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Content Manager: chi è, cosa fa, quanto guadagna

Veicolare informazioni in modo rapido, grazie al content manager, è l’enorme vantaggio che il Web costituisce per le aziende. Non solo: se la pubblicità è stata per decenni un’attività passiva ed unidirezionale (l’azienda emette il proprio messaggio, tramite annunci, manifesti, spot televisivi o radiofonici, il cliente legge, vede e ascolta ed eventualmente decide di acquistare), Internet permette un più diretto contatto con la platea del pubblico.

Commenti, condivisioni e like rendono i clienti stessi megafono delle aziende che decidono di valorizzare, e questi strumenti mettono in diretto collegamento fornitore ed acquirente permettendo di sfruttare più leve di natura psicologica ed emotiva. 

 A dirigere l’agenda delle pubblicazioni sul sito, sul blog o sui profili social, strumenti sempre più vitali per il buon funzionamento del marketing, c’è il Content manager

In questa guida parleremo di questa interessantissima professione del mondo digitale.

Capiremo insieme a quali mansioni si dedica, quali studi dovrà intraprendere e quali sono le possibilità di carriera e di guadagno.

Riteniamo che nei prossimi anni questo genere di attività, e tutte quelle ad essa collegate, diventeranno sempre più preminenti e valorizzate negli organici di ogni azienda: dunque, per chi si affaccerà al mondo del lavoro nel prossimo futuro, sono possibilità che meritano grande attenzione. 

Chi è il Content manager

Come dice la parola stessa, il Content manager si occupa della pianificazione -ed eventualmente della redazione- dei contenuti che verranno usati per il sito, il blog o i profili social dell’azienda per cui lavora. Tutto dipende dall’ampiezza della società in esame: in una piccola attività potrebbe occuparsi direttamente della produzione dei contenuti; in una grande assegnerà il lavoro a grafici, copywriter, editor, fotografi e videomaker, supervisionerà sull’esecuzione e pianificherà la pubblicazione. 

La doppia anima di questa mansione

Come per tutte le professioni manageriali, al Content manager sono richieste grandi capacità di organizzazione, supervisione e pianificazione. Dall’altro lato, però, il suo è anche un impiego creativo, che non può in nessun modo prescindere dall’analisi e dallo sviluppo di strategie di successo. 

In definitiva possiamo affermare che puntualità e capacità di gestione sono qualità indispensabili, ma non sufficienti a formare un professionista capace e completo. 

I collaboratori del Content manager

Il Content manager non lavora da solo, fatto salvo nel caso si occupi di un’azienda molto piccola. Dalla sua posizione collabora e coordina il lavoro di un intero team creativo, che normalmente comprende: 

  • Copywriter: si occupano della redazione di contenuti scritti
  • Fotografi e videomaker: producono materiale fotografico e videografico
  • Grafici: si occupano della produzione di materiale visivo disegnato (loghi, illustrazioni, infografiche, template, eccetera)
  • Editor: spesso è il fotografo o il videomaker a correggere ed assemblare il proprio lavoro, ma in azienda può essere presente una figura specifica che si occupa del fotoritocco e del montaggio
  • Web editor/web designer: tutto il materiale prodotto dal team viene consegnato al web editor o web designer, che pubblica i contenuti seguendo l’agenda stabilita dal Content manager e verifica che sito, blog e profili siano visualizzabili in modo corretto, funzionino a dovere e abbiano un buon appeal sul pubblico

Più l’azienda per cui il Content manager lavora è grande, minori competenze tecniche gli saranno richieste -perché saranno presenti professionisti specifici per queste mansioni-; più l’azienda di cui si occupa è piccola, maggiori capacità di produzione creativa e tecnica saranno necessarie a progettare ed eseguire la creazione dei contenuti scelti per la strategia di marketing. 

La formazione

I percorsi di formazione per i Content manager sono di varia natura. I più diffusi sono però due: 

  • Lo studio universitario ed accademico delle strategie di marketing, con particolare attenzione a quelle dedicate ai mercati digitali 
  • La professione di copywriter

La professione di Content manager è una novità anche per il mondo digitale: è questo il motivo per cui i corsi universitari non sono attualmente del tutto aggiornati per queste esigenze. Non è raro che sia chi si è in passato occupato con successo di pubblicità e marketing da “esecutore” passi poi, progressivamente, a pensare alla pianificazione della strategia, assumendo il ruolo di manager. 

Le competenze

Per una questione di completezza e praticità divideremo le competenze del Content manager in hard skills (abilità apprendibili e misurabili) e soft skills (abilità e propensioni personali che si possono acquisire anche all’esterno dell’ambiente lavorativo). 

Hard skills e tool più fondamentali

Elenchiamo le capacità dure vitali per questa professione: 

  • Eccellente competenza linguistica. Se l’azienda per cui lavora si occupa anche di un mercato internazionale sarà necessario avere un alto livello di competenza con l’inglese e con le altre eventuali lingue necessarie al lavoro. 
  • Eccellente competenza comunicativa. Il lavoro del Content manager parte dalla necessità di veicolare il messaggio aziendale, e per farlo in modo efficace è necessario che il professionista conosca le tecniche della comunicazione. 
  • Uso dei social network. Conoscere le singole peculiarità dei social network e dei profili di riferimento servirà al Content manager per capire come e dove orientare la propria strategia di marketing. 
  • Uso delle piattaforme di siti e blogging. A seconda delle scelte operate dall’azienda sarà necessario che il Content manager conosca il funzionamento delle piattaforme utilizzate. 
  • Conoscenza del linguaggio HTML, necessario al buon funzionamento tecnico del sito e del blog. 
  • Conoscenza degli strumenti di Google, come Analytics e ADs, per posizionare correttamente il sito e mirare al giusto target. 

Soft skills

Come per tutte le professioni manageriali e direttive, al Content manager servono: 

  • Alta reattività agli stimoli e capacità di trasformare le richieste del cliente in contenuti utili ed interessanti per il pubblico. 
  • Cura di scadenze e pianificazione. Le deadline e l’agenda editoriale sono le pietre miliari di questa mansione, dunque puntualità e precisione sono caratteristiche imprescindibili per questo professionista. 
  • Capacità di leadership. L’intero team creativo deve poter fare affidamento sul Content manager per orientare la propria professionalità e produrre contenuti di alta qualità. 
  • Gestione dello stress. Su tutte le le professioni manageriali ricade una grossa responsabilità per il futuro del team e dell’azienda, dunque il Content manager deve, come i propri colleghi, saper reggere ad una forte pressione e allo stress quotidiano dei periodi più caotici. 

In quali realtà lavora il Content manager

Il content marketing è il futuro di tutte le aziende, a prescindere dal contesto tematico in cui si muovono e dal mercato geografico di riferimento. Il Content manager non avrà difficoltà a trovare un impiego in ogni settore, in aziende grandi e piccole, purché posizionate online -o in procinto di esserlo-

Le modalità di impiego

Il Content manager può lavorare indifferentemente sia da freelancer che come dipendente. Nel primo caso è bene che si alleni alla versatilità, di tematiche e mansioni: è probabile che ogni cliente abbia esigenze e richieste specifiche da soddisfare, e ad ognuno dovrà essere dedicata la stessa cura. Nel secondo caso il suo orientamento sarà decisamente più manageriale e dovrà conoscere e coordinare l’attività della squadra di comunicazione e pubblicità. 

I guadagni

Analizziamo, per dare un’idea orientativa dei possibili guadagni, il salario di un Content manager che lavora come dipendente: 

  • 0-3 anni di esperienza: tra i 20 e i 25 mila euro l’anno
  • 4-9 anni di esperienza: tra i 30 e i 35 mila euro l’anno
  • 10-20 anni di esperienza: tra i 40 e i 45 mila euro l’anno
  • 20 e più anni di esperienza: tra i 45 e i 50 mila euro l’anno

Ovviamente in questa analisi è necessario tenere conto di molti aspetti che non possiamo analizzare singolarmente: 

  • L’azienda per cui lavora è grande o piccola? Il manager coordinerà un team, lavorerà prevalentemente da solo, farà affidamento su alcuni collaboratori esterni di fiducia o dovrà trovarli in autonomia di volta in volta a seconda del progetto in esame? 
  • La strategia di marketing è già avviata e deve essere curata e fatta proseguire o è necessario svilupparla dall’inizio? L’azienda è già presente online oppure sta pensando di posizionarsi sul Web? 
  • Il manager gestirà un mercato nazionale o internazionale? Di quali proporzioni?
  • Su quali competenze dure può fare affidamento? Quanti social gestirà? Quanti siti e blog?
  • Lavorerà in Italia o all’estero? 
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