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Lavorare come musicista professionista

Se ci pensiamo attentamente, ci accorgiamo che la musica fa parte della nostra quotidianità e spesso fa da colonna sonora agli eventi più o meno importanti della nostra vita. Ha il potere di rilassarci, di darci carica, di metterci allegria: riesce insomma a trasmetterci emozioni.

Spesso però non ci rendiamo conto che dietro a questo risultato c’è il duro lavoro di un musicista professionista, che ha alle spalle anni di studi e sacrifici. 

Fare il musicista infatti non è un hobby ma una vera professione, che può assumere diverse connotazioni e che richiede competenze specifiche apprese con un diploma in conservatorio o con una laurea nel settore della musica, spesso seguite da anni di gavetta.

Vivere di musica al giorno d’oggi nel nostro Paese è sicuramente possibile ma non è semplice, poiché lo stipendio di un musicista non sempre è adeguato rispetto alla lunga formazione richiesta. Tuttavia molto dipende dal tipo di mansioni e dal settore in cui si opera.

Ma di cosa si occupa questa figura? Vediamo quali sono le sue caratteristiche. 

Chi è il musicista professionista

Il musicista è una figura professionale in grado di leggere e comporre musica, che esegue  brani di sua creazione o composti da altri grazie all’uso di strumenti musicali, di solito di fronte ad un pubblico.

Ciò che lo guida è il grande amore per la musica, accompagnato spesso da un talento innato. Lo studio a volte non è sufficiente per diventare musicista, è necessaria anche molta forza di volontà, disciplina e pazienza per affrontare continui esercizi e migliorarsi costantemente.

Imparare a suonare uno strumento infatti non è facile e richiede la conoscenza approfondita di nozioni che riguardano:

  • principi base di acustica (pressione acustica, impedenza acustica, frequenza, lunghezza d’onda ecc)
  • teoria musicale (ritmo, tempo, misure, suono, solfeggio, armonia…)
  • stili musicali (classico, moderno, blues, jazz…)
  • principi di funzionamento e tecniche di esecuzione dello strumento musicale
  • storia della musica

Alla base dell’attività del musicista c’è sempre un percorso lungo e una profonda cultura musicale, che non sempre sfocia nella professione dei sogni ma che, se seguita con passione, può regalare grandi soddisfazioni.

Il musicista professionista: gli sbocchi lavorativi 

Il lavoro nel mondo della musica riguarda prettamente l’ambito artistico, tuttavia può assumere molte sfaccettature diverse. Negli anni infatti sono nate altre figure professionali più connesse all’ambito manageriale e dell’insegnamento o specializzate in un particolare settore, come il produttore musicale, il tecnico audio, il critico musicale o l’esperto di musicoterapia.

Accade spesso inoltre che, per arrotondare il proprio stipendio, il musicista rivesta più ruoli, affiancando attività diverse. 

Vediamo quali sono i principali sbocchi lavorativi per un musicista.

Compositore musicale

Principalmente si occupa di ideare e comporre brani musicali, che può depositare presso gli organi appositi per proteggerne i diritti d’autore e controllarne la commercializzazione. Naturalmente dev’essere un profondo conoscitore di musica, sia per quanto riguarda l’aspetto culturale che per quello tecnico.

I compositori musicali trovano spazio nella produzione teatrale, cinematografica e televisiva (concerti, composizione di colonne sonore, sigle…) e possono scrivere brani destinati ad essere eseguiti da altri artisti.

Al giorno d’oggi per svolgere questa professione può essere utile integrare le proprie conoscenze in ambito musicale con alcune nozioni di tipo informatico ed elettronico, per rimanere al passo con la rapida evoluzione tecnologica.

Grazie alle sue competenze il compositore spesso è chiamato a fornire consulenze, può inoltre scegliere di dedicare una parte del suo tempo alla ricerca in campo musicale.

Esecutore

La sua attività principale è quella di eseguire un brano da solista o in un gruppo e richiede una profonda conoscenza dello strumento musicale, la capacità di creare arrangiamenti e spesso un certo grado di versatilità tra i diversi stili musicali.

Se il musicista suona uno strumento classico può entrare a far parte di un’orchestra o di una banda musicale, oppure scegliere la strada per diventare direttore d’orchestra. Se invece si esibisce nel mondo dello spettacolo entrano in gioco anche le sue capacità di comunicazione e coinvolgimento del pubblico.

Insegnante della musica

Accade spesso che gli sbocchi lavorativi del musicista professionista riguardino settori affini, come ad esempio quello dell’insegnamento. L’insegnante di musica può entrare a far parte del gruppo docenti di scuole medie e superiori oppure trasmettere le sue conoscenze agli allievi di una scuola di musica. 

Per diventare insegnante al conservatorio invece il percorso è più lungo: è necessario infatti un diploma di secondo livello al Conservatorio (equivalente ad una laurea magistrale), un concorso e alcuni anni di esperienza come musicista all’attivo.

Come si diventa musicista professionista

Se pensi che esista una laurea in Conservatorio, che sia sufficiente qualche anno per conseguirla e per poterti definire un musicista professionista, sappi che la questione non è così semplice. 

Il percorso formativo del musicista non è uguale per tutti ma è comunque impegnativo e piuttosto lungo, anche se può avere una durata differente in base al livello di specializzazione scelto. 

Per iniziare inoltre serve una buona predisposizione musicale, una sorta di attitudine al ritmo, all’orecchio, alla musica, che ognuno di noi possiede a livelli differenti. Una volta iniziata l’avventura nel campo musicale, non si finisce mai di imparare e di aggiornarsi.

Come tutti gli ambiti, anche questo richiede impegno e sacrificio, ma con la giusta dose di talento,tenacia e passione è possibile fare della musica il proprio mestiere.

Ecco le tappe più significative di questo percorso.

Formazione musicale per bambini e ragazzi

La strada per imparare a suonare uno strumento musicale in modo professionale può iniziare da molto presto, perchè diventare musicista richiede davvero tanto studio e anni di esercitazioni pratiche. 

I bambini possono avvicinarsi allo studio della musica durante la scuola elementare e proseguire scegliendo una scuola media a indirizzo musicale. Una marcia in più può venire anche dalla scelta della scuola superiore: iscriversi a un Liceo Musicale Coreutico permette infatti di porre solide basi di cultura della musica e di studiare alcuni strumenti.

La scelta di un Liceo di questo indirizzo può essere utile ma non indispensabile: esistono molti corsi privati di avviamento alla musica, grazie ai quali gli allievi possono muovere i primi passi nello studio di uno strumento. 

L’età indicata per iniziare varia molto anche in base allo strumento stesso, per esempio è possibile prendere confidenza con il pianoforte già intorno ai sette/dieci anni, mentre per gli strumenti a fiato è consigliabile attendere qualche anno in più.

Diploma di Conservatorio e Laurea in Musica

La strada più battuta e indicata per riuscire a diventare musicista professionista è sicuramente quella del Conservatorio Accademico, dopo il diploma di scuola superiore. 

Accedervi però non è scontato. È necessario infatti superare una prova di ammissione che stabilisce anche il livello di competenza in ingresso: chi ha già pratica strumentale si trova naturalmente avantaggiato.

In Conservatorio esistono anche dei percorsi pre-accademici che possono iniziare in giovane età e prevedono discipline di musica esecutiva sul canto e l’uso degli strumenti, e di musica compositiva legate a figure professionali come il direttore d’orchestra. La strada più difficoltosa da intraprendere è quella del solista, poiché richiede un corso di perfezionamento dopo il diploma prima di poter entrare in orchestra.

Per diventare musicista professionista il corso principale è quello di strumento, che ha durata diversa a seconda dello strumento scelto ed è strutturato in vari livelli (superiore, medio e inferiore). Il pianoforte per esempio richiede un percorso di formazione lungo ben dieci anni. 

Con le recenti normative i Conservatori e gli Istituti di Musica pareggiati entrano a far parte del sistema AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) riconosciuto dal Miur. Nel nuovo ordinamento sono stati quindi rivisti i percorsi di formazione accademica con la classica formula del 3+2. 

L’obiettivo di queste riforme è quello di uniformare i percorsi proposti dai Conservatori con quelli di tipo universitario, equiparando anche i titoli. Il diploma accademico è quindi assimilabile ad una laurea in Conservatorio: il diploma di primo livello equivale a una laurea triennale e quello di secondo livello ad una laurea magistrale.

Ai fini dell’insegnamento, i percorsi precedenti a questo nuovo ordinamento possono essere considerati una sorta di laurea in musica acquisita in Conservatorio, equiparabile alla LM 45 (Musicologia e beni culturali).

Per la formazione in ambito musicale esistono inoltre una serie di percorsi universitari come la laurea in musicologia o la laurea magistrale in musicologia e beni musicali. I corsi di laurea che afferiscono alla classe di Musicologia e beni culturali consentono l’accesso alle classi di concorso per l’insegnamento alle scuole medie e superiori.

Scuola di Specializzazione e corsi di perfezionamento

Dopo il percorso di secondo livello in Conservatorio o la laurea magistrale è possibile accedere ad un ulteriore livello di perfezionamento presso le Scuole di Specializzazione in Beni Musicali, che rilasciano un titolo universitario di terzo livello. 

In Italia inoltre è possibile accedere alla rinomata Scuola di Specializzazione post laurea in Beni Musicali Strumentali dell’Accademia di Musica di Pinerolo, recentemente riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione.

Per chi desidera approfondire l’utilizzo di uno strumento esistono inoltre corsi di alta formazione, di perfezionamento e masterclass, durante le quali è possibile confrontarsi e suonare con musicisti di altissimo livello.

I percorsi per diventare un musicista sono davvero molti, ma la formazione è comunque indispensabile e impegnativa. Ma quali sono le prospettive di guadagno dopo anni di studi? 

Ecco alcune indicazioni.

Qual è lo stipendio di un musicista?

Definire quanto guadagna un musicista professionista è davvero difficile, perché come abbiamo visto esistono molti modi diversi di vivere di musica. Potremmo riferirci a un freelance, al componente di un’orchestra, a un musicista che suona in un pub oppure a uno che tiene concerti. 

Anche restringendo il campo ai membri di un’orchestra, incontriamo importanti differenze tra gli stipendi dei musicisti che ne fanno parte. Sono da tenere in considerazione per lo stipendio di un musicista a tempo indeterminato anche variazioni da Teatro a Teatro.

Escludendo particolari eccezioni, a fronte di una formazione e specializzazione molto elevata non corrispondono stipendi stellari e spesso la selezione è spietatissima. Capita inoltre di dover viaggiare spesso per le esibizioni e di doversi spostare a seconda delle audizioni e dei contratti. Una vita stimolante, ma spesso molto precaria.

Secondo i dati in Italia un musicista che suona in un’orchestra con un stipendio fisso, in media guadagna indicativamente dai 1200 ai 2700 euro mensili. Nell’orchestra ci sono inoltre delle posizioni non fisse: per queste lo stipendio è di circa 800 euro (con le dovute differenze da contratto a contratto).

Se invece ci riferiamo all’attività di insegnamento della musica, lo stipendio mensile di base è di 1350 euro al mese per le scuole medie e superiori. Insegnare al Conservatorio invece è più redditizio: lo stipendio è simile a quello di un professore universitario e si aggira intorno ai 3000 euro mensili. 

Per comprendere meglio come funziona il mondo della musica, facciamo un esempio valutando quali possono essere le fonti di guadagno per un pianista.

Quanto guadagna un pianista?

I pianisti rappresentano una buona parte del mondo musicale, nonostante il percorso per apprendere l’utilizzo dello strumento sia piuttosto lungo e difficile, anche per i più dotati. Un pianista può trarre guadagno da fonti diverse, a seconda delle sue scelte e del suo stile musicale.

A seconda degli accordi con gli organizzatori o il Teatro, per un concerto un pianista di musica classica può guadagnare dai 300 ai 3000 euro, in base anche alla sua fama e al suo successo.

Al giorno d’oggi però i pianisti (e i musicisti in generale) prediligono un genere musicale più coinvolgente e fruibile da un pubblico più vasto. In questo caso la maggior parte dei loro proventi deriva dai diritti d’autore, in particolare sui passaggi del proprio brano in radio e in TV e sulla vendita dei dischi. 

Un’altra forma di guadagno per un pianista può derivare da attività di composizione di colonne sonore per cinema, teatro e televisione.

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