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Scegliere un lavoro coerente con gli studi – Rapporto CEDEFOP

Perché studiare se poi le competenze acquisite non permettono ad un giovane di trovare un lavoro coerente con quanto appreso? Quanto paga studiare? Sono domande lecite, comuni tra i neolaureati. È il rapporto del CEDEFOP (European Centre for Development of Vocational Training) che conferma tutte le perplessità che un giovane al giorno d’oggi, può avere riguardo gli effettivi sbocchi occupazionali conseguenti ad un percorsi di studi. Lo studio dell’agenzia UE, basandosi sull’European Skills Index, conferma come in Italia trovare un impiego in linea con il percorso formativo svolto è un’impresa piuttosto ardua, al contrario di Paesi come la Repubblica Ceca o la Finlandia i quali gestiscono con successo il passaggio tra la scuola e il mercato del lavoro dei propri giovani.

In questo articolo partendo dai risultati emersi dal rapporto CEDEFOP, si fornisce una panoramica sulla situazione europea riguardo come i Paesi gestiscono la delicata fase di transazione dalla scuola verso un mondo del lavoro, in un contesto sempre più in evoluzione e competitivo.

Guida all’European Skill Index (ESI)

L’ESI è un indice elaborato per misurare il livello delle competenze acquisite dai giovani durante i percorsi di formazione, scolastici e universitari al fine di compararli con i risultati raggiunti dai 27 Paesi dell’Unione Europea. Valutare questo insieme di informazioni richiede un’analisi complessa che incrocia i dati provenienti dalle abilità conseguite con le relative opportunità di lavoro.
L’European Skill Index finalità:

  • Fornire ad un Paese un quadro delle competenze richieste dal mercato del lavoro
  • Garantire che ogni individuo abbia un’effettiva opportunità di sviluppo per la propria carriera
  • Unire le capacità, le aspirazioni e gli interessi ai bisogni del mondo lavorativo

Fornire gli strumenti necessari per evitare alti tassi di disoccupazione o inoccupazione tra i giovani.

L’European Skill Index prende in considerazione i seguenti parametri

Sviluppo delle competenze

L’ESI confronta le attività di formazione e istruzione esistenti in ogni Paese preso come riferimento, basandosi sulle conoscenze acquisite dagli individui durante la formazione di base e durante i percorsi di formazione permanenti (Articolo Studiare non basta).

Attivazione delle competenze

La forza lavoro potenziale in un paese è analizzata dall’ESI considerando come avviene il passaggio al mondo del lavoro e sotto quale grado di partecipazione.

Competenze corrispondenti

Analizza quanti posti di lavoro non sono coerenti con le competenze acquisite e le conseguenze in termini di disoccupazione, sottoutilizzazione o mancata corrispondenza tra le abilità e la domanda.

La valutazione è stata condotta sui 27 Stati Membri + la Svizzera, la Norvegia, la Turchia, l’Islanda e la Macedonia del Nord. I dati ottenuti hanno tenuto conto dei seguenti indicatori:

  • Students per teacher: il rapporto tra studenti per insegnate nella scuola primaria, secondaria e accademica;
  • Risultati e aspettative: non ci sono evidenze chiare sul rapporto ottimale tra il numero di studenti ideale che un insegnante può gestire al meglio.
  • Upper secondary education: popolazione di età compresa tra 15 e 64 anni e rispettiva percentuale di istruzione;
  • Risultati e aspettative: l’obiettivo Education and Training 2020 è quello di avere almeno il 40% di laureati compresi tra i 30 e 34 anni.
  • Reading, maths, science scores: punteggi medi raggiunti dagli studenti di 15 anni nei test PISA (il programma per la valutazione internazionale dello studente) in matematica, lettura e scienze;
  • Risultati e aspettative: avere dei punteggi quanto più alti e uniformi in tutta l’Euro Zona.
  • Recent training: individui compresi tra i 25 e 64 anni che hanno sostenuto un percorso d’istruzione o formazione, formale o informale;

Risultati e aspettative: il target di Education and Training 2020 è il raggiungimento del livello 6 di istruzione e formazione per la fascia d’età presa come riferimento.

  • Parametri che Education and Training 2020 intende avvicinare monitorare e massimizzare nei prossimi 7 anni:
  • VET students: quota di popolazione che ha sostenuto una formazione professionale di terzo livello ISCED11;
  • High computer skills: quota di popolazione con alte competenze informatiche compresa tra 16 e 74 anni;
  • Early leavers from training: percentuale di popolazione che ha abbandonato prematuramente i percorsi di formazione e istruzione compresa tra 18 e 24 anni;
  • Recent graduates in employment: occupati compresi tra 20 e 34 anni che hanno completato i percorsi di istruzioni secondari o terziari e che non sono impegnati in un percorso di formazione;
  • Activity rate: quota di persone occupate comprese tra 25 e 54 anni e tra 20 e 24 anni rapportate con la stessa fascia di popolazione negli altri paesi considerati;
  • Long-term unemployment: quota di disoccupati da 12 mesi o più rispetto al numero totale di occupati;
  • Underemployed part-timers: lavoratori part-time che dichiarano di voler lavorare a tempo pieno, di età compresa tra 15 e 74 anni;
  • Overqualification rate: lavoratori di età compresa tra 25 e 34 anni iper-qualificati per il ruolo lavorativo ricoperto;
  • Low waged workers: lavoratori con un livello di qualifica di livello 5 – 8 con un salario di due terzi o meno rispetto la media nazionale.
  • Qualification mismatch: è un parametro che misura il livello di istruzione a seconda del ruolo ricoperto.

European Skill Index cosa è emerso nel 2020

La Repubblica Ceca è il Paese in Europa che gestisce nella maniera più efficace il passaggio tra la scuola e il mondo del lavoro. Anche in Finlandia, Slovenia, Lussemburgo ed Estonia ci sono buona probabilità che un aspirante lavoratore trovi un’occupazione corrispondente al proprio percorso di studi.

La classifica dei Paesi, riportata dal rapporto CEDEFOP, vede l’Italia all’ultimo posto preceduta da Grecia, Spagna, Cipro e Romania. Tra i problemi più evidenti vi sono la difficoltà delle scuole e Università nel formare uno studente in maniera che risulti appetibile per un’azienda, e la scarsa attinenza tra il percorso di studi scelto da uno studente e l’effettiva domanda di lavoro corrispondente.
Una questione dunque che va ad arricchire il complesso quadro lavorativo Italiano ed Europeo, che ha davanti a sé molte sfide da affrontare e superare, quali ad esempio l’impatto dell’intelligenza artificiale, la disparità dei salari, e non ultime, le conseguenze portate dal Covid-19, ancora tutte da comprendere appieno, ma che intanto hanno costretto milioni di lavoratori a rivedere i propri spazi e nuove abitudini lavorative e le aziende a fronteggiare una nuova crisi economica un decennio dopo la Grande Recessione del 2008.

Transizione scuola lavoro il rapporto UNICEF

Trovare lavoro dopo aver completato la formazione superiore o universitaria, è una tematica particolarmente importante che permette ad un Paese di essere competitivo a livello globale e di garantire un’opportunità lavorativa e il benessere alla propria popolazione. Del tema si è occupata l’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia) in un recente rapporto.

Cos’è la transazione scuola – lavoro?

Non esiste una definizione univoca per il processo di transazione scuola – lavoro. Per l’European Centre for Development of Vocational Training è quel passaggio dall’istruzione o formazione all’occupazione ma non fornisce riferimenti sulla qualità dell’occupazione stessa.

Diversamente l’International Labour Organization (ILO) utilizza una definizione più rigorosa descrivendo il processo come quel passaggio che avviene dalla fine della scuola verso un primo stabile e soddisfacente impiego.

È dunque un processo che richiede ad un giovane lo sviluppo di competenze che gli permettono di trovare un’occupazione che massimizzi le proprie ambizioni e capacità.

Perché è così importante la transizione dalla scuola al lavoro?
Il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro è cruciale per un individuo poiché coinvolge oltre che lo stato occupazionale anche il benessere e le relazioni. Quando una persona trova difficoltà a sfruttare le competenze acquisite ha maggiori probabilità di provare stati di depressione. Dal punto di vista di un governo si aprono problemi legati alla migrazione che si trasmettono direttamente sull’economia del Paese.

La gestione della forza lavoro appena uscita da un percorso di formazione è un problema presente soprattutto nelle zone svantaggiate, nelle quali il reddito degli individui è medio basso. In particolare, le donne e i giovani in generale risultano una categoria particolarmente colpita.

Tra le strategie messe in atto dall’UNICEF vi è la proposta di un programma che faciliti la transizione scuola lavoro. Un programma che coinvolge i giovani a partire dall’età di 15 anni e fornisce gli strumenti necessari per la creazione di occupazione, aiutando il mercato del lavoro giovanile a connettersi con opportunità dignitose e produttive. I pilastri sui quali si basano le strategie suggerite dall’UNICEF sono:

  • Garantire pari opportunità per l’accesso allo sviluppo di competenze rilevanti per il mercato del lavoro
  • Fornire gli strumenti necessari per sviluppare le competenze, rafforzando la qualità e la pertinenza degli strumenti volti alla formazione
  • Permettere l’accesso ad opportunità produttive e dignitose a partire da un programma di investimenti da dedicare all’istruzione di base

La transizione scuola-lavoro non è un processo lineare. Alcuni giovani iniziano un’esperienza lavorativa in concomitanza con un percorso di studi, altri tornano tra i banchi di scuola dopo aver lavorato per molti anni, altri ancora iniziano con un lavoro irregolare senza tutele o contratti per poi passare (non sempre) ad un lavoro regolare.

Cosa considerare per trovare un lavoro coerente con il percorso di studi

La premessa è che considerati gli scenari attuali, trovare un lavoro che rispecchi appieno il percorso di studi e le ambizioni, come confermato dall’UNICEF, è un percorso tortuoso che può facilmente essere interrotto da periodi di disoccupazione o inattività.

I fattori che influiscono sulla buona riuscita di questo percorso sono molteplici e riguardano:

  • L’istruzione
  • Le competenze
  • Il genere
  • Il contesto familiare
  • Il contesto culturale
  • Il luogo
  • Il quadro normativo ed economico.

Un giovane di età compresa tra i 15 e i 24 anni, a seconda del contesto deve considerare già a partire dalle scuole superiori che gli sforzi andrebbero rivolti verso l’acquisizione di competenze, attitudini, valori e abilità trasversali finalizzate a garantire un’occupazione coerente con l’evoluzione del mondo del lavoro. Le competenze possono essere acquisite attraverso percorsi di formazione, formali o informali. In particolare, è bene direzionare i propri obiettivi verso l’acquisizione di abilità cognitive e socio-emotive quali:

  • Capacità di risoluzione dei problemi (problem-solving)
  • Sviluppo della resilienza
  • Trovare costantemente nuovi stimoli e motivazioni
  • Sviluppare la capacità dell’autocontrollo
  • Imparare come gestire il lavoro di gruppo
  • Sviluppare uno spiccato senso di iniziativa
  • Sviluppare valori etici
  • Implementare tecniche per una comunicazione efficace

Come trovare un lavoro coerente con gli studi condotti

La maggior parte dei giovani si sente ripetere che una volta terminati gli studi dovrà trovare un lavoro per il quale ha una forte passione. Ma nessuno poi spiega come effettivamente riuscirci.
Uno dei primi passaggi da compiere è identificare qual è il proprio talento e personalità.

Tuttavia, come si è visto fin ora gli aspetti da considerare sono molti, alcuni dipendono per giunta, da fattori assolutamente indipendenti alle proprie capacità. Il consiglio è di affrontare ogni cambiamento con la giusta dose di consapevolezza e pazienza.

Grandi personaggi di successo come Darwin, Lincold JK Rowling, agli inizi della loro carriera conobbero il fallimento, per poi rifarsi e diventare dei punti di riferimento per tutti gli studiosi del loro settore di competenza.

Basti pensare che anche il rapporto che Albert Einstein si vide recapitare nel 1895 dal proprio maestro recitava “Non riuscirà mai a fare niente”.

Il modo migliore per intraprendere una carriera lavorativa coerente con i propri studi inizia apportando dei miglioramenti piccoli ma importanti che riguardano sé stessi piuttosto che il mondo esterno.

Un buon modo per riuscire ed avere successo nella vita è riuscire a far conciliare il proprio talento con un percorso di studi in grado di valorizzarlo. Indentificare già durante l’età adolescenziale quali sono i propri punti di forza aiuta a prendere decisioni migliori nei decenni a venire.

È importante inoltre, sperimentare nuove esperienze anche quelle che appaiono insolite rispetto il percorso di studi, può essere in tal senso una buona idea provare un’esperienza di volontariato o cimentarsi in un lavoro stagionale durante i periodi di vacanze.

La ricerca delle proprie attitudini attraverso percorsi insoliti o poco coerenti è una scelta effettuata da molte persone divenute con il tempo celebri e affermate. È l’esempio di Tony Blair ex Primo ministro del Regno Unito, laureato in Giurisprudenza che prima di intraprendere la carriera politica si è dedicato alla promozione della musica rock. Steve Jobsil cofondatore di Apple, ha trascorso un intero anno in India e considerò seriamente l’idea di diventare un monaco zen prima di intraprendere la carriera che tutti conosciamo.
L’evoluzione del lavoro sempre più porterà le persone a doversi disimpegnare in attività e settori differenti. I settori con un’ampia prospettiva a differenza del passato sono pochi e la maggior parte cambieranno nel modo di svolgersi. Una solida base maturata sin dai primi decenni di vita permette di adattarsi rapidamente ai cambiamenti evitando di venire travolti.

Provare, sperimentare e conoscere nuove cose evita altresì, un altro grande errore inerente allo sviluppo di una carriera lavorativa: il non considerare un numero sufficiente di scelte e opzioni che si hanno davanti.

Come coniugare talento, opportunità, studi e lavoro

Il passaggio primario da compiere è scoprire il proprio talento e indirizzarlo verso le opportunità formative e i percorsi di studi esistenti. Seguendo questi passaggi trovare un lavoro coerente con i propri studi sarà un passaggio automatico. Quali accorgimenti bisogna prendere?

Fare una lista delle opzioni

Indipendentemente dalle proprie aspirazioni il consiglio è quello di porsi e di rispondere ad alcune domande che aiuteranno a raggiungere l’obiettivo:

  • Non considerando la retribuzione cosa mi piacerebbe fare?
  • Cosa pensano di me gli amici e i familiari?
  • Riesco a svolgere attività molto diverse tra loro?

Dare un punteggio a propri obiettivi

Una volta compilata una lista delle opzioni si può procedere assegnando per ciascun risultato riportato un punteggio. Assegnare una priorità ad un aspetto piuttosto che un altro aiuta a definire correttamente quali sono i propri obiettivi.

Esplora ogni punto

Una volta stabilite le priorità, il consiglio è iniziare a fare delle ricerche approfondite al fine di verificare la fattibilità di ogni punto. Alcuni obiettivi potrebbero essere ad esempio troppo costosi o richiedere un’esperienza pregressa che al momento non si possiede.

In generale è necessario che ogni punto sia sostenuto da una concreta base che ne rende possibile l’implementazione.

Provare senza avere paura di sbagliare

Come uno scienziato verifica le ipotesi, ciò che è utile fare arrivati a questo punto e mettere in pratica i risultati ottenuti. Se ad esempio si ritiene di essere un abile scrittore, può essere una buona idea iniziare a scrivere un blog, se la propria passione è nel ramo informatico e della programmazione, potrebbe essere una buona idea quella di frequentare un corso di formazione online.

In conclusione, l’idea di trovare un lavoro coerente con i propri studi è lecito averla e pretenderla ma non è un passaggio automatico che si verifica il giorno successivo al conseguimento di un titolo o una certificazione.

Il rapporto CEDEFOP e le linea guida fornite dall’UNICEF dimostrano come i fattori esterni che si contrappongono agli studi condotti e il successivo inserimento nel mercato del lavoro sono molteplici e spesso indipendenti dalla propria volontà. È già durante l’adolescenza attraverso un agire consapevole che si pongono le basi per una carriera lavorativa ricca di successi, soddisfazioni e in linea con le proprie ambizioni e talenti.

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