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Soft skills, cosa sono e come migliorarle?

Le soft skills sono definite come l’insieme delle competenze trasversali proprie del comportamento e della personalità dell’individuo, come cioè si comporta di fronte a diverse situazioni della propria vita professionale e quotidiana.

Soft Skills, cosa sono?

Le competenze di una persona sono convenzionalmente divise in soft skill e hard skills che al contrario rappresentano quelle capacità acquisite durante i percorsi di formazione e lavorativi.

Mettere in evidenza soft skills e hard skills rende un curriculum completo agli occhi di chi lo riceve e può essere determinante nella scelta di un candidato.

L’importanza di questo aspetto è spiegata dal portale Indeed, storico motore per la ricerca di lavoro, attivo dal 2004 e presente in oltre 50 paesi nel mondo. Per approfondimenti, una guida per come preparare una lettera di presentazione efficace è presente in questo blog.

Elenco delle soft skills e di come migliorarle

Le abilità relazionali e comunicative sono competenze ricercate da molti datori di lavoro, per questo motivo è bene evidenziarle in un curriculum.

Le principali sono:

  • Capacità comunicativa
  • Lavoro di squadra
  • Adattabilità a diverse situazioni
  • Risoluzione dei conflitti
  • Gestione del tempo
  • Flessibilità
  • Risoluzione dei problemi
  • Responsabilità
  • Integrità

Capacità comunicativa

È valutata positivamente l’attitudine nel trasmettere e condividere in modo chiaro, efficace e sintetico il proprio pensiero, sia in forma orale che scritta.

Lavoro di squadra

La capacità di lavorare in un team è un’abilità molto richiesta dai datori di lavoro, vuol dire essere collaborativi, aperti al dialogo e rispettare le opinioni altrui. Lavorare di squadra implica il saper mediare con pazienza ed empatia.

Adattabilità a diverse situazioni

Il mondo del lavoro spesso è caratterizzato da contesti e scenari mutevoli, la capacità di essere disponibili alle novità, collaborando con persone diverse da sé stessi, permette di acquistare punti a favore in sede lavorativa.

Risoluzione dei conflitti

Sapere come affrontare e risolvere preventivamente l’insorgere di eventuali conflitti all’interno di un contesto lavorativo, richiede capacità di negoziare, influenzare e persuadere. L’obiettivo è mantenere integri i rapporti tra le parti.

Gestione del tempo

Saper rispettare le scadenze, gestire il lavoro in momenti di forte pressione implica l’abilità di gestione del tempo a disposizione e la capacità di stabilire le priorità.

Flessibilità

Essere flessibili vuol dire avere un’apertura mentale positiva verso le nuove sfide, nuovi lavori e attività senza che la paura costituisca un blocco. Un lavoratore flessibile è altresì colui che risulta propenso all’ottimismo e alla disponibilità.

Risoluzione dei problemi

In inglese “problem solving”, chi ne è dotato possiede forti capacità analitiche, di critica e creative che gli consentono di individuare rapidamente i problemi e risolverli in tempi rapidi. La risoluzione dei problemi è associata alla capacità decisionale che consente di affrontare le sfide in maniera lucida.

Responsabilità

Uno spiccato senso di responsabilità consente di affrontare il lavoro e di prendere decisioni a cui poi si è disposti a rispondere personalmente, condividendo i meriti in caso di successo e senza scaricare le responsabilità sugli altri in caso di errori.

Integrità

Per integrità si intende la capacità di autocontrollo, come cioè un lavoratore reagisce di fronte alle difficoltà e quanto queste influiscono sul proprio rendimento.

Poiché le competenze trasversali sono caratteristiche della personalità sviluppate nel corso della propria vita, risultano difficili da insegnare, tuttavia è possibile migliorarle grazie all’esercizio e alla pratica.

Il consiglio è quello di prendere come esempio le personalità che hanno basato il proprio successo grazie alle capacità di mediare in situazioni particolarmente difficili, dimostrandosi abili comunicatori.

In generale, la prima regola è valutare preventivamente quali caratteristiche della personalità ricerca il datore di lavoro, se durante un colloquio, si pone l’accento sulla puntualità, dimostrare di aver recepito il messaggio presentandosi in orario agli appuntamenti è già di per sé un valido esercizio utile a migliorarsi. Il saper comprendere le capacità che si richiedono e farle proprie si può dire essere la madre di tutte le abilità.

Il mercato del lavoro è in continua evoluzione, le mansioni richieste devono adattarsi al progresso e all’innovazione e di conseguenza anche le soft skill risultano mutevoli. Figure specializzate nel lavoro del futuro, nell’industria 4.0, nella rete 5G, nell’agricoltura di precisione richiederanno sempre più figure nuove e diverse.

Le soft skill nel 2020

Udemy è una piattaforma dedicata a corsi online prevalentemente rivolti ai professionisti e studenti. Sviluppata nel maggio 2010, oggi ha oltre 50 milioni di studenti iscritti, 57.000 insegnanti in 65 diverse lingue.

L’azienda ha condotto una ricerca dove quale compaiono le soft skill più apprezzate dalle aziende nel 2020.

La ricerca si pone l’obiettivo di aiutare le aziende ad affrontare le sfide del nuovo decennio, aumentando la consapevolezza su quali saro l’elenco delle soft skills da ricercare nei candidati, alcune di queste soft skills sono riportate qui sotto:

Growth mindset

Growth mindset può essere tradotto con la predisposizione nel far crescere le proprie abilità mentali o avere una mentalità aperta. È una caratteristica utile nel mondo del lavoro odierno che, essendo in continua evoluzione richiede costanti adattamenti, lavoratori con questa abilità risultano predisposti nel raggiungere gli obiettivi di lungo termine.

Creatività

La creatività è un’arma fondamentale per le aziende, nuove idee portano a vantaggi competitivi e team altamente motivati. Per creatività si può dunque intendere la predisposizione del lavoratore verso l’innovazione.

Focus Mastery

Per Focus Mastery si intende quella capacità di concentrarsi nonostante uffici rumorosi, notifiche dello smartphone e distrazioni esterne. L’abilità nel non farsi coinvolgere dall’ambiente circostante è particolarmente sentita soprattutto in un periodo di forte ascesa del lavoro agile o Smart Work, dove il lavoratore può trovarsi a svolgere le proprie attività da qualsiasi luogo.

Capacità comunicative

Indipendentemente dall’attività che si svolge come una telefonata per scopi commerciali, una presentazione o la condivisione di idee, riuscire a comunicare in maniera efficace è un requisito fondamentale perché consente di evitare i fraintendimenti e di conseguenza perdite di tempo e denaro.

Intelligenza Emotiva

L’intelligenza emotiva è definita come la capacità di una persona nel riconoscere e gestire le emozioni proprie e degli altri. È composta dalla consapevolezza verso sé stessi, dalla motivazione che spinge a compiere un determinato gesto e dall’empatia.

Un focus sull’intelligenza emotiva

L’intelligenza emotiva in inglese “Emotional intelligence”, è quell’insieme di competenze relative alla comprensione e alla gestione delle emozioni di sé stessi e degli altri (Salovey & Mayer,1990; Scutte, Malouff e Bhullar, 2009). È valutata sia in ambito lavorativo sia in tutti i settori della vita.

Uno studio dettagliato su questo tipo di intelligenza è stato condotto da Navjot Bhullar e Nicola S. Schutte, professori associati di psicologia dell’Università del New England in Australia. La ricerca si concentra sugli aspetti psicologici, emotivi e ambientali.

I punti salienti della ricerca, rivelano che l’intelligenza emotiva può essere intesa come l’adattamento dell’individuo alle circostanze esterne al fine di ridurre al minimo i danni e massimizzare i benefici.

I primi studi sull’intelligenza emotiva furono introdotti nel 1900, da Peter Salovey, psicologo sociale americano e attuale presidente dell’Università di Yale e John D. Mayer, psicologo americano dell’Università del New Hampshire. Successivamente furono ripresi da Daniel Goleman, psicologo, scrittore e giornalista statunitense nel 1995. Sono stati teorizzati diversi modelli di intelligenza emotiva classificabili in gruppi distinti e definiti come: modelli di abilità e modelli misti. (Neubauer & Freudenthaler, 2005).

I due modelli si differenziano sia per gli strumenti utilizzati nella valutazione dell’intelligenza emotiva sia rispetto la concettualizzazione. (Shutte, 2009). I modelli misti sono tipicamente utilizzati per definire le emozioni nel relazionarsi verso sé stessi e verso gli altri, i modelli di abilità concettualizzano le emozioni come una prestazione potenziale o latente e quindi misurabile.

Nel 2004, Mayer, Salovey e Caruso, hanno definito l’intelligenza emotiva come la valutazione delle emozioni in sé stessi e negli altri e come questa viene utilizzata per risolvere i problemi. In linea con quest’ultimo principio si sono sviluppati strumenti e test attitudinali per valutare l’intelligenza emotiva come il “Multifactor Emotional Intelligence Scale (MEIS)” e Il MSCEIT (Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence Test) un test basato sulla performance individuale in grado di valutare come le persone svolgono i propri compiti e come risolvono i problemi.

L’intelligenza emotiva è stata anche definita dal modo in cui si manifestano alcuni tratti della personalità come estroversione e apertura alle nuove esperienze (Neubauer & Freudenthaler, 2005), un modello di misurazione di questi tratti è stato elaborato da R. Bar-On, oltre che le tipiche caratteristiche dell’intelligenza, il modello include le dimensioni emotive, personali, sociali e di adattamento, quali rapporti interpersonali, problem solving” e tolleranza allo stress.

Altri modelli sono stati sviluppati sulle definizioni di Salovey e Mayer (1990) come la Trait Meta Mood Scale (TMMS) che misura le differenze tra gli individui nel prestare attenzione ai cambiamenti d’umore e di emozioni. È composto da una scala di valutazione formata da 48 elementi divisi in 3 sottocategorie.

L’intelligenza emotiva è un campo che desta interesse oltre che nella psicologia in settori quali l’istruzione e il business. Una ricerca di Google Scholar nel 2018 ha rivelato come l’intelligenza emotiva sia stata menzionata oltre 2 milioni di volte nei testi accademici.

Uno studio di Schutte, Malouff, Thorsteinsson, Bhullar e Rooke (2007), ha dimostrato come vi sia una correlazione positiva tra questo tipo di intelligenza e la salute psicosomatica, risultati confermati anche dall’analisi di Martins, Ramalho e Morin, nel 2010. Elevati valori di intelligenza emotiva, mostrano un umore positivo, maggiore soddisfazione della propria vita, maggiore benessere psicologico ed empatia.

Evidenze dimostrano che i soggetti con una spiccata intelligenza emotiva, sono altresì meno inclini a sviluppare malattie e in generale hanno un tasso di mortalità più basso, Schutte, Palanisamy e McFarlane (2016).

Come migliorare l’intelligenza emotiva?

Interventi mirati risultano portare risultati positivi sull’aumento dell’intelligenza emotiva, questi consistono in tecniche psicoeducative e strategie comportamentali cognitive applicate (Schutte, 2013).

Tecniche specifiche portano aumento nella soddisfazione personale, minori livelli di stress e un migliore livello del cortisolo, misurato grazie a dei campioni di saliva. Uno studio è stato condotto da Groves, McEnrue e Shen (2008) sottoponendo dei lavoratori a un programma di allenamento settimanale. La maggior parte degli studi si concentra sugli individui singoli, ma sono state condotte anche ricerca su gruppi al fine di migliorare i processi organizzativi, sia in contesti di lavoro sia nei contesti familiari.

Un esempio in questa direzione è stato fornito da Mikolajczak e Van Bellegem (2017), lo studio ha valutato la correlazione tra i partecipanti ad un corso per migliorare l’intelligenza emotiva e le loro spese sanitarie, i risultati hanno mostrato che un aumento dell’1% di intelligenza emotiva corrisponde all’1% di riduzione delle spese sanitarie.

Come capire se si possiede un’elevata intelligenza emotiva

Il web propone una moltitudine di test adatti a valutare il proprio livello di intelligenza emotiva, tuttavia i test più autorevoli e dotati di evidenze scientifiche risultano a pagamento. Gli studi condotti dimostrano che un elevato quoziente intellettivo è associato ad un’alta intelligenza emotiva. Quali sono le caratteristiche generalmente possedute da chi riesce a superare brillantemente un test?

A questa domanda risponde il dot. Travis Bradberry, Presidente di TalentSmart e coautore di “Emotional Intelligence 2.0” in un articolo per Huffpost.com

Hai un ricco vocabolario sentimentale

La capacità di dare un nome e una definizione alle proprie emozioni non catalogandole semplicemente con “bene o male”, è una capacità riscontrata solo nel 36% delle persone. Più risulta precisa la definizione delle emozioni più si riesce a comprenderne cause e rimedi.

Avere curiosità verso gli altri

Le persone emotivamente intelligenti dimostrano avere una forte curiosità verso tutto ciò che li circonda. Un elevata curiosità corrisponde ad un alto senso di empatia, propria di chi possiede un elevato quoziente intellettivo.

Essere predisposti verso il cambiamento

Significa avere la capacità di essere flessibili e di adattarsi con la consapevolezza che la paura rappresenta un freno verso il successo e la felicità.

Conoscere i propri punti di forza e di debolezza.

Coloro che sono dotati di intelligenza emotiva non si fermano solo a comprendere le emozioni, ma sono consapevoli in cosa sono portati e in cosa non lo sono, riuscendo così a sfruttare a loro vantaggio questa attitudine.

Comprendere la natura umana

La capacità di comprendere le esigenze degli altri, anche quelle più nascoste è una delle maggiori caratteristiche dell’intelligenza emotiva. Con il tempo questa rende l’individuo un profondo conoscitore della natura umana.

Difficilmente riescono ad offenderti

Essere emotivamente intelligenti significa avere una chiara idea di sé stessi, si è capaci di fare autoironia e comprendere la differenza tra offesa e umorismo.

Saper dire di no

L’intelligenza emotiva vuol dire anche autocontrollarsi. Saper rimandare le gratificazioni ed evitare azioni impulsive. Una ricerca condotta dall’Università di San Francisco, dimostra che più si ha difficoltà a dire no, più si è esposti a stress, burnout e depressione. Saper dire di no è indice di autocontrollo e significa rispettare gli impegni già presi in precedenza.

Saper reagire agli errori commessi

Tutti commettiamo errori, ma saper prendere le distanze da questi senza dimenticarli è una caratteristica degli emotivamente intelligenti. Il segreto sta nella capacità di utilizzare i fallimenti a proprio favore, non ricommettendo gli stessi errori e utilizzandoli per migliorarsi, così da rialzarsi prontamente quando si commette uno sbaglio.

Dare senza aspettarsi di ricevere qualcosa in cambio

Donare qualcosa in maniera spontanea senza aspettarsi nulla indietro ha un forte potere. Gli emotivamente intelligenti riescono a instaurare solidi rapporti perché il loro pensiero è costantemente rivolto verso gli altri.

Non essere rancorosi

Provare del rancore verso gli altri non è altro che una risposta allo stress. Il solo dover ripensare alle cause del rancore, pone sé stessi in modalità “lotta o fuggi”, un comportamento cioè istintivo che provoca problemi all’organismo e nel tempo può portare anche a danni per la salute. La conferma arriva dei ricercatori della Emory University, che hanno confermato come lo stress contribuisca all’insorgenza di pressione alta e malattie cardiache.

Essere in grado di neutralizzare le persone nocive

Avere a che fare con persone difficili è frustrante ed estenuante. Coloro che risultano dotati di alto quoziente intellettivo riescono a controllare gli individui difficili tenendo sotto controllo il loro modo di essere. Nel confronto con questo tipo di persone, affrontano le situazioni in maniera razionali non consentendo alla rabbia di prendere il sopravvento.

Non ricercare la perfezione

Le persone emotivamente intelligenti sanno bene che la perfezione non esiste, perché gli esseri umani per propria natura commettono errori. Se ci si pone come obiettivo la perfezione non ci si libererà mai della sensazione di fastidio derivante dal non averla raggiunta, è necessario quindi avere un approccio entusiasta per le cose che si fanno e che si faranno in futuro.

Apprezzare ciò che si ha

Apprezzare ciò che si ha non è semplicemente la cosa giusta da fare, ma ha effetti benefici anche sull’umore in quanto riduce il cortisolo del 23%. Una ricerca condotta dall’Università della California, mostra come le persone che coltivano un atteggiamento di gratitudine in ambito lavorativo riscontrano un miglioramento dell’umore, dell’energia e del benessere fisico.

Staccare la spina

Concedersi del tempo libero è segno di alto quoziente intellettivo, perché aiuta a tenere sotto controllo lo stress e godersi il momento. Rendersi disponibile tutti i giorni a tutte le ore, espone l’individuo a forti pressioni. Spegnere tutti i dispositivi permette di dare una pausa al corpo e alla mente. Studi dimostrano come il solo staccare la posta elettronica riduce i livelli di stress.

Limitare l’assunzione di caffeina

Bere eccessive bevande a base di caffeina innesca il rilascio di adrenalina che porta a comportamenti istintivi “lotta o fuga” che fanno perdere il controllo razionale delle situazioni. Tenere costantemente il corpo in uno stato di ipertensione è dannoso per tutto l’ organismo.

Dormire abbastanza

Dormire il giusto numero di ore permette di gestire i livelli di stress, questo perché il cervello si ricarica vagliando i ricordi del giorno, memorizzando i fondamentali e scartando i superflui. Individui con un elevato quoziente intellettivo sanno perfettamente quanto le loro prestazioni si riducono nel caso in cui non riescano a dormire un numero sufficiente di ore.

Non rimuginare sui pensieri negativi

Pensare e ripensare ad eventi negativi non fa altro che conferire a questi maggior potere. Quando si pensa che un evento accade sempre o mai non è altro che una concezione sbagliata fornita dalla propria mente. Le persone emotivamente intelligenti sanno separare i loro pensieri da ciò che sono i fatti così da sfuggire dal ciclo della negatività.

Non permettere a nessuno di limitare la tua gioia

Quando la tua soddisfazione deriva dalle opinioni altrui non sarai mai padrone della felicità. Le persone emotivamente intelligenti riconoscono quando hanno fatto bene un qualcosa e non lasciano che le opinioni e le osservazioni altrui, influiscano sul loro pensiero. Sebbene è impossibile essere completamente impassibili è importante che l’autostima provenga da sé stessi e non dagli altri.

Un esempio di intelligenza emotiva

Il 26 febbraio 2020, la rivista americana Inc. ha pubblicato la storia di Beverly, dimostrando come in un mondo pieno di cattive notizie, l’intelligenza emotiva può essere usata per fare del bene.

Beverly ha lavorato come assistente di volo della Delta Airlines per 15 anni prima di andare in pensione anticipata per poter passare più tempo con i propri figli.

Dopo poco tempo però, uno dei suoi figli è morto all’improvviso a soli diciannove anni.

Successivamente all’evento, Beverly tentò di tornare al suo posto di lavoro, sostenendo colloqui con agenzie terze ma nonostante i 15 anni di esperienza fu scartata dalle selezioni.

Appresa la notizia, il giornalista Justin Bariso, decise di aiutare la donna, consapevole delle attenzioni che la Delta Airlines rivolge verso i candidati con esperienza e stupito che non le fosse stata concessa un’opportunità.

Bariso dopo essersi congrontato con Beverly, ha condiviso la storia ai suoi 100.000 follower su LinkedIn e ha utilizzato i tag per coinvolgere la compagnia Delta Airlines al fine di ricevere attenzione.

L’esposizione mediatica del post ha permesso in breve tempo di ricevere risposta direttamente dal CEO di Delta, che si è prontamente impegnato in prima persona nel far sì che Beverly avesse una nuova opportunità.

La selezione è ancora in corso ma questa storia dimostra come l’intelligenza emotiva negli esseri umani permette di identificare e comprendere i bisogni e sentimenti, come l’empatia e la compassione possono essere utilizzati per creare relazioni stabili e durature sia sul posto di lavoro che a casa.

Il messaggio di questa storia è che anche un’azienda come Delta che ha oltre 80.000 dipendenti e 180.000 candidati, ha come obiettivo quello di vedere oltre i numeri, riconoscendo la differenza che possono l’intelligenza emotiva e i piccoli gesti.

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