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Professione idraulico: chi è, cosa deve saper fare, quanto guadagna

Una caldaia che si blocca, un lavandino che perde, un water con lo scarico malfunzionante: chi pensa che le competenze di un idraulico si fermino a queste attività in realtà sottovaluta il valore e la completezza del suo impiego. 

In realtà un idraulico, a seconda della sua specializzazione, può lavorare facilmente anche nel mondo dei cantieri, civili ed industriali, con ottimi ritorni economici.

La professione sembra venire sottovalutata da molti, specialmente per la sua natura manuale e artigiana, ma offre in realtà ottime possibilità di impiego e guadagni più che soddisfacenti. 

Vediamo insieme, in questa nostra guida alla professione di idraulico, chi è questo professionista, di quali mansioni si occupa, cosa deve studiare e come si forma e soprattutto quali sono le sue possibilità di guadagno e carriera.  

Chi è l’idraulico

L’idraulico è il professionista che si occupa della termoidraulica, cioè della disciplina che regolamenta, disciplina e studia gli impianti di distribuzione dell’acqua e del calore generato da essa attraverso caldaie e termosifoni. 

Può lavorare sia come libero professionista che come dipendente per un’azienda artigiana più ampia, e venire impiegato in numerosi settori: da quello edilizio a quello sanitario, da quello scolastico alle industrie, fino alla produzione di energia. 

Quali sono le mansioni dell’idraulico

Nel settore di idraulica e termoidraulica esistono numerose specializzazioni, ognuna focalizzata su una certa fase del lavoro nella sua interezza.

Cerchiamo di riassumere in modo più completo possibile quali sono queste fasi e quali sono le relative mansioni. 

La prima è ovviamente quella del sopralluogo. Il sopralluogo è una visita al sito di costruzione o di lavoro, per valutarne ampiezza, necessità, bisogno di materiale o di manodopera, tempi di esecuzione. 

Subito dopo il sopralluogo viene scritto un preventivo, cioè un documento ufficiale che spiega nel dettaglio quali sono i costi dell’intervento, tenendo conto delle spese per i materiali, dei tempi di esecuzione, del numero di persone necessarie. Se il cliente trova la proposta congrua e firma il preventivo è possibile iniziare a reperire i materiali e redigere il progetto. 

La fase di progettazione richiede disegni a mano o eseguiti con software CAD per digitalizzazioni in 2D e 3D, che ricostruiscono l’edificio e l’impianto da installare oppure da correggere.

Nella fase di progetto è necessario consultare e comprendere i disegni tecnici sviluppati da architetto o ingegnere o progettista, per ottimizzare spazi e volumi e ridurre il più possibile il fastidio per il cliente finale. Di solito non è l’idraulico junior ad occuparsi di questa fase, ma semmai lo è il responsabile del progetto (project manager). 

Tra le realtà che è possibile progettare per un idraulico ci sono: 

  • Impianti igienico-sanitari (cioè le condutture e i sanitari installati nelle case o negli uffici o nelle industrie);
  • Impianti di termoidraulica (cioè il sistema di riscaldamento dell’acqua che passa nei termosifoni);
  • Impianti per l’approvvigionamento dell’acqua potabile (dall’acquedotto fino alle singole condutture domestiche);
  • Impianti di irrigazione per le attività agricole e gli allevamenti;
  • Impianti di smaltimento delle acque reflue, cioè dei residui che devono essere portati in sicurezza e nelle migliori condizioni igieniche agli impianti di purificazione fognari.

Alla fase di progettazione segue ovviamente quella di realizzazione. A partire da modelli e disegni prodotti è necessario posare le tubature, ottimizzare gli spazi per evitare la dispersione di calore o le perdite, rendere l’impianto a norma di legge, installare i sanitari, gli elettrodomestici, i termosifoni, le caldaie, oltre a tutti gli accessori necessari al loro uso come rubinetti, gruppi di ricircolo, miscelatori, valvole, filtri, contatori, depuratori, eccetera. 

L’ultima fase è quella del collaudo dell’impianto, che deve rispettare rigorose norme costruttive, per evitare che proliferino indiscriminati i batteri, che si creino problemi di ordine igienico o sanitario, che ci siano perdite o malfunzionamenti.

Durante la fase di progettazione e realizzazione non è raro confrontarsi attivamente con altri professionisti, come muratori, piastrellisti, elettricisti, addetti delle forniture pubbliche di acqua e gas, imbianchini per coordinare le fasi di lavoro e spiegare ai clienti l’andamento della procedura.

L’ultima fase del lavoro, non necessariamente collegata in modo diretto alla costruzione dell’impianto, è la manutenzione. Le attività di manutenzione si dividono sempre in: 

  • Ordinarie, periodiche e fisse, per valutare lo stato degli impianti, pulirli ed intervenire eventualmente su possibili malfunzionamenti o guasti non ancora riscontrati ma che possono aggravarsi.
  • Straordinarie, eseguite per correggere problemi improvvisi, guasti e malfunzionamenti ormai chiari ed evidenti che hanno compromesso le funzionalità dell’impianto.

Termoidraulica: una mansione sempre più richiesta

I progressivi adeguamenti ecologici richiesti ai cittadini hanno reso sempre più popolare la figura del termoidraulico: una specializzazione dell’idraulico che si occupa di impianti termici, di riscaldamento o condizionamento. 

Il termoidraulico si occupa delle stesse mansioni del collega, ma riservando la propria professionalità agli impianti di caldaie, pannelli solari, termosifoni, condizionatori e deumidificatori, depuratori di gas di scarto. 

La formazione: come si diventa idraulico

Vediamo ora quali sono le possibili strade per diventare idraulico. Generalmente si considerano tre vie plausibili: 

  1. Laurearsi in una materia tecnica, come Ingegneria, Architettura, Fisica (laurea triennale, più eventuale magistrale di altri due anni).
  2. Diplomarsi in una scuola di istruzione tecnica, di durata quinquennale; o in una scuola di istruzione professionale, di durata triennale con abilitazione o quinquennale con il conseguimento del diploma di Maturità.
  3. Avere una qualifica professionale abilitante, che si ottiene con due anni di esperienza in aziende di settore.

Una forma di qualifica non specializzata ma professionale può essere ottenuta anche se si lavora per almeno sei anni nel settore di installazione degli impianti, previa iscrizione all’INAIL. 

L’esperienza professionale specializzata si ottiene invece lavorando per almeno tre anni (escluso il periodo di apprendistato) in aziende iscritte all’INAIL con mansioni equiparabili a quelle di operaio specializzato. 

Per ottenere le verifiche dei titoli di studio è necessario rivolgersi a: 

  • Istituti scolastici;
  • Centri di formazione professionale.

Per ottenere invece le verifiche sulle esperienze professionali è necessario rivolgersi a: 

  • Archivio nazionale del Registro delle imprese;
  • Centri per l’impiego;
  • INPS;
  • INAIL;
  • Direzione provinciale del lavoro.

Caratteristiche e abilità dell’idraulico

Come sempre a beneficio della chiarezza distinguiamo le abilità e le capacità di un idraulico in due gruppi.

Il primo è costituito dalle abilità tecniche, pratiche e attive, specifiche della mansione (dette anche competenze dure).

Il secondo è costituito dalle propensioni psicologiche, dall’attitudine al lavoro e dalla personalità di ogni individuo (dette anche competenze morbide). 

Competenze specifiche

Le competenze specifiche necessarie per un idraulico sono: 

  • Conoscenze in idraulica, termoidraulica, elettrotecnica, impiantistica;
  • Capacità di realizzare gli impianti di interesse con manualità e destrezza;
  • Conoscenza di tecniche di posa delle condutture, degli elettrodomestici e degli elementi idraulici e termoidraulici;
  • Competenza nella regolazione degli impianti; 
  • Abilità nel disegno tecnico termoidraulico, quantomeno per interpretare i progetti forniti dal committente;
  • Conoscenza delle normative attualmente in vigore.

Competenze comportamentali e psicologiche

Un buon idraulico deve essere inoltre essere dotato di: 

  • Ottime capacità di problem solving, anche sotto pressione;
  • Capacità di lavorare in autonomia: il caposquadra deve infatti seguire i progressi di tutti gli addetti, e non può affiancarli singolarmente per tutta la durata del lavoro;
  • Ottima resistenza fisica e forza.
  • Buone capacità di relazione con i clienti e con i colleghi (in particolare, questa capacità è fondamentale per chi desidera mettersi in proprio per lavorare come idraulico libero professionista).

Guadagni, carriera e possibilità di crescita

Come abbiamo accennato all’inizio, la professione di idraulico -e in particolare quella di termoidraulico- è estremamente richiesta dalle aziende, che hanno difficoltà a trovare professionisti capaci e competenti nel settore.

La vitalità di questo tipo di impianti e le normative stringenti sulle loro funzionalità richiede frequenti aggiornamenti e correzioni, dunque ci aspettiamo nei prossimi anni una certa stabilità della professione. 

Parlando di guadagni possiamo distinguere in varie fasi la carriera dell’idraulico: 

  • Come apprendista, nei primissimi anni di formazione, è possibile guadagnare circa 900 euro al mese;
  • A metà carriera, tra i 4 i 9 anni di esercizio della professione, è possibile guadagnarne circa 1400/1500 netti al mese;
  • Un professionista molto talentuoso ed affermato può guadagnare, a fine carriera (oltre i 15 anni di professione) anche indicativamente 3500.

Situazione attuale e carriera

Il contratto nazionale a cui si fa riferimento parlando di idraulici è quello di “metalmeccanico nel comparto artigianato”.

La modalità più frequente con cui si entra in contatto con il mondo del lavoro è quella dell’apprendistato, di durata variabile. 

Confartigianato stima la presenza, in Italia, di circa 180.000 imprese che si occupano di idraulica e specializzazioni relative, con una forza produttiva pari a circa 400.000 impiegati, tra imprenditori e dipendenti. 

Le possibilità di carriera sono diversificate, sia per l’acquisizione di posizioni verticali che orizzontali. 

Le posizioni orizzontali sono quelle che specializzano il professionista in una diversa mansione o specializzazione del mestiere collettivo. A seconda della richiesta di quegli specifici professionisti e della difficoltà del settore la retribuzione da aspettarsi sarà più o meno corposa. Giusto per citarne alcune, le specializzazioni su cui concentrarsi possono essere: 

  • Centrali idroelettriche;
  • Sistemi di condizionamento;
  • Sistemi di riscaldamento;
  • Caldaistica;
  • Frigoristica;
  • Oleodinamica.

La più frequente specializzazione verticale è invece quella che porta ad essere da idraulico a caposquadra, poi a progettista o project manager. In questi casi è sicuramente possibile aspettarsi compensi molto più elevati, ma anche maggiori responsabilità e contatti con i professionisti e con i clienti. 

L’ultima alternativa possibile è quella del commerciale. Le abilità conseguite con la pratica del mestiere possono aprire la strada di rivenditori di arredo bagno oppure prodotti idrotermosanitari. 

Libera professione

Moltissimi idraulici in Italia lavorano attraverso la libera professione, come imprese individuali o PMI.

Per seguire questa strada è ovviamente necessario aver completato diversi anni di apprendistato e di esecuzione pratica delle mansioni, per poi: 

  1. Aprire la partita IVA (Codice Ateco del serie 43.22);
  2. Iscriversi al Registro delle imprese artigiane oppure alla Camera di commercio locale;
  3. Dimostrare la conoscenza della Legge 46 del 1990, che disciplina le norme per la sicurezza degli impianti;
  4. Essere iscritti all’INPS e all’INAIL (non da soli, ma con tutti gli eventuali dipendenti dell’azienda).

In seguito è necessario avviare il proprio giro di clienti ed esercitare e affinare le capacità di dialogo e mediazione con le loro necessità. 

Per le piccole e medie imprese, un’attività essenziale di promozione della propria attività è il marketing online. 

Sfruttare Internet per la libera professione

Sembra piuttosto improbabile che il nome di un buon idraulico, oggi, venga trovato sulle Pagine Gialle. Le due vie più probabili sono il passaparola e Internet. 

Esistono moltissime agenzie che si occupano di pubblicità per le PMI e che possono aiutare decisamente i professionisti ad ampliare il proprio giro di clienti e dunque il loro fatturato.

Alcune attività indispensabili per posizionarsi efficacemente online sono: 

  • L’apertura di un sito Web, con elencati i contatti e la possibilità di compilare un modulo per ottenere un preventivo;
  • Registrare l’azienda su Google, per fare in modo che compaia nei risultati di ricerca per una certa area geografica (per esempio, la città di riferimento);
  • Avere un blog aziendale, dove si pubblicano con continuità contenuti relativi al mestiere, suggerimenti per i clienti oppure si dimostrano con portfoli e immagini gli impianti di cui ci si è occupati in passato;
  • Curarsi dei profili sui social network, indispensabili sia per fidelizzare i clienti, sia per rintracciarne di nuovi; la promozione può avvenire sia con post, foto e video, sia con manovre più complesse (e costose) come la promozione tramite ADV, cioè annunci che compaiono sulle bacheche degli utenti potenzialmente interessati a quella specifica attività.

Considerata l’importanza e la difficoltà del mestiere pubblicitario è sempre consigliabile individuare un’agenzia o un professionista che possano occuparsene professionalmente.

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