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Professione doppiatore: chi è, cosa fa, quanto guadagna

Il Doppiatore è una figura la cui responsabilità sui prodotti di intrattenimento audiovisivi è aumentata molto nel corso del tempo.

Il guadagno di un prodotto di cinema o TV è dovuto in gran parte al suo doppiaggio, cioè alla duplicazione delle voci originali con voci di persone che parlano altre lingue. 

Si tratta di una specializzazione del mestiere di attore, che presta la propria voce al servizio non solo del prodotto finale, ma degli spettatori di tutto il mondo. 

In questa guida parleremo, ovviamente, del mestiere di doppiatore. Inizieremo dalla sua giornata tipo, dalle mansioni e dallo schema di lavoro che deve seguire. 

Passeremo poi alla formazione, alle caratteristiche che un doppiatore deve saper dimostrare e alle possibilità di guadagno e di carriera futura. 

Chi è il doppiatore

Il doppiatore è un attore, che anziché recitare con tutto il proprio fisico (voce, corpo, postura, sguardo, espressione) in una scena presta la propria voce al servizio dell’attore originale del girato.  

Il suo lavoro è fondamentale per rendere al massimo l’intensità creativa e la performance originale in tutte le lingue, in modo che il programma televisivo, il film o lo spot possano essere proiettati e mandati in onda in tutto il mondo. 

Le doppiatrici

Una piccola curiosità: solamente il 46% circa dei doppiatori è donna. 

Di solito, però, alle donne vengono affidati anche ruoli di bambini (se non sono disponibili doppiatori della giusta età), perché la plasticità della loro voce più acuta le rende adatte più degli uomini adulti a queste interpretazioni. 

In quali contesti si trova a lavorare un doppiatore

Un doppiatore non lavora necessariamente solo per il cinema. Cerchiamo di analizzare meglio in quali contesti professionali può essere necessario. 

Cinema

Nel mondo del cinema il contributo dei doppiatori è fondamentale. Se ogni film fosse disponibile solamente nella lingua originale in cui è stato recitato e girato, praticamente questa industria dell’intrattenimento si bloccherebbe. Questo accadrebbe perché la maggioranza delle persone guardano i film non in lingua originale, ma con il doppiaggio della propria lingua madre. 

Generalmente, per una questione di “affinità recitativa”, un attore (specie se molto celebre) viene doppiato sempre o quasi sempre dallo stesso doppiatore. 

TV

Un programma televisivo deve poter circolare in tutto il mondo, se la sua produzione ha previsto una distribuzione internazionale. 

Le dinamiche di lavoro sono simili a quelle del cinema: senza doppiaggio anche l’industria delle serie TV e dei programmi televisivi crollerebbe a livelli di ascolto decisamente minimi. 

Pubblicità

Il lavoro del doppiatore in pubblicità è più spesso legato alla figura dello speaker. Lo speaker non traduce un testo parlato da una lingua all’altra, ma utilizza un copione originale per corredare il prodotto video. 

Quello di speaker è un ruolo leggermente diverso da quello di doppiatore, ma in cui è più semplice, generalmente, inserirsi, per via del maggior numero di prodotti creati ogni anno. 

Videomaking 

Anche un video che non ha finalità televisive, cinematografiche o pubblicitarie può aver bisogno di un doppiatore o di uno speaker. 

Per esempio, un’azienda può creare un corso di formazione interno e doppiarlo per inviarlo a tutte le proprie filiali nel mondo, per fare in modo che ogni dipendente o operatore possa partecipare alla lezione senza problemi di comprensione della lingua. 

Radio

Anche una registrazione radiofonica può essere doppiata, per mandarla in onda in più paesi. Un esempio classico e storico sono i discorsi della Regina Elisabetta inviati al Commonwealth. Nonostante l’inglese sia lingua madre di tutti i paesi, una versione tradotta nella lingua locale veniva sempre mandata in onda subito dopo il messaggio, perché tutta la popolazione fosse al corrente della tematica affrontata. 

Videogiochi

Per gli stessi motivi di fruibilità internazionale, anche le voci dei personaggi di un videogioco vengono generalmente doppiate. 

L’industria videoludica si è espansa al punto da diventare davvero molto simile, sia per dinamiche che per complessità, al cinema: il personaggio di un videogioco può aver bisogno di una “recitazione” speciale, tanto quanto un colossal hollywoodiano avrà bisogno di una star di grande talento per la propria sceneggiatura. 

Cosa fa e come lavora il doppiatore

Il doppiatore, come abbiamo detto, è a tutti gli effetti un attore. Il suo strumento di lavoro è però la voce, che deve saper riflettere tutta l’intensità della storia e delle emozioni del personaggio originale. 

Generalmente il lavoro di doppiatore avviene in turni. Ogni turno dura 3 o 4 ore, e in una giornata possono esserne eseguiti anche diversi (ovviamente, in base all’urgenza della consegna). 

Durante lo stesso turno, in studio di incisione sono presenti i doppiatori necessari, uno per ogni attore originale, e il direttore del doppiaggio. 

Mentre il film scorre sullo schermo, i doppiatori leggono il copione tradotto e lo registrano. Di solito vengono fatte due o tre prove su qualche battuta per accordare i toni e l’intenzione delle voci. 

Il prodotto censurato o non completo

Generalmente il prodotto che i doppiatori vedono durante l’incisione non è ancora completo. 

Possono mancare per esempio gli effetti speciali, oppure la pellicola può essere proiettata in bianco e nero. 

Questo serve per due ragioni: 

  1. tempi, per velocizzare la produzione: mentre i grafici lavorano agli effetti speciali, i doppiatori registrano il doppiaggio, che verrà poi montato alla fine sulla pellicola già pronta;
  2. copyright: per evitare che qualche doppiatore si faccia, volontariamente o non, sfuggire i dettagli della trama e della storia prima che il film o la serie TV siano distribuite ufficialmente. 

Non sempre in ordine

Sempre per ragioni di tempo e copyright capita non di rado che i doppiatori registrino le proprie battute non in ordine. 

Ad esempio, mentre in uno studio di incisione si doppiano i minuti da 1 a 30, nello studio accanto si doppiano i minuti da 31 a 50, dove sono necessari altri professionisti e altre voci. 

Lo stesso accade per le serie TV. Non sempre gli episodi vengono lavorati e montati in ordine di pubblicazione: il primo ad essere completato è anche il primo ad essere doppiato. 

Tutti i lavori affini a quello del doppiatore

Il doppiatore non è l’unica persona che si dedica totalmente al doppiaggio dei film. Insieme a lui collaborano numerosi professionisti. 

Ecco quelli con cui il doppiatore lavorerà più frequentemente: 

  1. art director, per avere delle indicazioni di massima sulla trama, la storia e l’intensità della narrazione e della recitazione;
  2. direttore del doppiaggio, una sorta di regista che lavora solamente con i doppiatori. Il suo ruolo è necessario a far “suonare” il prodotto, armonizzando le singole voci e individuando i doppiatori adatti per tutti i ruoli tramite un casting;
  3. dialoghista, cioè un traduttore dei dialoghi originali. Il suo lavoro è più complesso di quello di un traduttore “ordinario”, perché deve saper garantire sia correttezza di forma, sia l’intenzione della storia originale, sia il sincronismo del labiale; 
  4. assistente al doppiaggio: la figura che verifica che il sincronismo labiale sia corretto e che prepara le singole scene, o in gergo gli “anelli”

Lo staff tecnico è invece costituito da fonici, mixatori, sincronizzatori, coordinati dal sound designer.

Formazione di un doppiatore: cosa studiare

La formazione di un doppiatore passa sempre attraverso quella attoriale.

Sono moltissime le scuole di recitazione che offrono anche corsi di doppiaggio agli interessati. La selezione è molto severa e rigida, e per questo i doppiatori di mestiere sono davvero pochi (generalmente da stime, meno del 5% del totale degli iscritti ai corsi specialistici). 

I temi affrontati durante la formazione di doppiaggio sono: 

  • dizione, per eliminare i tratti “invalidanti” dell’accento regionale dei candidati; 
  • pronuncia, per insegnare a scandire più correttamente le parole; 
  • recitazione, cioè la capacità di interpretare secondo le direttive un ruolo, con una particolare storia, un carattere e delle peculiarità. Un attore ha a disposizione settimane o mesi per imparare ad entrare nel proprio ruolo; un doppiatore no. Il doppiatore vede la scena e subito dopo la incide, per cui deve essere flessibile e rapido in questo passaggio;
  • modifica innaturale della voce: per alcuni personaggi, per esempio in un fantasy, può essere necessario che il doppiatore distorca la propria voce naturale, per adattarla alle caratteristiche del personaggio affidatogli; 
  • educazione vocale, cioè l’insieme di principi di sicurezza per usare e sforzare la voce per lunghe ore senza danneggiare gli apparati fonatori.

Hard Skills e Soft Skills di un doppiatore

Per essere efficace, un doppiatore deve conoscere sia tecniche specifiche del proprio mestiere, sia avere una buona attitudine personale e psicologica al mestiere. 

Ecco due liste di queste abilità che deve saper padroneggiare. 

Le principali conoscenze tecniche (hard skills) sono: 

  • recitazione; 
  • dizione; 
  • educazione vocale;
  • pronuncia;
  • utilizzo degli strumenti di registrazione (cuffie, microfoni, mixer).

Le principali abilità interpersonali, le cosiddette soft skills, sono invece: 

  • velocità e reattività al lavoro, spesso frenetico e da eseguire in tempi molto stringati; 
  • ottima coordinazione con il team;
  • capacità di interpretare correttamente le istruzioni del direttore di doppiaggio. 

Possibilità di guadagno e carriera

Un doppiatore guadagna mediamente circa 32.000/36.000 euro l’anno. 

I doppiatori più esperti e celebri, al termine della propria carriera, possono guadagnare invece anche oltre i 150.000 euro l’anno. 

I doppiatori sono praticamente tutti liberi professionisti.

Questo significa che non esiste un listino di prezzi ufficiali, ma che ogni doppiatore stabilisce il costo della propria retribuzione in base a livello di esperienza, progetti completati, fama, talento e così via. 

Tre possibilità di carriera per un doppiatore

Sono tre le principali possibilità di carriera per un doppiatore. 

La prima strada è il raggiungimento di un livello di competenza e di esperienza tale da assicurarsi con facilità numerosi ingaggi. Ovviamente molto dipende dal casting e dalle necessità della produzione, ma ovviamente essere in vista e far conoscere il proprio nome ai direttori del doppiaggio, ai registi, agli art director più importanti è fondamentale. 

In questo senso anche la carriera “parallela” degli attori cui si presta la voce fa la differenza: pensiamo a doppiatori storici come Ferruccio Amendola, divenuto famoso per essere la voce di De Niro e Al Pacino: senza il grande successo di questi due mostri sacri del grande schermo, anche la sua popolarità sarebbe stata minore.

Al giorno d’oggi figure come quella di Francesco Pannofino o Luca Ward, diventati poi uomini di spettacolo a 360°, sono cresciute professionalmente grazie all’enorme successo avuto come voci per attori famosi (Pannofino è la voce di Clooney) o per la loro interpretazione in film che hanno sbancato al botteghino (Come Luca Ward doppiatore di Russel Crowe ne «Il Gladiatore»).

La seconda via di carriera è invece l’apertura della propria scuola di doppiaggio. Ne esistono diverse in Italia, che conferiscono certificazioni abilitanti e professionalizzanti, ma la richiesta di posti liberi è sempre molto elevata. 

La terza ed ultima, e probabilmente la più desiderata ed ambita, è quella di diventare direttori del doppiaggio. Un direttore del doppiaggio lavora con le voci come un regista lavora con gli attori, o come un direttore d’orchestra lavora con i singoli strumenti. 

Un direttore non deve solamente avere ottime capacità di organizzazione e pianificazione, ma dimostrare una spiccata sensibilità per la scelta dei doppiatori e per coordinare e motivare un intero team di lavoro. 

Un caso celebre di doppiatore che ha saputo innovarsi: Maurizio Merluzzo

Maurizio Merluzzo è probabilmente uno dei doppiatori di nuova scuola più popolari in Italia.

Si è occupato sia di cinema che di animazione che di videogiochi, diventando una delle voci più riconoscibili e amate del panorama dell’intrattenimento nel nostro paese. 

Parte della sua carriera avviene, però, su Youtube. Tramite il proprio canale affronta molti temi legati alla filosofia del doppiaggio, specialmente invitato famosi doppiatori, colleghi e direttori, che parlino del proprio approccio al lavoro. 

Il doppiaggio è infatti una materia che suscita molta curiosità negli interessati di cinema, con intere “schiere” di ammiratori dei doppiatori, al pari degli ammiratori degli attori originali delle produzioni. 

Questo tipo di attività può essere interpretata per ogni professionista, che si trasforma in un certo senso in un divulgatore delle curiosità e delle peculiarità del proprio mestiere: un’opportunità integrativa di cui tenere conto, specialmente in un periodo storico complicato come quello che viviamo, che ha paralizzato buona parte del mercato dell’intrattenimento mondiale.

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