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Autovalutazione

L’autovalutazione delle competenze in ambito lavorativo è uno degli strumenti più utilizzati dalle aziende al fine di coinvolgere i dipendenti nei processi di valutazione e definizione degli obiettivi da raggiungere. Il dipendente dal suo punto di vista è chiamato a fare un’auto analisi del suo contributo all’economia aziendale e sul proprio livello di prestazioni.

In questo articolo è presentato un approfondimento riguardo l’autovalutazione sul posto di lavoro, partendo da cos’è e perché è importante. Sono forniti gli strumenti per effettuare una corretta analisi delle proprie performance e sono riportati esempi di come compilare una scheda valutativa così da poterne prendere spunto.

Perché auto valutarsi?

Come riportato dal formatore, autore e consulente pedagogico Luciano Mariani in uno studio dal titolo “Il ruolo dell’autovalutazione come competenza da costruire”, auto valutarsi significa guardarsi indietro con uno sguardo critico con il quale si definisce un processo decisionale pertinente ed efficiente.

È una capacità riflessiva che consente di avere consapevolezza delle azioni compiute ogni giorno. Un’operazione metacognitiva che comporta un distanziamento dal proprio io, significa in altre parole oggettivare le proprie esperienze, guardandole come le osserverebbe un valutatore terzo.

È un processo che non avviene soltanto quando un’attività è terminata, ma è percorso che richiede una pianificazione e una scelta degli obiettivi da voler conseguire che inizia prima dell’effettivo svolgimento di un compito.

Come fa notare Mariani, essere competenti significa sapere come trasferire ciò che si è appreso in una situazione ad altri contesti, sapendo riconoscere le somiglianze e le differenze che ogni situazione ha rispetto ad un’altra.

Nel libro “Evaluer sans dévaluer: Et évaluer les compétences” (Valuta senza svalutare: Valuta le competenze), per l’autore, docente e ricercatore Gérard De Vecchi, quella dell’autovalutazione è un procedimento finalizzato non solo alla determinazione dei risultati raggiunti e dei risultati futuri, ma è anche un lavoro utile per valutare la personalità dell’individuo e come questo si stia impegnando nei processi di apprendimento.

L’autovalutazione è un processo integrante della gestione aziendale

I datori di lavoro sono consapevoli che il prevedere momenti all’interno di un’azienda riservati all’autovalutazione o auto diagnosi è utile per verificare se le competenze, le capacità e le potenzialità dell’organizzazione, sono in linea con quelli che sono gli obiettivi e la mission prefissati. In particolare, i principali scopi dietro il processo di auto diagnosi sono:

  • Identificare gli obiettivi strategici aziendali, attraverso un’analisi critica finalizzata a definire eventuali lacune o mancanze che possano ostacolare il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
  • Considerare di fondamentale importanza il concetto di miglioramento continuo, che passa attraverso la costante acquisizione di nuove competenze e capacità.
  • Migliorare i processi grazie a risultati oggettivi, il modello auto valutativo delle competenze si basa sulla valutazione dei risultati attraverso gli obiettivi raggiunti. È un sistema che permette in maniera oggettiva di avere una base sulla quale impostare i processi per migliorare i risultati.

Cosa sono le autovalutazioni e perché sono così importanti

L’autovalutazione delle competenze dei dipendenti aiuta i team di lavoro ad indentificare i punti di forza e debolezza, così da definire le migliori strategie da attuare per migliorare lo sviluppo personale e in generale il livello di performance dell’intero gruppo di lavoro.

Molte aziende, soprattutto di medio e grandi dimensioni, su base annuale o trimestrale richiedono ai propri dipendenti di compilare schede auto valutative. In genere in queste schede è richiesto di inserire quali risultati sono stati raggiunti nel periodo lavorativo di riferimento, quali obiettivi sono stati superati, ed è altresì richiesto quali accorgimenti il dipendente ha attuato al fine di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze e competenze.

È uno strumento che mostra una duplice utilità, sia per i dipendenti sia per i datori di lavoro:

  • Compilando la scheda auto valutativa il dipendente dimostra nero su bianco i risultati raggiunti, condivide i progetti a cui ha lavorato o sta lavorando e spiega in che modo ha raggiunto specifici obiettivi. Un lavoratore si sente in questo modo maggiormente considerato all’interno dei processi aziendali. I datori di lavoro comprendono quali sono le mansioni in cui i propri lavoratori riescono meglio. Un processo che aiuta alla definizione dei talenti e che offre un valido strumento per la valorizzazione di questi ultimi.
  • I manager o datori di lavoro sono consapevoli che il successo all’interno di un’azienda passa dai risultati raggiunti da una squadra di lavoro che a sua volta è composta da singoli individui. Avere un quadro chiaro e definito dei compiti e delle sfide che ciascun dipendente ha affrontato nell’ultimo periodo, aumenta la consapevolezza sulle effettive capacità di ogni lavoratore.
  • Quando un dipendente è consapevole che ad intervalli di tempo regolari è chiamato a compilare una scheda auto valutativa, è portato a considerare diversamente il suo ruolo. Giornalmente infatti, egli deve domandarsi quanto una determinata attività sia utile per l’azienda e se ogni specifico compito che sta svolgendo è orientato verso la massimizzazione dell’efficienza e della produttività.
  • Le schede di autovalutazione sono altresì, un valido strumento per quantificare l’effettivo valore di ogni dipendente. Uno strumento che i titolari di aziende utilizzano anche per la definizione della corretta retribuzione, e per definire se un lavoratore merita o meno una promozione.

Come scrivere una scheda auto valutativa

Dopo aver visto quali vantaggi e il perché è importante saper auto valutare le proprie competenze lavorative, dal punto di vista del dipendente e del datore di lavoro, si riporta ora come scrivere un modello efficace. Analizzare sé stessi può essere un compito davvero arduo, soprattutto se l’analisi deve essere successivamente valutata da un supervisore.

Essere orgogliosi del proprio lavoro

Uno dei primi punti da sottolineare nel fare una scheda valutativa è evidenziare con orgoglio i risultati raggiunti. È importante quindi, sottolineare quali passi si sono compiti per raggiungere un obiettivo evidenziando quale impatto quest’ultimo ha portato in termini di guadagno e reputazione all’azienda.

Essere onesti e autocritici

L’obiettivo di un’autovalutazione è quello di migliorare sé stessi e l’azienda. Un elenco di successi sebbene sia importante evidenziarlo non risulta esaustivo. È consigliato trasmettere l’autoconsapevolezza che ogni processo può essere migliorato, evidenziando con onestà anche quei compiti in cui non si è riusciti. Evidenziare i punti deboli aiuta l’azienda ad offrire gli strumenti necessari ai propri dipendenti per essere più efficienti oltre che, dimostra la propria predisposizione all’apprendimento e alla crescita. Nella stesura dell’autocritica tuttavia è bene utilizzare un uso corretto dei termini. Descriversi come incapace di fare qualcosa può rappresentare un punto valutato negativamente, piuttosto è necessario sì sottolineare le proprie mancanze, ma non tralasciando di descrivere come si sta procedendo per sopperirle.

Avere lo sguardo sempre rivolto verso la propria crescita

In ogni lavoro, l’apprendimento costante, il life long learning, è sempre più un requisito indispensabile. Trasmettere la consapevolezza che il mondo del lavoro è un ambiente in costante evoluzione, sottolineando il proprio impegno ad essere pronto a fronteggiare le nuove sfide, dimostra che non si ha intenzione di accontentarsi. Ciò che le aziende si aspettano da un dipendente è che quest’ultimo sia sempre pronto a cogliere le opportunità, evitando di accettare passivamente le situazioni lavorative.

Tracciare i risultati

Una scheda di autovalutazione in genere è presentata sotto forma di questionario e prevede alcune di griglie da compilare, in cui è richiesto di elencare i risultati raggiunti. Come già scritto, un’azienda si aspetta di ricevere dati precisi e puntuali che dimostrino quali obiettivi sono stati portati a termine durante l’anno o il trimestre. Sono i fatti supportati dai numeri che rafforzano qualsiasi affermazione rilasciata nella scheda di autovalutazione.

Sii professionale

Nello scrivere la propria scheda auto valutativa il consiglio è di utilizzare un tono professionale, evitando un linguaggio informale oltre che criticare i colleghi o i superiori. Non c’è niente di sbagliato nel fornire un feedback negativo, ma è importante sempre pensare che chi leggerà il messaggio si aspetta una certa cura nella forma, nella grammatica e nei modi. Essere professionali significa altresì, dare la giusta importanza al lavoro di valutazione, senza sottovalutarlo o pensando che nessuno tiene conto delle proprie affermazioni.

Porsi alcune domande

Per essere sicuri di aver correttamente compilato una scheda valutativa, un valido metodo potrebbe essere quello di chiedersi se si è risposto alle seguenti domande:

  1. I risultati raggiunti descritti contengono numeri e dati che li sostengono?
  2. Sono stati accuratamente espressi i punti di forza e debolezza?
  3. Ogni concetto è stato chiaramente definito?
  4. Il contenuto è credibile e pertinente?

Consigli per un’autovalutazione efficace

Come fare un’autovalutazione professionale? A questa domanda non tutti i dipendenti sono in grado di rispondere, perché non hanno esperienza o non sono in grado di compilare una valutazione su sé stessi realmente efficace. Si riportano alcuni consigli che possono guidare un lavoratore nel fornire un’analisi sulle proprie capacità esaustiva e in linea con le aspettative dell’azienda.

  • Essere precisi: la precisione nelle dichiarazioni rilasciate è fondamentale. Un datore di lavoro si aspetta nel leggere una scheda auto valutativa di ricevere fatti e numeri specifici. Il consiglio è quello di evitare frasi vaghe difficilmente collocabili in un periodo temporale. Il modo migliore per essere specifici è annotarsi i risultati raggiunti e i rispettivi numeri durante il corso dei mesi, così da poterli riportare velocemente in sede di compilazione della scheda.
  • Rivedere quali sono gli obiettivi per la posizione ricoperta: una buona linea guida da utilizzare per compilare una scheda di valutazione esaustiva è quella di rivedere quali sono gli obiettivi richiesti per il lavoro che si sta svolgendo. Verificare di essere allineati con quelli che sono i requisititi, le aspettative e i risultati, può aiutare a tracciare un profilo completo.
  • Scrivere degli obiettivi futuri: nonostante l’autovalutazione si riferisce al modo in cui sono state affrontate e gestite le sfide in ambito lavorativo nel passato, fornire una breve analisi su come si intende migliorarsi e fare fronte alle nuove sfide e alle proprie carenze nel futuro, è un dettaglio di sicuro interesse per un’azienda, che disporrà di una prova degli sforzi che il proprio dipendente sta compiendo per migliorarsi costantemente.

Esempi di risposte da inserire in una autovalutazione professionale

Al fine di definire correttamente cosa scrivere nella sezione dedicata alle capacità e le competenze acquisite nell’ultimo anno o trimestre, si riportano alcuni punti che un dipendente può trovarsi nella condizione di dover compilare in una scheda auto valutativa.

Punti di forza esempi:

  • Come dipendente sono consapevole dell’importanza del ruolo ricoperto e delle responsabilità.
  • Ogni giorno i miei sforzi sono orientati verso la crescita professionale essendo convinto che questa contribuisca alla crescita dell’intera realtà aziendale.Sono consapevole dell’importanza di lavorare in un team, ed è mia premura partecipare attivamente alle riunioni.
  • Elaboro strategie che possano portare al rispetto delle scadenze e alla risoluzione dei problemi.
  • Riconosco l’importanza delle competenze trasversali quali l’intelligenza emotiva, il pensiero critico, la creatività e la leadership, mettendole in pratica nel pieno rispetto dei miei colleghi e della vision aziendale.

Punti di debolezza esempi:

  • Riconosco che a volte alcuni processi potrebbero essere migliorati attraverso una mia maggiore organizzazione e concentrazione. In tal senso mi sto impegnando in un corso specifico, orientato verso la massimizzazione della produttività e gestione del tempo. Vedo il suddetto punto come una sfida a cui lavorare ogni giorno.
  • Non sempre utilizzo tutti gli strumenti forniti dall’azienda per una pianificazione ottimale delle attività e a volte prediligo conseguire i miei obiettivi personali piuttosto che gli obiettivi del team. I miei sforzi nel breve termine saranno orientati verso una migliore gestione del lavoro di squadra.

Valori fondamentali esempi:

  • Condivido appieno i valori dell’azienda che ritengo necessari per il raggiungimento dei risultati.
  • Apprezzo i principi di lealtà e trasparenza trasmessi dall’azienda.
  • Condivido la condivisione di esperienze e best practise tra i colleghi.
  • Ritengo fondamentale impegnarsi verso la costruzione di rapporti cordiali tra il personale.

Risultati raggiunti esempi:

  • La nostra squadra di lavoro ha raggiunto nell’anno appena trascorsi tutti gli obiettivi prefissati, rispettando le scadenze e ottenendo feedback positivi riscontrabili nell’allegato, sia da parte dei clienti sia da parte dei fornitori.
  • Attraverso un’effettiva collaborazione tra i gruppi di lavoro, si è garantito che ogni team raggiungesse gli obiettivi, attraverso un aiuto reciproco nei momenti di difficoltà.
  • La presentazione del nuovo prodotto presentato dall’azienda nella conferenza tenuta in data (..), e luogo (..), ha ottenuto un successo riscontrabile dall’aumento delle vendite nel trimestre in cui la conferenza ha avuto luogo.

Obiettivi futuri esempi:

  • I miei sforzi nel futuro saranno orientati verso il miglioramento delle capacità di parlare in pubblico, approfondendo le tecniche per una comunicazione efficace attraverso il linguaggio del corpo. Requisiti fondamentali considerata l’attività aziendale.
  • Aspiro a ricoprire ruoli più in alto nelle gerarchie aziendali, attraverso un costante impegno, dedizione e professionalità.
  • Nel futuro aspiro a gestire in maniera autonoma un team di lavoro, in quanto credo di aver conseguito importanti risultati in tal senso negli ultimi anni di attività.

Feedback:

  • Apprezzo e riconosco l’impegno dei miei superiori nel fornire indicazioni e consigli riguardo come migliorarsi.
  • Riconosco e condivo i principi di lealtà e trasparenza trasmessi dell’azienda.
  • A volte trovo che le informazioni e le specifiche su un determinato lavoro vengano trasmesse in maniera poco chiaro il che produce un rallentamento delle attività. Mi piacerebbe che le informazioni fossero trasmesso seguendo protocolli definiti.

Come mostrato, un’autovalutazione efficace può essere svolta attraverso un elenco di punti, brevi ma specifici. Ogni informazione se fornita con rispetto può essere ben valutata da un datore di lavoro, anche se contiene alcune critiche riguardo i processi aziendali, che siano di natura logistica, economica, o interpersonale.

Autovalutazione e apprendimento sul posto di lavoro

Mariëtte H. van Loon docente della Bern University (Department of Developmental Psychology and Swiss Graduate School for Cognition, Learning,and Memory) ha condotto un’interessante ricerca riguardo i processi di autovalutazione e apprendimento sul posto di lavoro dal titolo: “Self-Assessment and Self-Reflection to Measure and Improve Self-Regulated Learning in the Workplace”.
Il monitoraggio dei dipendenti attraverso i test di autovalutazione ha un grande impatto sullo sviluppo personale. Quando il giudizio riguarda sé stessi infatti, la persona è costretta a guardarsi dentro, esprimendo le motivazioni, le convinzioni, gli obiettivi e i risultati attesi.

Tuttavia, sono poche le aziende che prevedono test di autovalutazione in maniera costante e puntuale. I motivi principali dietro questa scelta sono almeno due. In primo luogo, risulta complesso trovare dei modelli standardizzati da utilizzare, per via del fatto che la valutazione è strettamente dipendente dal tipo di realtà lavorativa, in secondo luogo è necessario prima di procedere con un’autovalutazione che l’azienda formi i dipendenti alla compilazione di una scheda efficace.

Le persone infatti per lo più sono inconsapevoli su come auto monitorarsi in maniera efficace e hanno bisogno di formazione e continui feedback. Viene da sé che, soprattutto per una piccola azienda, prevedere un’autovalutazione, anche solo su base annuale, diviene complicato se i dipendenti non sanno bene cosa scrivere e se i datori non sanno come implementare le informazioni ricevute.

Nello specifico, un lavoratore al fine essere in grado di tracciare un profilo auto valutativo corretto deve impegnarsi in quella che in psicologia chiamano metacognizione. Il termine è stato utilizzato per la prima volta dallo psicologo americano John H. Flavell nel 1976 che lo ha definito: “Metacognizione è quando mi rendo conto che ho più difficoltà ad imparare A piuttosto che B, oppure mi sembra di dover ricontrollare C prima di accettarlo come un dato di fatto”. In altre parole, più una persona è in grado di auto controllare una dinamica più riesce a sviluppare le conoscenze e le competenze attraverso la l’autoregolamentazione.

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