominate come lavoro agile o Smart Work. Queste nuove forme di intendere il lavoro coinvolgono sia il tipo di attività svolta sia il modo in cui le attività sono eseguite.

Molti lavoratori si ritrovano a svolgere compiti del tutto nuovi e inimmaginabili fino a poche settimane fa. Il personale di aziende nel settore dell’abbigliamento quali Brooks Brothers e New Balance hanno iniziato a produrre mascherine e abiti chirurgici, altre aziende come Tesla, Ford e Generals Motors hanno dovuto attuare drastici cambiamenti all’interno dei propri stabilimenti, avviando la produzione di ventilatori polmonari e riducendo le parti inerenti alle componenti delle automobili a causa del drastico calo della domanda dei consumatori.

I cambiamenti in atto hanno creato la necessità di riorganizzare il lavoro partendo dall’assunzione di dipendenti con abilità e mansioni differenti, al fine di rispondere al meglio all’evoluzione del lavoro.

Harvard Business Review propone tre modi per spostare il lavoro, le competenze, i talenti laddove sono necessari e richiesti.

Rendere il lavoro più rapido ed efficiente possibile

Come titolo di esempio la Bank of America sta convertendo oltre 3000 dipendenti in posizioni utili a rispondere alle chiamate provenienti da privati e piccole imprese. Organizzazioni quali Allianz Global Investors e Cisco hanno implementato mercati interni utili a suddividere il lavoro in attività e progetti che possono essere svolti dalle persone indipendente dal luogo fisico in cui si trovano.

La tendenza delle grandi aziende nei processi di riadattamento è quella di scomporre il lavoro in tante attività che possono essere eseguite da remoto.

Accelerare l’automazione

In alcuni settori l’automazione aumenta l’affidabilità, la sicurezza e la capacità di gestire improvvisi aumenti dal lato della domanda. In particolare, le aziende di servizi pubblici hanno implementato l’uso di software utili per l’automazione dei processi così da consentire ai lavoratori di operare, monitorare e controllare i sistemi direttamente da remoto, riuscendo sia a garantire il distanziamento sociale sia a garantire il funzionamento di un servizio.

Le aziende nel settore dei call center stanno utilizzando sempre più software in grado di fornire risposte automatiche alle richieste dei clienti, chiedendo al personale di intervenire esclusivamente quando il cliente ha bisogno di risposte che necessitano l’uso di intelligenza emotiva e di empatia.

Permettere ai dipendenti la condivisione dei talenti

I leader aziendali dovrebbero chiedersi come sviluppare la resilienza all’interno di una o più grandi società. Una risposta consiste nel fornire gli strumenti ai dipendenti per sviluppare uno scambio di talento tra i settori. In altre parole, laddove esistono caratteristiche lavorative affini bisognerebbe indirizzare un lavoratore da un settore con poca richiesta verso un settore con alta richiesta. Questo evita i costi di licenziamento del personale e aiuta il dipendente nello sviluppo di nuove competenze e conoscenze.

Ad esempio, il supermercato Kroger ha preso in prestito per un mese i dipendenti della Sysco Corporation, una società che si occupa di distribuzione di prodotti alimentari ai ristoranti, duramente colpita dal Coronavirus.

Condividere i dipendenti aiuta sia le aziende, che possono usufruire di un lavoratore esperto in un settore affine, sia permette di tutelare il lavoratore che continuerà a percepire una retribuzione.

In conclusione, sebbene la pandemia abbia portato sconvolgimenti e difficoltà nel mondo del lavoro e non solo, può essere anche intesa come un’occasione utile allo sviluppo della creatività. Reinventare il lavoro può aprire nuovi scenari innovativi migliorando l’efficienza e la resilienza delle imprese e lo stile di vita dei dipendenti.

Come il Coronavirus cambierà il mondo del lavoro

Sono numerose le domande sul mondo del lavoro che si rincorrono in questo periodo: Quale sarà il futuro? Cosa impareremo? Come cambierà e continuerà a cambiare la nostra vita? Quale sarà la nuova normalità?

A queste domande risponde la sociologa Tracy Brower in un contributo per Forbes nota rivista economica statunitense.

Le macroaree individuate dalla dot.ssa Brower sono cinque:

Cosa può fare un’azienda per un lavoratore

  • I datori di lavoro stanno sempre più utilizzando software per offrire supporto ai dipendenti. La crisi sta portando a riconsiderare il benessere dei lavoratori da un punto di vista più olistico sotto il profilo del benessere fisico, mentale ed emotivo. Le aziende sono sempre più al lavoro per mantenere alta la motivazione dei dipendenti, indipendente dal luogo fisico in cui si trovano.
  • L’isolamento è uno dei principali fattori che contribuiscono all’insorgere di patologie quali la depressione e il burnout. L’attenzione alla salute mentale prima della pandemia non ha ricevuto la giusta attenzione che oggi, al contrario viene applicata offrendo ai dipendenti strumenti utili al mantenimento del proprio benessere.
  • È prevedibile un miglioramento nelle capacità di leadership che porterà ad una selezione naturale, escludendo i datori di lavori dotati di scarsa leadership. Nei momenti più difficili emergono i leader in grado di comunicare efficacemente un messaggio, persone in grado di trasmettere empatia, calma e forza.
  • Le aziende tenderanno a sviluppare sempre una maggiore identità, la cultura aziendale è infatti fondamentale per il successo. La tendenza delle organizzazioni sarà sempre più quella di concentrarsi sul monitoraggio e la gestione delle attività.

Come cambierà il modo di lavorare con gli altri

  • Secondo l’autrice la lotta contro un nemico comune (Coronavirus) migliorerà le relazioni e i legami all’interno di un’azienda. I legami che si stabiliranno in questo periodo saranno più duraturi e ci sarà la tendenza verso un miglior lavoro di squadra.
  • Il lavoro tradizionale progressivamente svanirà e travolgerà tutti coloro non sono disposti ad adattarsi. Le nuove forme di lavoro necessitano di collaboratori con capacità diversificate in grado di affrontare nuovi approcci e diversi modi di lavorare.

Posto di lavoro e tecnologia

  • Il lavoro sarà contraddistinto dalla flessibilità, le aziende stanno implementando sistemi per facilitare lo svolgimento delle mansioni da casa, i team di lavoro devono rapidamente adattarsi nel migliorare il modo di collaborare a distanza.
  • Al lavoratore inoltre sarà sempre più richiesto la padronanza della tecnologia. Coloro che non saranno in grado di adattarsi rapidamente all’offerta tecnologica implementata dalle aziende potranno trovare difficoltà nel rimane all’interno del mondo del lavoro.

Quali cambiamenti all’interno di un’azienda

  • Saranno sempre più richieste qualità quali la velocità e la capacità di standardizzare i processi. L’altro lato della medaglia suggerisce che l’esigenza di gestire rapidamente i processi, porterà anche ad uno snellimento della burocrazia. Che si tratti di attività inerenti alle risorse umane, ai sistemi di sviluppo, di produzione o di risposta al cliente, l’obiettivo è quello di fare in modo che queste mansioni vengano svolte il più velocemente possibile.
  • Le crisi economica ha portato e porterà le aziende ad investire in quei profili dotati di creatività, in grado di offrire soluzioni innovative per lo sviluppo e per la risoluzione dei problemi.

Quali opportunità considerare per non rimanere fuori dal mondo del lavoro

  • Il Covid-19 ha portato un aumento significativo della disoccupazione ma come ogni crisi quando l’economia riprenderà si apriranno nuove occasioni date dalla necessità delle aziende di esplorare nuovi metodi per generare profitti. Informarsi e seguire attentamente gli andamenti e gli orizzonti verso cui si sta dirigendo il mercato del lavoro, può aiutare ad ottenere un vantaggio quando un’azienda ricercherà nuovi e specifici profili.
  • Lo spirito imprenditoriale di una persona sarà positivamente valutato in quanto il cambiamento nel mondo del lavoro ha portato molte aziende a effettuare ricerche e ad elaborare idee proprie di una start-up. La ripresa economica porterà le aziende a dover ristabilire in fretta i propri valori. Secondo l’imprenditore statunitense e Presidente dei Dallas Mavericks, Mark Cuban si assisterà alla nascita di società che cambieranno il mondo. Ci sarà bisogno di lavoratori in grado di pensare rapidamente a nuove idee ingegnose, in grado di comprendere quale direzione e quali esigenze saranno maggiormente richieste. Una nuova cultura che creerà opportunità, posti di lavoro e occasioni per lo sviluppo di una carriera.

Giovani, lavoro e futuro

Hillary Hoffower è una Senior Reporter specializzata in benessere, stile di vita e condizione economica della generazione millennials. In un articolo per Business Insider, Hoffower pone l’accento sui giovani come una delle categorie più colpite dal punto di vista lavorativo a causa del Covid-19.

Secondo un recente rapporto di Data for Progress che ha intervistato 2644 individui statunitensi, il 52% di età inferiore ai 45 anni ha perso il lavoro o è stato messo in congedo, rispetto al 26% degli intervistati con età superiore ai 45 anni.

Questa notizia è dovuta dal fatto che i millennials (coloro che hanno compiuto o compiranno dai 24 ai 39 anni nel 2020) sono entrati in un mercato del lavoro già messo in crisi dalla Grande Recessione del 2008. Le cause consistono in un minor numero di posti di lavoro e in una richiesta di competenze e requisiti elevati che ha ritardato per molti giovani la possibilità di trovare rapidamente un percorso professionale.

Secondo il direttore dell’Economic Policy Institute ci sono molte evidenze che dimostrano come il primo lavoro ottenuto post-laurea ponga importanti basi sullo sviluppo della carriera lavorativa futura.

Una ricerca delle SIEPR (Istitute for Economic Policy Research) ha evidenziato come le persone che entrano nella forza lavoro durante i periodi di recessione guadagnano meno per i successivi 15 anni rispetto coloro che entrano nel mondo del lavoro durante un ciclo economico espansivo. Molti percorsi lavorativi dei millennials sono caratterizzati dall’incertezza e da una scarsa capacità di creare reddito.

Le difficoltà coinvolgono anche la generazione Z, cioè coloro che hanno compiuto o compiranno 23 anni nel 2020. Molti ragazzi appartenenti a questa generazione spesso lavorano in settori quali la vendita al dettaglio e l’ospitalità, settori duramente colpiti dalle misure restrittive imposte dai governi.

La recessione causata dal Coronavirus potrebbe mettere a rischio il successo professionale di numerosi under 23, i quali potenzialmente potrebbero trovarsi a ripercorrere la stessa strada dei millennials colpiti durante la crisi finanziaria del 2008.

Le abilità richieste per avere successo nel mondo post Coronavirus

Ogni lavoratore in questa fase storica dovrebbe dedicarsi alla ricerca di professioni che ragionevolmente avranno un futuro, onde evitare di essere colti di sorpresa dai cambiamenti in atto. Utili suggerimenti in merito alle abilità necessarie in futuro e sulle quali ci sarà un’alta richiesta, arrivano dall’autore e consulente di business e tecnologia Bernard Marr in un articolo per Forbes.

Adattabilità e flessibilità

Le aziende già prima della pandemia stavano attraversando una fase di rivoluzione nel modo di intendere il lavoro e i processi collegati, la pandemia ha accelerato il radicarsi di questi cambiamenti. Saranno poche le persone che faranno uno stesso lavoro durante tutta la vita, la maggior parte dovrà adattarsi a continue evoluzioni e aggiornare continuamente le proprie competenze.

Acquisire competenze tecnologiche

Avere dimestichezza con la tecnologia è e sarà un requisito sempre più richiesto. La pandemia ha accelerato i processi di digitalizzazione delle imprese. Tecnologie come l’intelligenza artificiale, i Big Data, l’Internet of things, la realtà virtuale avanzata renderanno le imprese più resistenti agli sconvolgimenti futuri. Chiunque sarà in grado di offrire un supporto in questi campi troverà una posizione lavorativa.

Saper interpretare i dati

L’interpretazione dei dati è una risorsa fondamentale in ogni azienda. Con una lettura corretta le aziende sono in grado di prevedere meglio gli scenari futuri così da orientare correttamente le scelte.

Pensiero critico

Il pensiero critico è una dote fondamentale in un periodo caratterizzato dall’aumento del numero di notizie false (fake news), studi non attendibili e dichiarazioni fuorvianti. Una persona con uno spiccato pensiero critico è una risorsa fondamentale in un’azienda, grazie alle proprie capacità di valutare l’attendibilità delle informazioni.

Competenze digitali e di codifica

I professionisti nel ramo dello sviluppo Web e del marketing digitale vedranno una maggiore richiesta per via delle loro competenze. Ogni impresa infatti possiede un sito Web ed è chiamata a pianificare campagne pubblicitarie digitali. Riuscire ad aumentare i profitti e le vendite sfruttando questi canali sarà fondamentale per un’azienda.

Leadership e Intelligenza emotiva

Sono due soft skills imprescindibili per il successo di un’azienda. Saper guidare un gruppo di lavoro, controllare le emozioni, possedere consapevolezza, sono requisiti che verranno sempre più richiesti.

Impegnarsi ad apprendere qualcosa ogni giorno

Secondo il World Economic Forum nei prossimi 5 anni il 35% delle competenze ritenute indispensabili oggi, cambieranno. L’unico modo per fronteggiare la realtà post-coronavirus è impegnarsi in un apprendimento costante.

A causa di un mercato del lavoro competitivo e ristretto intorno a competenze specifiche, i meno aggiornati faranno fatica a trovare un’occupazione. La buona notizia conclude Marr è che oggi acquisire nuove competenze è semplice grazie alla rete che propone corsi di formazione per tutte le esigenze.

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